La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

lunedì 28 maggio 2012

Report della serata a Lavarone, 16 maggio 2012

Impariamo scritto da Denise

Tecnici all’italiana: con il vice ministro Ciaccia e il ministro Passera, Banca Intesa all’assalto del territorio

Domenica 20 Maggio 2012 - politica, viabilita,
Abbiamo già descritto in numerose occasioni come l’autostrada Valdastico A31 sia difatti legata a doppio filo con la politica la più misera della Penisola e del Veneto soprattutto quando vi si sovrappongono negli interessi affaristici.Dopo l'iniziale era democristiana che l'ha tenuta a battesimo e che le è valsa il sopranome di PIRUBI (Piccoli, Rumor e Bisaglia allora i tre potentati della democrazia cristiana a cavallo fra Trentino e Veneto che avevano in mano le tre province di Trento, Vicenza e Rovigo) si è passato all'era della Lega con la Serenissima (Dal Lago presidente della provincia di Vicenza e allora lautamente remunerata membro del suo Cda) quando quest'ultima acquistò la concessione dalla A31 all'ANAS. Per più di dieci anni la Lega si è continuamente rinforzata nell'amministrazione della Serenissima fino a contare a cumulare le cariche di presidente della Serenissima e di presidente della Provincia di Vicenza nella stessa e unica persona di Schneck. Quell'intrico sempre più forte ed omogeneo fra politica e business delle infrastrutture e della mobilità ha avuto l'effetto deleterio che caratterizza questo perverso sodalizio nel resto della Penisola: il politico offre al business la gola del territorio in modo che ne faccia ciò che può tornare più utile e lucroso. Questa alleanza fra affari e politica costruisce una rete di commistioni fra amministratori territoriali di vari livelli (comuni, provincie, regioni ) e interessi finanziari di cui le mafie sono un sottospecie e che è più opportuno e teoricamente più utile chiamare "famiglia d'interessi". Non è più una famiglia di sangue come le mafie tradizionali, il legame non è carnale come nelle famiglie di cosa nostra, delle cosche o delle n'drine. Il legame nel caso specifico è di interessi finanziari fra un politico o un amministratore pubblico, un colletto bianco, e un investitore privato: proprio in ragione di questa zona grigia che si crea fra il pubblico e il privato si deve ritenere del tutto impraticabile e resa illegale tale possibilità di commistione, proprio in questi giorni in cui si parla di nuove norme contro la corruzione.
In questi ultimi mesi dopo il peso decisivo della Lega nell'amministrazione della Serenissima, sta invece diventando sempre più determinante il ruolo di Banca Intesa che è diventata uno dei maggiori azionisti dell'attuale Holding A4 (che raggruppa ciò che viene chiamata ancora Serenissima) . L'attuale governo Monti conta due dei maggiori ex-dipendenti di Banca Intesa nelle sue fila (che probabilmente finita l'esperienza Monti torneranno a sedere dietro alle loro scrivanie in banca) e questo in un ministero proprio chiave per gli investimenti di Banca Intesa quale quello della mobilità e delle infrastrutture. Si tratta del Ministro Passera e del suo Vice Ciaccia. A questo punto c'è qualcosa che suona piuttosto male quando l'ora Vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti viene a Vicenza per caldeggiare con l'autorità di un ministero alle spalle a capo di cui sta il suo superiore di Banca Intesa Corrado Passera il compimento a qualunque costo della Valdastico a nord fino per lo meno a metà strada cioè senza pestare i piedi della provincia autonoma di Trento che non la vuole. Dal 2002, inizialmente quale Responsabile della Direzione Relazioni Istituzionali e della Direzione Stato e Infrastrutture di Banca Intesa, Ciaccia ha proseguito la sua attività all'interno di Intesa Sanpaolo ricoprendo appunto le cariche di amministratore delegato e direttore generale di Banca Intesa Infrastrutture e Sviluppo e di presidente e amministratore delegato di Banca Opi.

