La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

mercoledì 27 maggio 2015

Giornale di Vicenza_22/05/15

Perchè chi mette nero su bianco viene considerato "bugiardo"?
Perchè, chi applica il buonsenso e dice chiaramente che "i soldi non ci sono" e bisogna tagliare su un insieme di "grandi opere" che a volte lo sono solo sulla carta viene bollato come "Ministro burocrate frena-opere"? 
Perchè, quando sembra che qualcuno voglia semplicemente applicare la legge, la Costituzione questo non va giù ai soliti noti tanto da perdere le staffe?

Meglio chi ha dispensato "promesse" a tutto campo?
Meglio chi aveva "messo in piedi" un sistema forse poco pulito, quella che a tutti gli effetti poteva essere considerata una forzatura per ottenere ciò che si vuole?
E cosa è successo a "quella" persona a chi gli gravitava intorno?

Riportiamo gli articoli apparsi a tutta pagina sul Giornale di Vicenza venerdi 22 maggio.


24/05/15 - Il casello del primo lotto funzionale A31 Nord....

Casotto saluta il Giro d'Italia






giovedì 21 maggio 2015

Il Sole 24 Ore - 13/05/15

Project Financing: cosa c'è "dietro"?
Il Sole 24 Ore ci illustra l'altra faccia, quella meno positiva, dei project financing che per anni sono stati cavalcati da politici e industriali come opere che avrebbero risollevato l'economia Italiana. Si parla anche del destino delle concessioni....Forse siamo ad una svolta?



mercoledì 20 maggio 2015

Edilizia E Territorio - Il Sole 24 ORE - 14/05/15


Valdastico Nord, il governo non decide e la società chiede danni miliardari

La proroga fissata nel 2009 alla concessione della Brescia-Padova vale solo se entro il 30 giugno arriverà l'ok alla Valdastico Nord, ma il governa continua a non decidere e arriva il ricorso al Tar

Scoppia la grana Valdastico Nord/Brescia-Padova per il nuovo ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. Il governo è da mesi stretto da una parte tra le richieste della società concessionaria (enti locali, Intesa Sanpaolo, Astaldi), della Regione Veneto e di Confindustria Veneto di approvare il progetto della Valdastico Nord (i 19 km mancanti alla A31 Verona-Trento, e cioè il tratto Piovene Rocchette-Trento), e dall'altra parte dalla ferma opposizione all'opera da parte della Provincia autonoma di Trento (governata dal centro-sinistra). La proroga della concessione al 31/12/2026, concordata nel 2009 con la Commissione europa, si regge solo se entro il 30 giugno prossimo sarà approvato il progetto definitivo della Valdastico Nord (circa un miliardo di euro di costo, a carico della società), altrimenti tornerà in vita l'originaria scadenza del 30 giugno 2013, già in prorogatio, ed entro sei mesi dovrà essere concordata la decadenza formale della concessione e pagato al concessionario quanto investito in questi anni e non ammortizzato (1,2 miliardi di euro per la tratta sud della Valdastico).

Ma la Provincia di Trento continua a non volere l'opera, e il ministro Delrio, nel question time del 13 maggio alla Camera ha ammesso che una decisione del governo non c'è ancora: l'allora Ministro Maurizio Lupi aveva sposato l'idea di scavalcare il veto di Trento con la procedura di legge obiettivo (articolo 165 Codice appalti), con delibera del Consiglio dei Ministri, strappando al Cipe nel novembre scorso un percorso in tal senso. Delrio è molto più prudente, spera ancora di convincere Trento a un via libera, ma il tempo stringe, e la società ha già presentato al Tar Lazio (nei giorni scorsi) un ricorso per dichiarare il governo inadempiente rispetto alla procedura di cui all'articolo 165, che dopo la determinazione Cipe del 10 novembre scorso prevedeva termini ben precisi, e ha chiesto l'immediato risarcimento dei danni (pari almeno agli 1,2 miliardi di euro investimenti non ammortizzati).

