La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO! In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso direNO ALLA VALDASTICO NORD!
TRENTO
- Non è chiaro se la concessionaria della A4 si aspettasse davvero un
epilogo diverso, o se invece il suo ricorso al Tar fosse solo un mezzo
per trascinare la vertenza in terra romana, quindi al Consiglio di
Stato. Di sicuro è stato uno schiaffo quello che il tribunale
amministrativo ha riservato alla Serenissima, sulla vicenda Valdastico.
I
veneti avevano infatti impugnato il parere negativo - e vincolante -
della Provincia di Trento contro l'opera. Ma almeno il primo ruond della
battaglia legale bene non è andato: il Tar ha respinto il ricorso. E le
spese sono a carico della Serenissima: duemila euro da versare a
Provincia e ai comuni che si erano associati come parti resistenti,
quindi Folgaria, Besenello, Calliano e Nomi. Ovvio, si tratta solo della
prima fase di un procedimento che, è facile immaginare, andrà avanti.
Perché l'impugnazione davanti al Consiglio di Stato è quantomeno
probabile. E non è la prima volta, soprattutto negli ultimi tempi, che i
giudici amministrativi romani ribaltano pronunce dei colleghi trentini.
Ma
restando alla vicenda per come si è sviluppata finora, si ricorderanno
le premesse. Perché quelle riguardano la politica, quindi fanno rumore.
Da un paio d'anni la regione Veneto e la Serenissima, la concessionaria
dell'A4, alzano la voce perché vogliono realizzare la Valdastico. Per il
Veneto è un'infrastruttura strategica per garantirsi uno sbocco
sull'autobrennero, per la Serenissima è un buon investimento da
realizzare per mantenere la concessione. La contrarietà di Trento era
già più che conosciuta, ma a Venezia si decise di procedere comunque con
un progetto preliminare. E poi si insistette per andare avanti con la
procedura, portando il progetto a Roma, davanti al Cipe. E qui è
arrivato al pettine il nodo principale. Cioè il parere di Trento. Perché
è vincolante, in casi di infrastrutture strategiche che insistono sul
nostro territorio. per questo il Cipe ha chiesto il suo parere alla
Provincia di Trento, che ha coinvolto nel procedimento tutti i comuni
interessati: Besenello, Calliano, Nomi, Folgaria e Lavarone. Era il
2012: possibilista solo Lavarone, che tuttavia bocciò il tracciato per
come era stato immaginato. Fortemente contrari tutti gli altri. E
contraria fu la Provincia, che si richiamò ad una precedente pronuncia.
Ecco,
quel parere venne impugnato dalla Serenissima, perché - questa la tesi -
poco motivato: Trento si sarebbe limitato ad adeguarsi alle pronunce
dei Comuni, senza per altro valorizzare quella di Lavarone. E poi perché
quel no avrebbe bloccato i cospicui investimenti già fatti sulla fase
progettuale. Ma il ricorso, come detto, è stato rigettato. Perché a
tutelare il Trentino c'è una sentenza della Corte Costituzionale, che
ribadisce come sia vincolante il parere delle regioni a statuto speciale
relativamente ad opere che insistono sul loro territorio. E perché, ha
spiegato il Tar a proposito delle supposte scarse motivazioni, il parere
impugnato si richiama esplicitamente ad un precedente documento in cui
erano inseriti tutti i motivi di contrarietà all'opera, sia dal punto di
vista del piano strategico delle opere pubbliche, sia rispetto alla
pericolosità del tracciato sul fronte idrogeologico.
«L'insieme
delle osservazioni critiche, di previsioni infauste, di elementi
valutativi sfavorevoli e di problematiche irrisolte - scrivono i giudici
del Tar - si traduce in un articolato parere negativo che, come detto,
lo stesso Consiglio superiore dei lavori pubblici ha definito motivato».
Nessuna carenza di motivazione, quindi. Nessun no per partito preso.
Ricorso rigettato. La Serenissima paghi le spese. In attesa di capire se
si tornerà a parlare della Valdastico anche davanti al Consiglio di
Stato.
Pubblichiamo con immensa soddisfazione e gioia il documento integrale pervenutoci dai nostri amici Trentini riguardo alla sentenza del TAR di Trento sul ricorso proposto dalla Società Autostrade BresciaVerona Vicenza Padova S.p.A..
