La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

giovedì 28 novembre 2013

La telenovela continua....Parte seconda


Il Giornale di Vicenza ha ritrovato pane per i suoi denti con questo discorso delle concessioni...
I Nostri non si perdono d'animo e continuano a battere i pugni, rischiando, ormai, di farsi solo del male.
Qui sotto, due articoli apparsi sul GdV il 22 e 23 novembre e un nostro commento.

«Niente fusione A4-Brennero senza Valdastico»

Il commissario della Provincia di Vicenza e presidente A4 holding: «I trentini vogliono prenderci in giro, ma l'opera per noi va fatta»
22/11/2013
«I trentini vogliono fregarci. Continuano a dire no alla Valdastico e vogliono la fusione con la Brescia-Padova. Io dico che non ci sarà alcuna fusione se non verrà realizzata la Valdastico nord. E per realizzata intendo cantiere, opera fatta. E non deve passare l'emendamento per portare all'aggregazione delle due concessionarie A4 e A22 e non perché non lo voglio io, non lo vuole l'Europa».
Attilio Schneck è carico a mille. A cercare l'intesa con Trento però è andato su Flavio Tosi, presidente della Brescia-Padova, sindaco di Verona (in passato i veronesi non sono mai stati di fatto pro Valdastico perché l'arteria avrebbe bypassato il nodo scaligero), segretario regionale della Lega Nord, stesso partito di Schneck.
Ricopre Tosi ora l'incarico di presidente della controllata Brescia-Padova che fino a pochi mesi fa era guidata da Schneck, il quale siede ora nel consiglio a fianco di Tosi ed è ai vertici dell'A4 holding, nuova denominazione del gruppo Serenissima, la società di partecipazioni che controlla tra l'altro il 100% del capitale di Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova, concessionaria del tratto dell'A4 da Brescia a Padova e dell'A31 Valdastico.
Una Valdastico mozzata. Il Cipe ha dato il via libera al progetto del primo tratto da Piovene Rocchette al confine veneto, ma sul tavolo mancano ancora i 15 km fino a Besenello perché non si è mai raggiunta l'intesa con la Provincia Autonoma di Trento sul tracciato.
L'approvazione entro il 30 giugno 2015 del progetto definitivo della Valdastico Nord consentirebbe la proroga al 2026 della concessione dell'A4, di fatto già scaduta, ma prorogata di due anni proprio con questo impegno. A premere il Ministero. Ancora picche di fatto dai trentini. Che però a Tosi hanno detto di comprendere bene la necessità della Brescia-Padova di procedere nell'iter così come concordato con il Governo e con l'Ue.
L'interesse per la Pat è tutto concentrato sugli anni di proroga dell'A4 al 2026 con la possibilità di far vivere anche la concessione dove sono direttamente coinvolti, l'A22 Autobrennero, prossima a fine vita e con la mannaia della gara che non vorrebbero mai. Fondere le due società? Tosi e il neogovernatore trentino Ugo Rossi si sono trovati d'accordo nel cercare una formula all'emendamento alla legge di Stabilità in modo da arrivare all'aggregazione dell'A22 con l'A4 e ad un accordo condiviso dall'Ue. Aggirando la Valdastico e magari - dicono i ben informati - trovando solo un accordo sulla carta. O magari neppure quello. E qui s'infila Schneck: «Parlo da commissario della Provincia di Vicenza e presidente dell'A4 holding. L'emendamento non deve passare perché non serve alla Brescia-Padova, un'aggregazione con l'A22 per noi sarebbe solo penalizzante. I signo
ri trentini vogliono far saltare la Valdastico». Di più: «Fregarci».
Roberta Bassan