IL QUESTION TIME: DELRIO «ASPETTA TRENTO»
Su interrogazione dei deputati Dorina Bianchi (Udc), Andrea Cuasin (Scelta civica), Vincenzo Garofalo (Udc) e Vincenzo Piso (Udc), che chiedevano se l'autostrada Valdastico Nord è ancora una priorità, di fatto sollecitando la rapida approvazione del progetto, il Ministro Delrio ha risposto in modo ancora interlocutorio.
Ha riferito che ancora il governo attende una pronuncia della Provincia di Trento, quando però questa è stata più volte e in modo univoco data in senso negativo negli anni e mesi scorsi, e quando già nel novembre scorso, con decisione Cipe, il governo scelse di attivare la procedura di legge obiettivo per superare tale dissenso.
Delrio ha fatto inoltre capire che il governo, in base allo Statuto della Provincia di Trento, che ha rango costituzionale, non può scavalcare completamente un suo dissenso espresso.

Questa la sua risposta: «La realizzazione della Valdastico Nord - ha detto Delrio - come evidenziato dagli onorevoli interroganti, è oggetto di un contenzioso sul quale occorrerà ancora attendere gli esiti, nel senso che è ancora in corso la trattativa con la provincia autonoma di Trento, che non ha ancora espresso intesa sulla opera in sé, cioè un assenso alla realizzazione dell'opera. Poi si potrà discutere il tracciato, ma deve ancora esprimere l'intesa. Questa intesa è richiesta sia rispetto all'individuazione dell'opera che alla sua localizzazione, in base alla legge obiettivo e al codice degli appalti pubblici, nonché rispetto al tracciato, sulla base delle norme attuative, come lei sa, dello statuto speciale della Regione Trentino Alto Adige di rango costituzionale».

«Anche la giurisprudenza costituzionale - ha aggiunto il Ministro delle Infrastrutture - ha espresso in diverse sentenze la necessità di acquisire preventivamente la citata intesa per porre in essere concreti atti di realizzazione dell'opera.
Pertanto, alla luce della giurisprudenza costituzionale, non risulta possibile porre in essere al momento concreti atti di realizzazione dell'opera in esame senza avere preventivamente acquisito l'intesa della provincia autonoma che potrà anche essere unica, ma comunque dovrà sussistere a doppio titolo: da una parte, ex legge n. 443 del 2001 e articolo 165 del decreto legislativo del 2006; dall'altra, ex decreto del Presidente della Repubblica n. 381 del 1974.
Invero, come confermato dal Presidente del Consiglio dei ministri, la procedura di cui all'articolo 165 consente di superare solo la carenza di consenso sulla localizzazione dell'opera, ossia sull'individuazione di quello che dovrà essere il corridoio lungo il quale sviluppare il tracciato dell'arteria autostradale, ma non può superare la carenza di quello che è richiesto da norme attuative dello statuto speciale.
Comunque garantisco l'impegno del Governo – ed è già stato fatto nell'ultima visita che ho fatto a Trento e succederà anche nei prossimi giorni – a chiarire e cercare di ottenere al più presto da parte della provincia autonoma diTrento gli atti necessari per il proseguimento della realizzazione dell'opera».

LA SCADENZA DEL 30 GIUGNO 2015
Ma la scadenza del 30 giugno è ormai dietro l'angolo. La convenzione 2007 tra Anas e Brescia-Padova (versione aggiornata del 30 luglio 2010), all'articolo 4, stabilisce che «la scadenza della concessione è fissata al 31.12.2026 in funzione della realizzazione della Valdastico Nord», e che «in caso di mancata approvazione del progetto definitivo relativo alla realizzazione della Valdsastico Nord entro il 30.06.2013, verranno conseguentemente definiti dalle parti, nei sei mesi succesivi, gli effetti sul piano economico-finanziario e sulla concessione».
Il 30 giugno 2013 era infatti la data di scadenza originaria della concessione, ricordata ancora un anno fa nel report del ministero delle Infrastrutture alla Camera (si veda a pagina 18 nel pdf), e dunque se non veniva approvato il progetto definitivo della Valdastico Nord entro quella data, nei sei mesi successivi si sarebbe dovuto definire una conclusione concordata della concessione.