Ricorso respinto in toto e condannata la Società "al pagamento delle spese di giudizio": 2.000 euro che, moralmente, valgono quanto i DUE MILIARDI previsti per la costruzione di questo scempio.
recentemente la S.V. è stata “invitata” dalla direzione della A4 Holding a sottoscrivere una mail eun documento indirizzati
al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi (entrambi già
predisposti da A4Holding, ma mai discussi né in sede pubblica né in
ambito politico o amministrativo), per manifestare l'appoggio al
proseguimento dell'autostrada A31 Nord.
Tali documenti presentano gravi errori e omissioni, in particolare quando si afferma che il completamento dell’A31 Valdastico verso Nord sarà realizzato “senza nessun onere a carico dello Stato”, che tale autostrada “è prevista nelle reti TEN-T Europa” e che si prevede “possa dare un importante impulso allo sviluppo economico e sociale del territorio”.
Riteniamo che la sottoscrizione di tale documento richieda una conoscenza oggettiva e analitica di diversi aspetti del problema.
Anche escludendo le problematiche ambientali
(inquinamento acustico e atmosferico, alterazione delle falde idriche,
consumo di suolo e di spazio vivibile in una valle chiusa, instabilità
geologica, problema della frana della Marogna…), per le quali esiste una
vasta documentazione, restano gravi dubbi su utilità e fattibilità di questa autostrada.
I - A31 Valdastico Nord: una risposta sbagliata a un’esigenza reale
1 - Le industrie dell’Alto Vicentino che puntano all’esportazione hanno sicuramente interesse a uno sbocco veloce verso Nord.
Tuttavia i trasporti verso Nord vanno integrati nella rete di trasporti europei (è questo chi ci chiede l’Europa!) e la rete TEN-T prevede il collegamento Nord-Sud tramite il Corridoio 1 Berlino-Palermo: corridoio che è ferroviario e passa per Verona.
Le
merci nella logica europea dovrebbero confluire a Verona e lì caricate
su treno. Siamo gli unici in Europa a sviluppare ancora il trasporto su
gomma.
2 – E’ l’Europa che lo chiede?“Il progetto dell’autostrada Valdastico A31 Nord non fa parte
né dell’attuale rete trans-europea dei trasporti né del progetto
prioritario n. 1 relativo all’asse ferroviario Berlino-Palermo”. È
la risposta del Commissario UE ai trasporti Siim Kallas a
un’interrogazione presentata dall’europarlamentare Andrea Zanoni nel
gennaio 2013.
Quindi l'A31 Nord ha un'importanza solo locale. Confermata proprio dall'opposizione di Trento.
3 – L’opposizione di Trento.
Uno studio sul traffico elaborato dal Politecnico di Milano, allegato
al documento preliminare del Patto di sviluppo territoriale, afferma che
“il completamento della Valdastico non alleggerisce il traffico
pesante sulla Valsugana, ma peggiorerà la situazione di accessibilità a
sud di Trento. E sarà eventualmente in grado di attirare solo parte del
traffico prossimo al casello di Thiene”.
La Provincia di Trento è quindi contraria non per motivi pretestuosi ma sostanziali. E di buon senso.
Ogni punto potrebbe essere approfondito, ma il sunto è che l’A31 Nord è priva di importanza nell'ambito dei trasporti europei Nord-Sud.
II -A31 Valdastico Nord: un progetto irreale, improbabile, irrealizzabile
1 –Quanto costa? Il progetto presentato prevede 30 km di gallerie (doppie) su un tracciato complessivo di 39 km al costo ipotizzato (ma poco probabile) di 2.000 milioni di euro.
Significa
semplicemente che 3 km dell'autostrada equivalgono a un ospedale come
quello nuovo di Santorso, completato e attrezzato.
Ai costi di
costruzione si devono sommare costi di gestione così elevati che l’A31
Nord non potrà mai pagarsi entro il 2026, scadenza di un ipotetico
rinnovo della concessione.
2 – Chi la paga? Questo comporta che i costi saranno scaricati sulle tariffeautostradali
e quindi su cittadini e imprese (con evidente vantaggio per lo sviluppo
del territorio). Nessun rischio d’impresa, quindi, con tutti i costi
che ricadono comunque sulla domanda.
