La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

venerdì 14 febbraio 2014

Giornale di Vicenza - 05/02/2014

Con un pò di ritardo pubblichiamo un articolo apparso sul GdV che ribadisce la contrarietà di Trento al prolungamento della A31. Chissà perchè i "nostri"  insistono nel vedere lo spiraglio e l'accordo....

Valdastico nord, per Zaia un altro no dal Trentino

Il governatore: «Abbiamo confermato la volontà di sostenere l'A31, da loro ferma contrarietà. Per noi non è alternativa alla Valsugana»
05/02/2014
Zoom Foto
Il governatore veneto Luca Zaia e il presidente trentino Ugo Rossi
Cristina Giacomuzzo
VENEZIA

Lo spiraglio non c´è più. La porta è stata chiusa. Trento ieri ha ribadito la sua contrarietà alla Valdastico Nord. Lo ha fatto il nuovo presidente della Provincia autonoma, Ugo Rossi, eletto lo scorso ottobre, durante il primo incontro con il governatore del Veneto, Luca Zaia, che ieri l´ha accolto a palazzo Balbi. Incontro a porte chiuse, un´ora, per mettere sul tavolo i tanti temi che vanno affrontati insieme. E quelli per cui no, è meglio proprio lasciar stare. Cioè lo sbocco a Nord dell´A31.
LA STRETTA DI MANO. «È stato un incontro franco, cordiale - sintetizza il governatore -. Abbiamo toccato tanti argomenti con la volontà di mettere le basi ad un confronto, pur nella diversità di vedute e con posizioni diametralmente opposte, su alcune progettualità, cioè la Valdastico Nord. Noi abbiamo confermato la volontà al sostegno, loro la ferma contrarietà. Rossi mi è sembrato una persona attenta. Per cui non dico “che vinca il migliore”, ma che bisogna trovare una soluzione, fermo restando che non si tratta di una strada alternativa alla Valsugana, che ha già una finanziamento di progetto e che andremo a realizzare. Per noi la Valdastico deve coesistere con questa».
A distanza Rossi: «È stato un confronto doveroso con le regioni confinanti. Sono tanti i temi da affrontare, li abbiamo messi un po´ in ordine. Ci sono temi su cui è più facile lavorare, altri su cui è più difficile. E in testa alla lista di quelli più difficili c´è la Valdastico sulla quale le nostre posizioni restano distanti». 
LO SPIRAGLIO. La posizione di sempre del Trentino? «Il Veneto realizzi la Valdastico o la Valsugana. Tutte e due le opere, insieme, proprio no».
La Valsugana sta ormai arrivando al concreto: manca solo un parere perché poi il ministero delle Infrastrutture istruisca la pratica al Cipe. 
Per l´A31 Nord sembrava, fino a ieri, esserci uno spiraglio - sotto la spinta del mondo delle associazioni di categoria trentine, industriali in primis - che apriva alla realizzazione del prolungamento. Un obiettivo discusso dall´era del vicentino Mariano Rumor, presidente del Consiglio dei Ministri. Allora il progetto era noto come Pirubi, dai tre padri politici Flaminio Piccoli, Rumor appunto e Antonio Bisaglia che l´avevano ideato. La scorsa primavera, il progetto sembrava finalmente essere alla svolta decisiva: il progetto preliminare era completo (da Piovene a Besenello) e inserito in Legge obiettivo. Alla prova del Cipe è arrivato l´approvazione solo per il primo lotto, fino al confine Veneto. La decisione di Trento di mettersi in stand-by, in attesa dell´elezione del nuovo presidente dopo l´era Dellai, ha lasciato intravedere uno spiraglio, un´opportunità di realizzare l´A31 e permettere così di prolungare la vita della concessionaria A4 Bs-Pd di almeno vent´anni. 
PROSPETTIVE. Ma ieri mattina la conferma: la posizione è contraria. E adesso? Il progetto, essendo inserito in Legge obiettivo, potrebbe ancora diventare realtà con l´approvazione del Consiglio dei ministri, il parere delle commissioni parlamentari e quindi un decreto del presidente della Repubblica. Una procedura che per scattare deve registrare il formale «no» di Trento al tavolo Cipe. E tutto fa pensare che a Roma, prima delle elezioni Ue, non si affronti il tema.
PASSO FEDAIA. Tra i temi affrontati da Zaia e Rossi anche la sanità, l´intermodalità. in particolare sulla questione aperta con l´A22 per la realizzazione il tunnel del Brennero, e il trasporto aeroportuale dei fondi per i Comuni di confine. Anche la questione Passo Fedaia. Attacca Zaia: «L´accordo con Trento è stato sottoscritto nel 2002. La Provincia doveva sistemare la strada. L´accordo è stato totalmente disatteso. Ho presentato un´istanza: il passo va reso utilizzabile».