Il braccio operativo di Banca Intesa nel settore trasporti ha quindi proprio due assi in mano per vincere la partita in qualunque materia del settore in cui investe, a maggiore ragioni per dare la spinta giusta ad infrastrutture sulle quali ha impegnato un particolare sforzo finanziario come ad esempio nel caso della Valdastico ed di conseguenza imporle anche a discapito del territorio sul quale incideranno. Quindi figuriamoci dove andranno a finire interessi del territorio che non collimano con gli interessi dell'investitore privato, mentre il politico dovrebbe essere almeno una figura che media e vaglia fra territorio ed interessi privato e che comunque deve approfondire ed illuminare maggiormente la parte del pubblico e del bene comune nei confronti del bene privato. Su questo non pare che Ciaccia (nonché Passera) sia una garanzia, anzi, è proprio l'uomo sbagliato e che tra l'altro da prova di poco pudore e di notevole carenza di rigore morale nel fare pesare la propria presenza per influire sulle decisioni relative ad alcune infrastrutture nel Vicentino. A uno come l'assessore regionale Chisso, perso la spalla Galan, non deve sembrare neanche vero trovare una tale sponda nel ministero delle infrastrutture per fare passare di tutto e di più, dalla Valdastico alla Valsugana, al ridondante e deleterio sistema tangenziali venete che praticamente è un inutile doppione del tratto autostradale fra Brescia-Padova con la privatizzazione di alcuni tangenziali esistenti ora gratuite e che passeranno a pagamento fra le quali proprio quella di Vicenza. Il rapporto fra l'investitore privato Banca Intesa (e di conseguenza con grande goduria e lauti benefici a treno per gli altri investitori presenti nella Holding A4) e il ministero non ha nulla da invidiare al famoso tandem dei fratelli Abbagnale.
Dietro a quell'appellativo di "tecnico" il governo Monti dimostra qui di nascondere nelle sue pieghe (che poi è un nascondere solo per chi non vuole vedere) le peggiori combinazioni alle quali erano avvezzi altri governi che hanno portato l'Italia sull'orlo del baratro e del suo sistematico scempio territoriale.
a cura di: Comitato t.t. O. e A.v.

venerdì 25 maggio 2012

Valdastico Nord ed espropri

Una delle principali "colpe" della Valdastico nord sarebbe quella di interessare un territorio vallivo che, per la propria morfologia, non è adatto ad ospitare un'autostrada senza provocare uno stravolgimento ambientale e sociale. Lungi da noi essere NIMBY(not in my back yard), ma è evidente che il sacrificio di territorio sarebbe enorme, dovendo sommare alla superficie occupata dall'infrastuttura anche le aree di cantiere. Leggete...... Autostrada Ed Espropri 1(1)

giovedì 24 maggio 2012

mercoledì 23 maggio 2012 – LETTERE – Pagina 70
CRISI & FUTURO
«Le grandi
opere
non faranno
ripartire
l´economia»
All´indomani della Prima Guerra Mondiale (quella che abbiamo vinto, tanto per intenderci) una grande quantità di disoccupati chiedeva pane. Fu così che si spese danaro pubblico per assumere parte di questi ex militari, si comperò carriole, picconi, badili, e si costruì il piazzale della Vittoria, quello che sta davanti alla basilica di Monte Berico. Quando quest´opera ebbe compimento (e lo si vede) e ci si ritrovò con soldi in meno e con gli stessi disoccupati. Allora?
Si chiederà qualcuno, cosa si sarebbe potuto e dovuto fare. Pensare!
Di quell´opera, ci si sarebbe dovuto chiedere, cos´è rimasto? Solo l´attrezzatura. La si doveva usare quindi per dare impiego agli operai (dissodare terreni per piantare patate, scavare monti per cercare uranio o testimonianze archeologiche, e chi più ne ha più ne metta). È l´autoreferenzialità di uno strumento.
Perché questo preambolo legato ad un ricordo? Si dice: “Per far ripartire l´economia bisogna dare il via alle grandi opere”.
Se le grandi opere sono come il famoso piazzale della Vittoria alla fine ci troveremo nelle stesse condizioni, e avendo speso enormi quantità di pubblico denaro senza positività di un domani, chè neanche quelle opere serviranno; non serviranno nuove autostrade (dove a guadagnare saranno solo i gestori) se non ci saranno merci da trasportare. E qui ritorna quella parolona, l´autoreferenzialità.
Ci sono un sacco di iniziative possibili, industriali, commerciali, turistiche e altre che, ove lo Stato faccia garante per gli investimenti, il privato (sotto varie connotazioni) possa intrapprendere attività economicamente valide con la possibilità, questo è fondamentale, di restituire i finanziamenti che serviranno ad altri, e così via.
Noi economicamente avremo creato una cosa da cui nascerà un´altra cosa e avanti così. Abbiamo così spiegato anche cosa significhi quella parola.
È difficile fare e raggiungere questo disegno? Sì e no. Basta saper pensare, ma prima, basta voler pensare. Signori, al governo e non al governo, politici, imprenditori, voi tutti: il “deus ex machina” è morto, se vogliamo credere è il momento di dimostrarlo.
Autoreferenzialità è una bellissima parola.
Umberto Riva