Nessun onere per lo Stato, scrive A4 Holding: ma chi è lo Stato se non i cittadini che pagheranno l'opera attraverso le tariffe?
3 – A chi serve? Se
si tratta di un progetto inutile allo sviluppo del territorio e
improbabile per i costi di realizzazione e di gestione, perché A4
Holding spinge in modo così prepotente per la sua realizzazione?
Il motivo di questi errori e omissioni è uno solo: l’interesse reale di A4 Holding non è la costruzione dell’autostrada, ma il rinnovo di una concessione autostradale già scaduta.
Il problema è infatti ottenere il rinnovo della concessione della Brescia-Padova,
evitando la gara europea. Una concessione trentennale avviata nel 1962,
nel 1976 prorogata al 2006 e quindi al 2013, e ulteriormente prorogata
al 2026 se verrà completata (prevista per il 2025) o anche solo iniziata
la A31 Nord.
4 – Perché serve?Alcune date
per il completamento dell’A31 Nord: inizio previsto dei lavori 2015,
apertura primo stralcio 2022, completamento fino a Trento 2025, scadenza
concessione 2026.
Nel periodo 2022-2026 la Società Autostrade Bs-Pd prevede di incassare dall’A31 Nord, secondo il piano finanziario 2013-2046 (gennaio 2013), un totale di 74 milioni; che diventano 638 miloni in caso di proroga della concessione al 2046.
Ha senso investire 2.000 milioni di euro per questi ricavi?
Basta analizzare il piano finanziario per capire: nello stesso periodo la tratta Bs-Pd avrà garantite entrate per 14.000 milioni di euro.
III – L’A31 Nord rappresenta così il paradigma ideale delle grandi opere:
pensata, progettata, finanziata e, forse, costruita, per le necessità di pochi e non per le esigenze reali dei cittadini e per lo sviluppo di un territorio;
costosa nella progettazione, nella costruzione e nella gestione;
costi ripianati dagli utenti attraverso maggiori tariffe e dallo Stato alla scadenza della convenzione;
investimenti sottratti ad
altre opere più utili (promozione della cultura e istruzione, sostegno
sanitario, manutenzione del territorio, prevenzione del degrado
idrogeologico, edilizia scolastica, ammortizzatori sociali…), ma
probabilmente “piccole”.
Qualche giorno fa Thiene on Line aveva pubblicato il testo della lettera integrale che sei sindaci avevano inoltrato a Renzi per dire NO alla Valdastico. Sindaci che bocciano prolungamento A31_01/07/14 I rappresentanti della Lega Nord/Liga Veneta di Marano avevano accusato il sindaco Moro di considerare i sindaci sostenitori del SI come "vittime di un disegno superiore". Valdastico Nord-Lega contro Moro_19/07/14 Qui sotto unaLETTERA inoltrata a Thiene On Line da una esponente del Comitato NO Valdastico NOrd.
Valdastico Nord. Il comitato del 'no': 'Brava Moro e
bravi quei sindaci non asserviti al potere'
Qualche settimana fa non sono riuscita a commentare
l’articolo apparso su Thiene On Line riguardante la lettera inoltrata
al Premier Renzi dai sei sindaci contrari al completamento della
Valdastico Nord.
Non posso però esimermi dal farlo ora che i signori della Lega-Liga di Marano mi hanno dato l’imbeccata giusta.
Credo sia più che palese che i sindaci sono “vittime di un disegno
superiore”. Se non “vittime”, marionette abilmente manovrate, peggio
ancora, con il loro asservimento, sembrano essere complici di qualcuno
che cerca di far di tutto per chiudere il cerchio ad esclusivo suo
beneficio.
Coraggiosi questi sei sindaci che hanno deciso di muoversi contro
corrente dimostrando di non essere assoggettati al potere e di saper
ragionare con la loro testa.
Il discorso tecnico, economico, ambientale viene appena citato nella
lettera. Essi parlano di “decisioni prese senza coinvolgere tutti gli
attori, di discussione completamente evitata”. Qui si punta il faro su
uno dei diritti fondamentali che ultimamente sembra essere passato di
moda: il diritto alla parola e ad una decisione condivisa a livello
collettivo.