mercoledì 5 febbraio 2014

Grandi opere: riforma della Commissione VIA

Dopo sei anni la Regione Veneto non ha ancora adeguato la normativa relativa alla commissione VIA (Valutazione d'Impatto Ambientale). Non abbiamo ancora potuto prendere visione del testo proposto e possiamo basarci solo sugli articoli di giornale per la redazione di questo articolo.
La commissione VIA rilascia pareri di importanza cruciale su molti dei progetti che interessano il territorio. Si tratta di una commissione dalla dubbia efficacia, dato che sembra approvare tutto quello che le viene proposto intervenendo solo su dettagli, purché non ostacolino l'approvazione dei progetti che devono passare.
Ci sono stati palesi casi di irregolarità nel passato. L'esempio più palese è la presenza di Vernizzi che, da presidente di Veneto strade, progettava la Strada Pedemontana Veneta, da presidente della commissione VIA regionale, si approvava il proprio progetto e, se la regione avesse avuto osservazioni da fare, ne avrebbe dato incarico al dirigente del settore infrastrutture, sempre l'ing. Vernizzi. Lo scandaloso conflitto di interessi è stato oggetto di un'eurointerrogazione da parte dell'on. Zanoni.
Altro caso clamoroso è stata l'approvazione del progetto di autostrada Valdastico Nord.
La prima stranezza riguarda il fatto che, per un'opera che interessa Veneto e Trentino si chieda la valutazione ambientale del solo Veneto. Oltre a questo la procedura è stata caratterizzata da un'evidente anomalia procedurale.
La società proponente (Autostrade Bs-Pd) ha presentato un progetto che passava per la piana di Velo d'Astico. In allegato uno studio di incidenza ambientale che monitorava gli effetti sulle abitazioni di Velo e con tutte le necessarie opere di mitigazione. Cittadini e amministrazioni avevano il diritto di presentare osservazioni, come prevede la legge.
Sei giorni prima che scadessero i termini il progetto è stato modificato e spostato di 1-2 chilometri tutto sul versante di Cogollo. Nuove case ed abitati (Grumoventaro, Casale) sono stati interessati dall'autostrada, mentre prima faticavano a vederla.
Chiunque penserebbe che si sarebbero dovute rifare le analisi ambientali per la parte di tracciato spostato. Invece la commissione VIA ha approvato sulla fiducia, anche se mancava la valutazione del rumore per gli edifici a due passi dal nuovo tracciato.
La nuova proposta di legge prevede condizioni di incompatibilità tra l'essere progettisti e l'essere valutatori, una maggiore attenzione per le esigenze del territorio con la presenza dei sindaci nella commissione VIA e soprattutto propone che la VIA venga presentata su un progetto definitivo, non, come oggi, sul progetto preliminare che presenta possibilità di variazioni infinite.
Dubitiamo che basti questa proposta di legge regionale per fermare la “follia infrastrutturale” del Veneto che prevede opere sovradimensionate, mal collocate, eccessivamente costose e fortemente impattanti sul territorio, ma un minimo ripristino delle regole potrebbe essere un inizio.