Link GdV_221113

Risiko delle autostrade, la Valdastico rischia

La fusione tra concessionarie sbloccherebbe i fondi per la ferrovia del Brennero, ma il patto isolerebbe Vicenza e Treviso
23/11/2013
Per lui, nelle sue vesti di commissario per la ferrovia Verona-Brennero, probabilmente si risolverebbe un problema: l'ipotesi di fondere le concessionarie autostradali A4 “Serenissima” e A22 “AutoBrennero” potrebbe sbloccare i fondi per il lato italiano del nuovo maxi-tunnel ferroviario del Brennero: «In questo ore il Parlamento sta discutendo di soluzioni - conferma - che potrebbero sbloccare la vicenda». Ma Mauro Fabris, ex sottosegretario, è vicentino. E basta ascoltare le sue poche parole, e metterle assieme all'attacco affidato ieri al nostro giornale dal commissario della Provincia berica Attilio Schneck, per capire che proprio il Vicentino e il Trevigiano rischiano ora di essere messi in freezer dalle ipotesi di nuovi accordi tra veronesi e trentini.
FERROVIE: AVANTI VERSO NORD. Come ormai è chiaro, la Provincia di Trento potrebbe accettare di far consegnare allo Stato dalla “AutoBrennero” (dove governa assieme a quella di Bolzano, che in questo momento è meno bellicosa) i 550 milioni di euro ricavati dai pedaggi autostradali che per legge però sono destinati alla costruzione della galleria ferovviaria del Brennero. «Sommati agli 800 milioni già messi dallo Stato, arriviamo a 1,3 miliardi: sono l'esatta cifra messa anche dall'altra parte dall'Austria», spiega Fabris. Che può sorridere perchè davvero il corridoio europeo Berlino-Palermo è l'unico che davvero si sta realizzando: «I lavori sono al 24%, ci sono gare da 350 milioni in corso per il passaggio dei binari sotto l'Isarco, è stato avviato il tratto Fortezza-Ponte Gardena, si è trovato l'accordo con Verona per l'arrivo dei binari da nord».
LA STRATEGIA DI TRENTO. I trentini in questo periodo hanno ottenuto da Roma soldi per “provare” il futuro by-pass ferroviario della città di Trento. Ma non vogliono “mollare” i 550 milioni che la società AutoBrennero-A22 ha raccolto per il Brennero: su questo il Governo ha aperto un contenzioso, perché ritiene siano dovuti. Ma dall'altra parte, sempre il Governo, ha la A4 Brescia-Padova che da mesi ha aperto a sua volta un contenzioso perché ritiene di essere stata danneggiata più volte da Roma - al di là del “no” di Trento - nel suo iter per realizzare l'autostrada Valdastico, ed è quindi pronta a chiedere danni per cifre enormi. Non solo: entrambe, la società A22 di trentini-altoatesini e la A4 dei veneti, stanno per vedere scadere la loro concessione, con lo spettro delle gare europee. Allora ecco la soluzione emersa da tempo: progettare una fusione tra la A22 e la A4, e forse poi altre concessionarie, e far scattare per tutti un rinnovo della concessione di decenni. «Un vantaggio per lo Stato c'è: le concessionarie - spiega Fabris - farebbero le opere già pianificate e ora ferme, e Roma non dovrebbe garantire i soldi per il “subentro” che, in caso di sconfitta in gara, devono comunque andare al concessionario attuale come indennizzo». Non solo: si chiuderebbero i contenziosi con la A4 e con la A22, anche perché trentini sbloccherebbero i 550 milioni « e quindi come commissario per la ferrovia vedrei raggiunto l'obiettivo. Mi spiace solo per Vicenza, per cui mi sono sempre battuto, perché questo quadro potrebbe essere la pietra tombale per l'autostrada Valdastico nord, che pure è stata inserita dall'Ue nel corridoio Nord-Sud».
VERONA-TRENTO. Di più Fabris non dice. Ma basta rileggersi i giornali per farsi un quadro. Primo: storicamente Verona non è mai stata favorevole alla Valdastico nord proprio perché collega Veneto e Trentino “saltando” il nodo veronese. Secondo, la Valdastico nord è diventata una priorità anche a Verona anni fa per un semplice motivo: la concessione risale al 1970, prima delle leggi europee sulle gare d'appalto, quindi l'Ue non può imporre una gara e quindi è diventata la “roccia” in base a cui ottenere prolungamenti della concessione per l'intera società A4 Brescia-Padova. Terzo: mesi fa il Governo ottenne dal Trentino un mezzo “sì” alla Valdastico nord - purché magari sbocchi a nord di Trento, by-passando la città - perché i trentini considerano più pericolosa la futura superstrada Valsugana, dove si scaricherebbe anche il traffico della futura superstrada Pedemontana veneta. Quarto: il nuovo presidente Rossi del Trentino ha invece frenato bruscamente sulla Valdastico, pressato dai suoi, e allora il Governo gli ha imposto un ultimatum per giovedì prossimo. Quinto, l'incontro tra Rossi e il sindaco veronese Flavio Tosi, che ora è presidente della A4, ha rimesso in pista la fusione delle concessionarie: permetterebbe di ottenere la proroga della concessione senza dover per forza fare la Valdastico Nord (il che va bene a Trento e a Verona). Sesto: la A22 e la A4 si troveranno ora a gestire insieme la costruzione della nuova autostrada Nogara-Mare concessa dalla Regione proprio alla “Brescia-Padova”. Ed è l'asse che permetterà di raccogliere traffico in arrivo dall'area adriatica-emiliana e collegarlo verso nord facendolo entrare nel corridoio della A22 AutoBrennero, che proprio ora sta lanciando la 3a corsia Modena-Verona. Settimo e ultimo: si ridisegnerebbero così le infrastrutture venete garantendo futuro e prosperità alle società A22 e A4, lasciando però “in disparte” Vicentino e Trevigiano. Ecco perché l'urlo di Schneck ci sta tutto. Anche se i pro-Valdastico una carta ce l'hanno ancora: l'Ue davvero direbbe sì a una concessione di decenni senza fare quell'autostrada che invece è l'unica che ha il timbro “realizzabile senza gara”?
Piero Erle

Link_GdV_231113

COMMENTO
Le concessioni scadute hanno innescato un grande Monopoli: sulla scacchiera ad ogni passo c'è una nuova aggregazione, un partecipante che corre in avanti, qualcun altro che rischia di restare fermo un giro. Il tutto senza fare i conti con le norme e la legalità che in questo caso è rappresentata dalle leggi europee, perché tanto in Italia la legalità non è un problema ... basta conoscere un ministro.

Ma in tutto questo chi ci perde? Sicuramente ci perdono le casse pubbliche, già allo stremo. Con la scusa che le concessionarie realizzerebbero delle opere per conto dello stato, dimenticando che, mettendo a gara le concessioni, lo Stato incasserebbe di più e comunque potrebbe far eseguire le opere necessarie dai nuovi gestori, con il vantaggio di una maggiore chiarezza.

Un passaggio va sottolineato "la A4 Brescia-Padova ... da mesi ha aperto a sua volta un contenzioso perché ritiene di essere stata danneggiata più volte da Roma - al di là del “no” di Trento - nel suo iter per realizzare l'autostrada Valdastico, ed è quindi pronta a chiedere danni per cifre enormi"

Ecco il cane che morde la mano del padrone. Dopo avere beneficiato di proroghe, deroghe infinite, dopo che lo Stato ha già dovuto pagare una multa, dopo aver ottenuto aumenti delle tariffe molto maggiori dell'inflazione, dopo che si gestisce una concessionaria da 11 lustri, si minacciano cause per milioni di euro contro lo stato.

Chiunque vinca, stiamo precipitando nel gorgo.

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