Sono passati due anni da quando ad Arsiero è stato presentato il
progetto preliminare della Valdastico Nord, ma le modalità non sono per
niente cambiate. Si sa, l’allora Presidente della Provincia di Vicenza,
nonché Presidente della Società Autostrade Schneck potè tranquillamente
evitare il dibattito, spegnere i microfoni per non dare spazio alle
domande dei presenti. In fondo, davanti a lui, la maggioranza di quelle
persone faceva parte di quella che lui ha definito “comunità Amish,
persone ignoranti, non dotate di capacità analitica” che non avrebbe
potuto capire la bontà di questa opera faraonica.
Il Presidente Schneck è talmente accecato dalla sete di potere, è
talmente smanioso di arrivare a ottenere questa concessione, che per la
Valdastico Nord si dimentica le buone maniere, continuando a dare ad
intendere che la decisione è univoca e che lui può parlare a nome di
tutti.
E’ successo cosi anche l’anno scorso, quando ha chiesto la delega ai
sindaci per parlare in loro vece a Roma (rappresentando il Presidente
della Provincia che pensa al bene dei cittadini, o il Presidente della
Società Autostrade che pensa alle tasche proprie?)
E quest’anno ci risiamo: l’esimio non ha visto l’ora, subito dopo le
elezioni, di planare sui sindaci appena insediati, alcuni freschi di
nomina, per chiedere loro di firmare una lettera affinchè la Valdastico
Nord venisse inserita come opera prioritaria nello “Sblocca Italia”
(lettera prestampata, uguale per tutti, inviata dalla mail della
Direzione Società Autostrade).
Quindi, cari signori della Liga/Lega, quando le decisioni si calano
dall’alto chiedendo solo una firma, quando ai primi cittadini, che ci
rappresentano, viene negata la possibilità di un confronto condiviso,
chi vuole può assecondare ed essere “vittima del sistema”, ma c’è anche
chi si sente in diritto e in dovere di denunciare un modus operandi che
deve finire.
Collegandomi alla bellissima frase citata dai sindaci - “non si
avvisano le rane quando si sta per drenare lo stagno - ci sentiamo tutti
un po’ rane oggi. Perché chi pensa ai propri interessi ha tutti i
vantaggi a lasciarci nell’ignoranza.
Un grazie, quindi, ai sindaci che hanno avuto altro da dire. E a lei,
Sindaco Moro, non molli! Rappresenta tanti comuni cittadini che si
battono per la trasparenza e il rispetto delle leggi.
Un ultimo pensiero: avrei voluto sottoscritta questa lettera anche
dai sindaci della “mia” vallata, invece qui, purtroppo, c’è solo l’eco
del silenzio….
Ringraziamo Federica Sterza, Responsabile Regione Veneto di InfoOggi, per la disponibilità e l'ampio spazio dedicato alla questione Valdastico Nord. Nella sezione "INTERVISTE" del sito potete trovare l'intervista qui sotto riportata.
VICENZA, 14 LUGLIO 2014 –
La Valle dell’Astico è una vallata vicentina che si trova nel nord
della provincia veneta. In questo angolo di paradiso si è deciso di
costruire un’autostrada, l’A31 Valdastico, che attraversando la
provincia di Vicenza da Sud a Nord dovrebbe arrivare a collegare Rovigo e
Trento. Non tutti sono però convinti della bontà del progetto e a
spiegare le ragioni dell’opposizione è Denise, membro del “Comitato NO Valdastico NOrd”.
La chiamano “la passionaria” e si fa presto a capire il perché. Denise è
una vicentina doc: ha 40 anni e da sempre vive in Valdastico, a
Casotto, frazione di Pedemonte. Da un paio d’anni fa parte del comitato,
formato da un gruppo di cittadini che vuole vederci chiaro sull’utilità
dell’opera e vuole soprattutto sollevare la questione delle modalità di
informazione. “La cittadinanza può avere un ruolo attivo, ma per agire
deve sapere, deve conoscere, deve essere informata”.
Denise, come è nata in Lei la voglia di battersi per il suo territorio?