Ed ecco l'articolo il cui originale si trova qui



Veneto/Regione: Pd presenta progetto di legge riforma commissione Via

03 Febbraio 2014

(ASCA) - Venezia, 3 feb 2014 - Piu' trasparenza nelle procedure di valutazione di impatto ambientale. Con questo obiettivo il gruppo del Pd veneto ha presentato il progetto di legge per la riforma della Commissione Via regionale e l'adeguamento della normativa regionale a quella nazionale introdotta sei anni fa (con il decreto legislativo 4/2008). Ad illustrare i contenuti della proposta, nel corso di una conferenza stampa tenutasi oggi, sono stati il capogruppo Lucio Tiozzo, assieme ai consiglieri democratici Claudio Niero (vice presidente della commissione Ambiente e primo firmatario del provvedimento) e Franco Bonfante (vice presidente del Consiglio regionale). ''Si tratta di un passaggio che la Giunta regionale doveva fare entro il gennaio del 2009, e che a questo punto l'opposizione e' determinata a compiere - ha spiegato Tiozzo - L'importanza della Commissione Via e' determinante, perche' non passa giorno senza che questa decida su questioni di estrema importanza che riguardano il governo del territorio. Decisioni che molto spesso sono prese in contrasto con la volonta' degli stessi territori. Ecco perche' - ha concluso il capogruppo del PD - con la nostra proposta chiediamo che nelle decisioni della Commissione siano coinvolti anche i Sindaci o i Presidenti di provincia interessati al provvedimento''. ''Nella nostra proposta - spiega Niero - si prevede che lo studio di impatto ambientale debba riguardare il progetto definitivo e non piu' quello preliminare. Inoltre l'iter di valutazione dovra' sempre concludersi con un provvedimento motivato. Non da ultimo, si rende automatica la procedura di semplificazione, prevedendo una modifica della documentazione che i proponenti dei progetti sono tenuti a presentare. Questo per ridurre anche la mole di ricorsi contro i provvedimenti di valutazione''. Ma il PD mette sul tavolo anche una riforma della Commissione regionale Via, ''un organismo - ha sottolineato Bonfante - che ha un ruolo di grande responsabilita' perche' esprime pareri su opere come gli impianti e le discariche per i rifiuti, che hanno comunque un effetto impattante sulla vita delle comunita' locali e la cui realizzazione scatena spesso polemiche. Crediamo quindi sia fondamentale trasformare questa Commissione in un soggetto dove responsabilita' tecniche e politiche coesistano, evitando in questo modo quegli odiosi scaricabarile dove nessuno si assume in pieno il carico delle decisioni. Importante nel nostro progetto di legge - ha poi sottolineato Bonfante - e' la parte relativa alla incompatibilita' all'incarico dei componenti della Commissione. A questo proposito prevediamo che componenti non possono assumere incarichi professionali relativi all'elaborazione di progetti sottoposti a parere della Commissione provinciale VIA, non devono essere componenti di organi direttivi o di controllo committenti di progetti sottoposti al parere della commissione, cosi' come non abbiano incarichi con responsabilita' amministrativa in aziende i cui progetti sono all'esame della stessa commissione''. La proposta del PD prevede di ridurre i componenti della Commissione Via dagli attuali 9 a 6, tutti eletti dal Consiglio (due in rappresentanza delle minoranze) ed assegna la presidenza all'assessore regionale all'Ambiente, ''proprio per mettere fine - ha precisato Tiozzo - all'ipocrisia della distinzione tra organo tecnico ed organo politico, visto che attualmente e' la Giunta che ha in mano la scelta dei componenti della Commissione''. Vogliamo poi - ha proseguito Niero - che per ogni progetto sia presente il sindaco del Comune interessato o il presidente della Provincia, in qualita' di rappresentante dei cittadini. Questo per verificare la regolarita' delle procedure, ma anche per esprimere le esigenze dei territori ed evitare inutili vertenze, che spesso si concludono davanti al TAR, con costi sia economici, sia in termini di tempo. ''Il nostro obiettivo - ha concluso Tiozzo - e' dunque quello di dare maggiore equilibrio alla Commissione Via ed ottenere maggiore trasparenza, tanto nei procedimenti che nella valutazione dei casi di incompatibilita', che tanto fanno discutere e lasciano dubbi irrisolti. A questo proposito proponiamo anche che il regolamento di funzionamento della Commissione, oggi approvato dalla Commissione stessa e non pubblicato, venga invece approvato dalla Giunta, previo parere della Commissione consiliare, e che le competenze siano stabilite dal Consiglio''.