Su pressing del governo italiano la Commissione europea ha concesso due anni fa una proroga di tale termine per l'approvazione del progetto, che è ora dunque del 30 giugno 2015.

La stessa convenzione stabilisce che alla scadenza della concessione la società uscente ha diritto (art. 5) a un indennizzo per gli investimenti realizzati e fino a quel momento non ammortizzati. Per la sola Valdastico Sud, quasi completata, si tratta di 1,2 miliardi di euro.

IL CIPE DI NOVEMBRE
Su pressione dell'allora Ministro Maurizio Lupi, l'11 novembre scorso il Cipe - testo dall'esito ufficiale - «ha assunto motivate determinazioni in ordine all'esigenza di superare il dissenso manifestato dalla Provincia autonoma di Trento sulla localizzazione dell'Autostrada A31 Valdastico Nord, 2° Lotto di completamento – da Valle dell'Astico alla A22 (Besenello) e di proseguire nello svolgimento della apposita procedura prevista dall'articolo 165, comma 6, lett. a) del decreto legislativo 12 aprile 2006 n. 163 (Codice dei contratti pubblici)».
Il 14 gennaio 2015, poi, con lettera protocollo 128 della Presidenza del Consiglio, il governo ha comunicato alla concessionaria tale esito.

IL BOND E RICORSO DELLA SOCIETA'
La concessionaria, in forza di tale iter avviato dal governo, che in sostanza significava l'impegno ad arrivare comunque all'approvazione del progetto entro il 30 giugno, ha emesso nel marzo scorso un prestito obbligazionario da 600 milioni di euro (secondo le regole del project bond), sottoscritto da 200 investitori, di cui il 65% esteri.
Ma il progetto non è ancora arrivato al Consiglio dei ministri per l'approvazione, e la società (controllata al 45% da Re Consult Infrastrutture, una Spa con soci forti Intesa Sanpaolo e Astaldi, e poi con gli enti locali al 32%) ha aperto formalmente il contenzioso con il governo con il ricorso depositato il 4 maggio al Tar del Lazio. «Alla citata delibera Cipe del novembre 2014 - scrivono nel risorso gli avvocati Arturo Cancrini e Marco D'Alberti - il governo non ha in alcun modo dato seguito, non essendo mai intervenute né la proposta del ministero delle Infrastrutture né la deliberazione del Consiglio dei Ministri». Eppure - ricordano i ricorrenti - l'articolo 165 del Dlgs 163/2006 (legge obiettivo transitata nel Codice appalti) prevedeva termini precisi per tentare l'ultima intesa con la Regione dissenziente e in caso negativo arrivare alla decisione del Consiglio dei ministri.

Termini tutti scaduti, mentre - si legge nel ricorso - in questi anni «la Provincia di Trento non solo ha persistito nel suo dissenso, ma si è sotratta ad ogni forma di collaborazione quanto alla stesura del progetto relativo all'opera di cui si tratta».

«La mancata conclusione del procedimento di cui all'articolo 165 comma 6 lettera a) - scrive la società nel ricorso - ha causato un grave danno in capo all'Autostrada Brescia-Padova Spa, la quale ha diritto al risarcimento».
Si citano gli investimenti fatti e non ammortizzati, l'inutilità della Valdastico Sud senza la tratta a Nord, ma anche il «danno ingiusto». Anzi, si chiede al Tar di condannare il governo proprio «al risarcimento del danno ingiusto», «con riserva di quantificazione in corso di causa». Dunque non solo il "valore di subentro" delle opere non ammortizzate, ma proprio il «lucro cessante» e il risarcimento dei danni economici.

Si chiede inoltre di intimare al Consiglio dei ministri l'approvazione del progetto, nominando anche un commissario ad acta.