“Sono anni che mi batto per questa
causa. Oggi ho 40 anni, ma già negli ultimi anni ’90 io e alcune
persone, grazie al gemellaggio con il Comitato contro la PI.RU.BI di
Besenello e all’intercessione dell’esponente dei Verdi Marco Boato,
riuscimmo a parlare con l’allora Ministro ai Trasporti Costa. Al tempo
ero giovane e non volevo assolutamente che l’autostrada passasse davanti
a casa mia, vivevo la cosa soprattutto dal punto di vista ambientale e
affettivo. Ora sono un paio d’anni che abbiamo formato il comitato,
abbiamo messo insieme un gruppo di persone che si informassero e
cercassero di vederci chiaro sulla bontà dell’opera e soprattutto sul
ruolo dei nostri amministratori locali che solo possono rappresentare i
cittadini nelle sedi opportune. Il comitato è composto da cittadini
comuni, che non hanno a cuore solo il giardinetto di casa propria, come
ci hanno accusato che fosse. Ci hanno dipinti come ‘i soliti
ambientalisti’, ma non è così. Siamo andati ben oltre, anche dal punto
di vista tecnico, perché non c’è nulla di chiaro in questo progetto”.
Avete molti dubbi sul progetto.
“Loro vogliono completare la Valdastico
perché hanno bisogno del rinnovo della concessione fino al 2026:
interessi loro dunque. Ai cittadini però raccontano che questo progetto
rilancerebbe l’economia della Valle, che è necessaria perché
rappresenterebbe uno sbocco veloce per il trasporto merci verso nord.
Non considerano però il danno ambientale che potrebbe esserci, parlano
su un progetto preliminare, non certo approfondito quanto potrebbe
essere uno studio definitivo o esecutivo. La questione che il tracciato
sia per la maggior parte in galleria non elimina i problemi, anzi.
Abbiamo guardato le mappe e ci sono tantissime sorgenti segnalate che
potrebbero essere intercettate a livello di galleria, soprattutto in
territorio trentino. Non dimentichiamoci poi del lago di Lavarone. Un
lago estremamente particolare perché non è alimentato da immissari
superficiali. Alcuni studi hanno messo in luce che l’alimentazione
idrica sembra coinvolgere gli strati più profondi del lago. La galleria
ci passerebbe esattamente sotto, a poche centinaia di metri di
profondità. Il rischio, quindi, che il lago sparisca non è da escludere.
Senza contare che la galleria di sblocco prevista prima del casello in
località Marogna, in territorio vicentino, passerebbe sotto ad una frana
antica considerata ancora attiva e assolutamente non trascurabile
quanto a pericolosità. Per non parlare poi dell’inquinamento, i fumi da
qualche parte vanno scaricati e finirebbero tutti nella vallata”.
I progettisti come considerano queste ipotesi?
“Alla riunione di presentazione del
progetto a Lavarone, in maggio 2012 (unica in cui si è avuto un
dibattito pubblico sull’opera), non sono riusciti a negare le nostre
riflessioni. Hanno proposto un progetto preliminare in cui hanno
ipotizzato uno scenario in base ai dati raccolti. Ma loro stessi hanno
ammesso l’imprevedibilità di ciò che andranno a trovare sotto la terra.
Se poi durante le trivellazioni dovesse succedere qualcosa, rispondono,
ci sono le opere di compensazione – questo ci hanno detto”.
Sei sindaci firmano un documento per dire “no” alla costruzione della Valdastico Nord. La cosa però ha avuto poco risalto.
“Noi sono anni che viviamo questa
condizione: si dà molto risalto a quanti sono favorevoli, a uno Schneck
che dice che l’autostrada si fa, minacciando cause milionarie alla
vicina Provincia di Trento e allo stesso Stato, a uno Zaia che ribadisce
che siccome il tracciato è per il 90% in galleria tutti i problemi sono
risolti, perché porterà benefici ambientali e ossigeno alla provincia
di Rovigo. La gente prende questa cosa come un dato di fatto, mentre la
parte del no è poco ascoltata. Ci sono stati sei sindaci che hanno detto
che loro l’autostrada non la vogliono, ma la cosa ha avuto poco risalto
a livello mediatico”.
Non solo i sei sindaci, ma anche
la provincia di Trento non vuole che il progetto approdi nel loro
territorio. Nonostante ciò l’autostrada è stata iniziata.
“Il punto è che per il rinnovo della
Concessione sono disposti a qualsiasi cosa. Quando a febbraio dello
scorso anno Trento ha detto ‘ok, intanto fatela sul territorio veneto,
poi si vedrà’, ribadendo in questo modo il suo NO al completamento
trentino, al presidente Schneck non è parso vero: andava bene pure fino a
Lastebasse! Ora, fare l’autostrada in una valle strettissima, fino a
Casotto, per la precisione, e farla morire lì è assolutamente inutile.
Poi si dicono anche cose non vere: ci hanno detto che la Valdastico Nord
era stata inserita nel progetto nel Corridoio 1 della rete di trasporto
europea Ten-T - un corridoio ferroviario, che non ha nulla a che vedere
con l’autostrada - e che dunque la voleva l’Europa. Con la
collaborazione dell’Europarlamentare Zanoni, abbiamo avanzato
un’interrogazione alla Commissione Europea per capire se ciò fosse vero.
Ci ha risposto il commissario europeo per i Trasporti Siim Kallas,
dicendo che il “progetto non fa parte né dell’attuale rete europea dei
trasporti né del progetto prioritario numero 1, relativo all’asse
ferroviario Berlino-Palermo.”
Avete chiesto chiarezza anche per quello che riguarda i finanziamenti.
“Abbiamo chiesto chiarimenti perché
abbiamo forti dubbi che sia tutto a carico della Società Autostrada
Brescia-Verona-Vicenza-Padova S.p.a e che sia senza oneri per lo Stato.
Anche se così fosse, comunque, ci abbiamo pensato e facendo qualche
conto per capire come rientrerebbero di quei soldi utilizzati per il
progetto, le tariffe imposte sarebbero assurde. Ci sarebbero ¾ di
autostrada in galleria, 29 km su 39. Abbiamo preso come esempio le
tariffe del Monte Bianco: si parla di 41 € circa per attraversare questo
tunnel che è di 11 km. Per attraversare il tunnel della Valdastico
dunque si potrebbe arrivare a pagare 58 €. I costi di esecuzione e di gestione sarebbero
talmente assurdi che nemmeno dopo ulteriori 20 anni di concessione si
riuscirebbe a rientrare. Siamo certi che, se come dovrebbe essere, dopo
la scadenza della concessione, (ricordiamolo, già avvenuta nel giugno
2013), si fosse indetta una Gara Europea, nessuno ci avrebbe
partecipato".
Un progetto presentato come importante per il rilancio economico della Val d’Astico, ma secondo Lei davvero necessario?
“Sono 40 anni che parlano di questo
completamento, se veramente fosse stato necessario, quando anni fa c’era
anche meno attenzione all’aspetto ambientale e più risorse economiche,
avrebbero potuto completarla. Per non parlare dei costi: un progetto che
porterebbe ad accorciare di mezz’ora il viaggio da Thiene a Trento, può
giustificare un costo stimato in 2 miliardi di euro con il progetto
preliminare?”.
Perché secondo Lei invece si insiste tanto?
“Il commissario della Provincia Attilio
Schneck vuole il rinnovo della concessione fino al 2026 perché solo in
quel modo la Società potrà continuare a beneficiare degli introiti
derivanti dalla tratta Brescia-Padova, e per ottenerla sta facendo di
tutto. Basta vedere cos’è successo durante l’ultima tornata elettorale,
quando è cambiato un po’ lo scenario politico della Valle. Dopo dieci
giorni dalle elezioni, Schneck ha convocato una riunione per spingere i
primi cittadini a sottoscrivere una lettera da inviare al premier Renzi
per far sì che la Valdastico Nord venisse inserita tra le opere
prioritarie nello Sblocca Italia. Il presidente ha inviato una lettera
già predisposta, che non è stata assolutamente discussa, da firmare.
Questo sistema deve finire. Non sono scelte partecipate, non si chiede
il parere dei sindaci e dei cittadini, non c’è confronto, sono progetti
calati dall’alto. La gente deve sapere, deve aver la possibilità di
scegliere conoscendo i fatti. I cittadini devono riappropriarsi del
diritto di sapere e di poter fare domande: tenere le persone
nell’ignoranza fa comodo”.
Dall'ultima pagina de Il Corriere del Veneto - 10/07/2014 .
Questi signori caldeggiano il completamento della Valdastico Nord, per "la ripartenza dell'economia e del territorio"!