LA DECISIONE
Non sembra esserci più molto tempo, dunque, per "aspettare" le decisioni della Provincia di Trento. Il Ministro Delrio e il governo tutto devono decidere al più presto.
Le convenzioni firmate negli anni con la società e il via libera alla realizzazione della Valdastico Sud (che sarà completata quest'anno) hanno sempre indicato l'obiettivo dello Stato di approvare e realizzare anche la Valdastico Nord, indicandone il valore strategico negli Allegati Infrastrutture. Se non si fa quella - spiega la società nel ricorso - la tratta Sud da sola non può avere remuneratività, dunque quel costo va indennizzato (1,2 miliardi).

Se Delrio vuole invece cambiare la linea dei vari governi, Berlusconi II, Monti, Letta, Renzi con Lupi ministro, lasciar cioè cadere la concessione alla scadenza "naturale", senza approvare la Valdastico Nord, e quindi rimetterla in gara - come ha detto di voler fare per tutte le concessioni autostradali in scadenza - lo deve fare al più presto possibile, per limitare il valore che rischierà di pagare come indennizzo e per fare in modo che il valore di subentro sia pagato dal concessionario subentrante. Più aspetta, più rischia.

Viene finalmente fuori la verità, una verità che solo noi avevamo detto ad alta voce.
L'autostrada Valdastico non è gratuita, la dobbiamo pagare con i soldi pubblici. Tutti gli investimenti che le società concessionarie fanno, verranno rimborsati "per la parte non ammortizzata".

Nel caso della Valdastico Nord i costi di gestione sono così elevati che non si ammortizzeranno mai, quindi noi contribuenti dovremo portarci perennemente sul groppone oltre alle spese delle pensioni, che hanno un indubbia utilità sociale, oltre al peso del debito accumulato nei dissennati anni '80-'90, anche il peso di questa concessione e dei profitti che sta generando ai suoi azionisti (Banca Intesa, ecc.)

Non si tratta di spese di poco conto perché, se la Valdastico Sud genera la richiesta di un rimborso di 1,2 miliardi di euro, la Valdastico Nord costerà circa il doppio.

Non sarebbe il caso di smetterla di buttare via i soldi dei cittadini, invece che regalarli agli amici di Lupi e Incalza?
 
Qualche anno fa, fu lo stesso Schneck, allora Presidente in carica della Società BS-PD nonchè Presidente della Provincia di Vicenza, ad ammettere che i costi della Valdastico Nord, destinati a lievitare in maniera spropositata rispetto a quanto previsto nel preliminare, sarebbero gravati sulle spalle degli utenti per un tempo indefinito:



 (Documento segnalatoci dall'allora amministratore del Blog Sgresendamenti, purtroppo scomparso prematuramente)


"La Valdastico Nord noi lo sappiamo benissimo.... non avremo mai, i costi sono molto più alti. 
Sono due miliardi tanto per iniziare cosi a metter giù i primi grandi numeri no?

Due miliardi perché? Perche è fatta con eh..le gallerie, le gallerie che non danno impatto, la doppia canna prevista dalla comunità europea le magari intersezioni interne di sicurezza, ben vengano tutte!

Però i costi lievitano. Due miliardi quando mai li prenderà la Valdastico…i pedaggi della Valdastico?

NON LI PRENDERA’ MAI! Pagherà sempre l’utente che, se l’anas riconoscerà la tariffa eh… l’aumento lo pagheranno in 30 40 anni sempre gli utenti di questa...(arteria)"

E questo personaggio è colui che vuole chiedere i danni allo Stato?? 
A noi sembra che si sia tirato la zappa sui piedi, spingendo per la realizzazione di un progetto irrealizzabile, prendendo in giro i politici e tutti noi quando sbandierava la grande utilità della Valdastico Nord per tutto il Veneto e per il rilancio dell'economia in generale.
Viene a galla la verità!