Questi signori, animati da una grande "responsabilità ambientale" e "tutela dello sviluppo economico" chiedono che l'autostrada Valdastico NORD venga realizzata. Questi signori fanno i conti senza l'oste, citando TRENTO (che non la vuole) come sbocco dell'arteria (e non LASTEBASSE o CASOTTO come in realtà sarebbe).
Questi signori rappresentano le stesse Associazioni che un anno fa gridavano a gran voce: BASTA SPRECARE TERRITORIO!
Dall'inchiesta emerge che il CIPE era un docile strumento in
mano ai politici, quando questi ultimi ordinavano, il CIPE elargiva soldi alle
imprese private (anche se, paradossalmente, i colleghi del ministero erano
contrari).
L'accusa dei magistrati è molto pesante: personaggi come
Milanese hanno portato a “l'asservimento dell'ufficio pubblico agli
interessi privati e per giunta criminali”.
Di una certa “malleabilità” del CIPE alle esigenze dei
politici ci eravamo già accorti nell'aprile dell'anno scorso.
Ma dobbiamo procedere con ordine.
Nel febbraio 2013 ci furono una serie di incontri presso
l'Ufficio Superiore dei Lavori Pubblici, sul tappeto l'autostrada Valdastico
Nord. Convocati tutti i comuni interessati dal tracciato. Per agevolare l'iter
Schneck (allora presidente della provincia e presidente di A4H che gestisce
l'autostrada) si fa firmare un mandato di rappresentanza dai comuni. Il
presidente della società che costruisce l'autostrada vuole rappresentare gli
interessi dei comuni attraversati, un bel corto circuito.
Alla riunione presso l'Ufficio Superiore LLPP Trento fa una
rivelazione che viene giudicata subito positiva: noi l'autostrada non la
vogliamo, ma se volete farla sul vostro territorio noi non ci opponiamo. (Bella
forza, se a Trento vogliono fare una strada quale altra provincia potrebbe
opporsi?).
Eppure una proposta così lapalissiana entra nella testa di
Schneck che è alle prese con una gestione fallimentare dell'iter di
approvazione dell'autostrada. Fino a febbraio 2013 ha impostato una
campagna a muso duro: ha denunciato la Provincia di Trento per … non aver
approvato il tracciato autostradale, ha minacciato fuochi e fiamme, denunce
contro il ministero, ecc. Eppure il tempo sta correndo e la scadenza è il 30
giugno 2013: entro quella data il progetto deve essere approvato altrimenti la
concessione decade.
Quella proposta della Provincia di Trento dà a Schneck un'idea
disperata: approviamo solo un primo stralcio poi facciamo “i napoletani”:
andiamo a Bruxelles a discutere se quella norma si può interpretare.
Il Consiglio Superiore dei LLPP però ferma l'entusiasmo:
se volete che approviamo un progettoparziale solo entro i confini provinciali dovete presentare un nuovo
progetto (“l'ipotesi presentata nell'adunanza del 28 febbraio u.s. … allo
stato non può essere considerata quale proposta alternativa” Verbale della
riunione del CS LLPP del 7 marzo 2013 a firma dell'ing. Renzi).
Uno sfacelo, il barlume intravisto si è subito spento. Però
la società autostrade sa una cosa che noi veniamo a sapere solo oggi: il CIPE
si può (diciamo così) influenzare.
Ed ecco che solo 11 giorni dopo il CIPE approva quello
che il Consiglio Superiore dei LLPP non può approvare: un progetto stralcio
per l'autostrada tutto in territorio veneto.
Lo chiama “primo lotto funzionale”. Funzionale a che visto
che Trento non vuole la conclusione dell'autostrada? A quale efficienza
trasportistica corrisponde il collegamento Lastebasse Piovene Rocchette? Non
facciamo i capziosi: un'autostrada larga 50 m fino a un paesino che fatica a
raggiungere le 300 anime a qualcosa servirà, per lo meno ad accontentare i
politici che sostengono una potente società privata (la società autostrade
Bs-Pd).