Troppi favoritismi in questi anni, troppi regali fatti alla Società concedendo proroghe su proroghe e tentando di forzare gli iter procedurali in maniera agli occhi di tutti anticostituzionale. 
Se ora, finalmente, abbiamo un Ministro dei Trasporti che si dimostra una persona chiara, una persona che semplicemente si attiene a quanto sancito dalla costituzione e si rifiuta di continuare la linea di azione di Lupi & co. abbiamo solo da ringraziare Delrio per questa aria di legalità che al momento respiriamo...

lunedì 18 maggio 2015

Appuntamento a Cogollo mercoledi 20 Maggio ore 20.45 per parlare di Valdastico Nord e sviluppo sostenibile della valle

Carissimi, la nostra cooperativa ha organizzato per la sera del Mercoledì 20 Maggio 2015 un incontro dal titolo "Quale strada?", che ha come tema il progetto dell'Autostrada Valdastico Nord e le altre "strade", quelle che vogliamo percorrere per il futuro delle nostre valli.
Lo faremo dando spazio a più voci: Renzo Priante, architetto, che da diversi anni studia il progetto dell'autostrada valutandone la sostenibilità economica e ambientale, Tiziana Occhino, Sindaco di Arsiero, che insieme ad altri sindaci è stata firmataria di una lettera molto critica sul progetto. Ci saranno anche i rappresentanti del Comitato No Valdastico Nord, che hanno avuto il merito di tenere alta l'attenzione sul tema autostrada.
Abbiamo invitato i candidati sindaco di Cogollo del Cengio per le prossime elezioni comunali di maggio.

Ci troveremo al teatro parrocchiale di Cogollo del Cengio, alle 20.45, partecipate numerosi.
A presto,

Presidente
Brunello Gregory

giovedì 14 maggio 2015

Corriere del Veneto - 15/05/15 - Delrio affonda la Valdastico Nord

Ci scusiamo per questo periodo di latitanza per "cause di forza maggiore", ma ritorniamo con una bella notizia apparsa oggi sul Corriere del Veneto, anche se già da qualche giorno altre testate avevano messo in evidenza un vento che poteva cambiare..



Delrio dice una cosa semplicissima: senza il consenso di Trento non si può approvare l'autostrada.

Insorge la società Autostrade Bs-Pd (Schneck oggi rappresenta solo gli azionisti): è un voltafaccia rispetto alla linea di Lupi.
E' vero e non poteva essere altrimenti.
Lupi ha dovuto dimettersi per una conduzione poco pulita degli affari dello Stato, una conduzione che favoriva gli interessi della potente lobby delle autostrade.
Delrio non poteva continuare sulla stessa linea dato che la forzatura prevista da Lupi sarebbe anticostituzionale.
 
Se Schneck non avesse perso 1151 giorni (tanti ne passano dal deposito del progetto a oggi) a cercare di fare le scarpe a Trento non saremmo a questo punto. Se Schneck deve dolersi di qualcuno, deve dolersi di sé stesso e della sua incapacità di progettare un'opera condivisa.

Noi che abbiamo studiato il progetto di autostrada sappiamo che è sbagliato perché l'autostrada non è l'infrastruttura adatta per il collegamento con Trento: troppo costosa, troppo alti i costi di gestione, non decongestionerebbe l'Autobrennero, diventerà inutile appena il traffico verso l'Europa passerà tramite ferrovia e l'Austria chiuderà il passaggio dei TIR.

All'industria vicentina, ai territori attraversati serve una strada, non un'autostrada.

Ci conforta ora Delrio, quello che dice e come si sta muovendo sulla vicenda. Non siamo più i soli a vedere nella Valdastico Nord un'opera assurda destinata a diventare l'ennesimo debito pubblico gravante sulle spalle di tutti noi. Quelli che la volevono spacciare per una "grande opera"!
L'ha dichiarato lui stesso giorni fa: le grandi opere devono essere poche e deve essere dimostrata la loro necessità. Nel calderone "grandi opere", con la compiacenza di una lobby che sempre abbiamo denunciato, si faceva finire di tutto e di più...per interessi di pochi.

C'era bisogno di questa ventata di chiarezza, lungimiranza e decisioni prese con cognizione di causa, per il bene del Paese. E chissà che sia sempre più vicina la parola "fine"...

(ndr torneremo i prossimi giorni con altri articoli interessanti apparsi in questi giorni)