E' un'approvazione tecnicamente stupefacente: si approva
il progetto, ma non il tracciato. Come si possono approvare chilometri di
gallerie con tanto di studi geologici e allo stesso tempo dire che il tracciato
può essere spostato (dove quegli studi geologici non valgono niente)? Su che
base si può valutare l'efficienza dell'infrastruttura (di prioritario interesse
nazionale, ricordiamolo) sapendo che non verrà mai completata?
Eppure al CIPE esistono dei tecnici che comunque la legge,
oltre a interpretarla, la conoscono e infatti nel deliberato viene inserito il
seguente punto
“2.1 In tempo utile e comunque entro il 30 giugno 2013,
il Ministero delle infrastrutture e deitrasportidovra'trasmettereaquesto Comitato il progetto
definitivo dell'intera trattaValdasticoNord, al fine di
mantenerelascadenzadellaconcessioneal2026,in ottemperanza all'impegno
presoconlaCommissioneeuropea”
Chiaro? Chiarissimo si direbbe.
Arriva il 30 giugno e nessun progetto viene presentato (http://www.novaldasticonord.info/2013/07/30-giugno-2013-scade-la-concessione.html).
L'approvazione decade, ma la potente società A4H (che gestisce la Società
autostrade Bs-Pd) fa finta di non avvedersene e prosegue come niente: domanda aumenti
delle tariffe e al CIPE dicono si.
In maggio addirittura pubblica le mappe dei terreni da
espropriare (http://www.novaldasticonord.info/2014/05/vincoli-urbnistici.html).
E' un'operazione illegittima per due motivi:
·l'approvazione del progetto è decaduta il 30
giugno 2013
·buona parte del tracciato non è approvata
Oggi non siamo più all'asservimento del CIPE ai politici e,
per proprietà transitiva, alle potenti società private che questi politici
sostengono.
Oggi siamo ad un atto di forza: una società privata
espropria i terreni, nessun comune ha la forza economica di dichiarare
l'illegittimità di quell'atto (è eseguito sulla base di un'approvazione
decaduta), perché brucerebbe per avvocati le risorse che servono per gli asili
e la biblioteca.
E così la valle dell'Astico è sottomessa alle esigenze di
una società privata che è diventata troppo forte per potervisi opporre.
Eppure qualcuno potrebbe opporvisi in modo molto semplice.
Il Consiglio di Stato si è pronunciato in una serie di sentenze
affermando che il paesaggio è bene primario e assoluto. La sua tutela
dovrebbe essere prevalente su ogni altro interesse, pubblico e privato.
Il Consiglio di Stato si è pronunciato in tema di paesaggio:
il supremo Organo di giustizia amministrativa italiana ha ribadito
(Cons. Stato, Sez. IV, 29 aprile 2014, n. 2222) che il paesaggio – nel
nostro Ordinamento – è bene primario e assoluto. La tutela del paesaggio
è quindi prevalente su qualsiasi altro interesse giuridicamente
rilevante, sia di carattere pubblico che privato.
Dalla Rivista telematica di diritto ambientale Lexambiente, 16 giugno 2014
Consiglio di Stato, Sez. IV, n. 2222, del 29 aprile 2014
Beni Ambientali. Il paesaggio rappresenta un bene primario e assoluto prevalente rispetto a qualunque altro interesse.
Come è noto, sotto il profilo
costituzionale l’art. 9 Cost. introduce la tutela del “paesaggio” tra le
disposizioni fondamentali. Il concetto non va però limitato al
significato meramente estetico di “bellezza naturale” ma deve essere
considerato come bene “primario” ed “assoluto”, in quanto abbraccia
l’insieme “dei valori inerenti il territorio” concernenti l’ambiente,
l’eco-sistema ed i beni culturali che devono essere tutelati nel loro
complesso, e non solamente nei singoli elementi che la compongono. Il
paesaggio rappresenta un interesse prevalente rispetto a qualunque altro
interesse, pubblico o privato, e, quindi, deve essere anteposto alle
esigenze urbanistico-edilizie. Il piano paesaggistico costituisce una
valutazione ex ante della tipologia e dell’incidenza qualitativa degli
interventi ammissibili in funzione conservativa degli ambiti reputati
meritevoli di tutela per cui i relativi precetti devono essere orientati
nel senso di assicurare la tutela del paesaggio per assicurare la
conservazione di quei valori che fondano l’identità stessa della
nazione. (Segnalazione e massima a cura di F. Albanese)