domenica 20 maggio 2012


Il Giornale di Vicenza:

Trento rinnova il no alla Valdastico Nord «Non è prevista»
AUTOSTRADA. Serenissima amplierà il Cda
Ma i tecnici del Ministero fanno visita ai punti caldi del tracciato
20/05/2012
«La Valdastico Nord non rientra nel programma delle infrastrutture trentine e non può essere realizzata». La Provincia autonoma di Trento, con il vicepresidente Alberto Pacher, torna a chiudere ufficialmente la porta al Veneto e ai vicentini sul prolungamento a Nord dell'autostrada A31. Pacher ha annunciato che sarà trasmesso ai ministeri dell'Ambiente, per i Beni culturali e delle Infrastrutture un documento approvato dalla Giunta provinciale di Trento contenente tutte le osservazioni al progetto preliminare relativo all'autostrada Valdastico Nord. «In ragione della mancanza dell'intesa tra il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e la Provincia autonoma di Trento», spiega Pacher, «l'opera non rientra nei programmi». In via preliminare si evidenzia che, «il documento è stato elaborato in seguito al progetto preliminare relativo alla Valdastico trasmesso a marzo alla Provincia di Trento dall'Autostrada Brescia-Padova». I TECNICI DEL MINISTERO. Se da un lato Trento dice «no», dall'altro la Serenissima continua a crederci e ad insistere. L'altro ieri i tecnici dell'Autostrada hanno atteso quelli del ministero per un sopralluogo nei punti salienti del tracciato che dovrebbe collegare Piovene Rocchette con Besenello. E il giorno precedente, dal convegno di Confindustria Vicenza era emersa, tra l'altro, un'altra ipotesi: che l'opera possa essere realizzata, almeno in prima battuta, solo nel tratto vicentino, per innestarsi magari nella nuova Valsugana. Solo un'ipotesi, che Attilio Schneck, presidente della Serenissima, definisce «uno scenario». SERENISSMA: CRESCE IL CDA. La prima preoccupazione dell'Autostrada, però, è di vedersi rinnovata la concessione che scade nel 2013. Condizione necessaria è l'approvazione da parte del Cipe del progetto preliminare della Valdastico Nord. Ecco perché il tavolo tecnico con Trento prosegue per un altro mese e a quel punto si capiranno le prospettive. Intanto Serenissima si appresta ad allargare il proprio consiglio di amministrazione da 9 a 11 membri. Servirà un'assemblea straordinaria per cambiare lo Statuto. L'obiettivo è offrire un posto ai nuovi soci, Astaldi e Autostrada Padova-Venezia, alla luce dei recenti movimenti nella compagine azionaria.
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sabato 19 maggio 2012

Le osservazioni della Provincia di Trento al Ministero in pdf

Osservazioni Valdastico-Deliberazione Giunta

Trentino Corriere Alpi, 20 maggio:

Valdastico, un «no» su carta bollata

La giunta invia a Roma un dossier ufficiale con cui vuole mettere la parola fine sull’annosa questione







di Robert Tosin TRENTO. Se non fosse bastato il no chiaro e tondo pronunciato in ogni occasione, formale o ufficiosa, ora la bocciatura dell'ipotesi Valdastico è stata vergata nero su bianco e spedita a Roma su carta bollata. Non c'è alcun margine per riaprire la questione né tanto meno per una decisione unilaterale della Serenissima o del governo: «Senza il nostro consenso non se ne fa nulla», ha rimarcato l'assessore Alberto Pacher, ricordando la chiarissima presa di posizione della Corte costituzionale sul tema.
Ma quello della giunta non è un no pregiudiziale. Il plico approvato ieri e spedito in capitale è un dettagliato dossier che chiarisce le motivazioni tecniche per cui il completamente autostradale dal vicentino verso la valle dell'Adige non ha motivo nemmeno di essere pensato. Anche perché in 50 anni il mondo è cambiato e se ai tempi di Piccoli, Rumor e Bisaglia quella strada poteva avere un senso e uno scopo, oggi secondo l'amministrazione trentina sarebbe solo un danno, ambientale e economico. La Serenissima spinge: per ottenere la conferma della concessione nella gestione autostradale è obbligata a realizzare quel tronco. E anche su questo aspetto la Provincia ha fatto notare la contraddittorietà delle imposizioni europee che vanno contro il mandato politico di puntare sulle ferrovie. Ma per il momento poco importa, visto che le carte in tavola sono queste. Così la Serenissima ha diligentemente fatto il suo studio progettuale e l'ha portato al tavolo del governo. Il quale, attraverso la Conferenza dei servizi, ha riaperto il confronto con il Trentino. Al primo incontro Pacher ha ribadito il no politico, al secondo ha inviato il dirigente De Col che ha affrontato la questione dal punto di vista tecnico.
Ora la giunta ha messo la propria firma sulla parola fine spiegando punto per punto perché la Valdastico non toccherà mai il suolo trentino. Prima di tutto, viene sottolineato nel dossier, c’è una questione macropolitica: l’Europa ha puntato tutto sul trasferimento delle merci dalla strada alla rotaia. L’80% dei futuri investimenti sarà fatto in questo settore e si procede alacremente per la realizzazione dei famosi corridoi europei, di cui quello del Brennero è tra quelli prioritari. Che senso avrebbe, dunque, buttare soldi in una strada a cui si dovranno togliere i “clienti”, e cioè le merci in transito? Meglio, aveva suggerito la giunta trentina, usare quei soldi per il tunnel del Brennero, sfruttando il centro nodale di Verona.
Chiara anche la risposta a chi vede la Pirubi come un canale di comunicazione con il Veneto. Alla luce delle nuove realizzazione viarie, ribatte la giunta, la porta di comunicazione resta la Valsugana, sulla quale va fatto un ampio discorso di potenziamento sia stradale che ferroviario. C’è poi tutta la questione ambientale. Il documento inviato a Roma fa le pulci allo studio della Serenissima, mettendo in luce le tante criticità, a partire dall’insidia alle falde acquifere (si ipotizza addirittura una forte influenza sul lago di Lavarone) fino ai problemi di inquinamento aereo e acustico. E infine c’è lo sbocco a Besenello con il relativo raccordo autostradale in piena campagna di pregio. La giunta conferma la volontà di confronto sul tema della viabilità con il veneto, ma esclude categoricamente che nel piano rientri la Valdastico.
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venerdì 18 maggio 2012


Il Giornale di Vicenza:

«Valdastico nord? Ne basta mezza»
INFRASTRUTTURE. Al convegno degli Industriali la Regione incalza il Governo sulle grandi opere. Per l'A31 spunta una nuova possibilità che piacerebbe a Serenissima. L'ipotesi: progettare tutta l'opera poi realizzare il tratto vicentino. Schneck: «È uno scenario» Tav, Confindustria: «Imprese pronte a investire»
18/05/2012

Zoom Foto

Vicenza. La Valdastico Nord? Intanto si potrebbe iniziare con “mezza”: progettarla tutta, ma poi realizzare il tratto vicentino. Per ora è un'ipotesi. O qualcosa di più . Una sorta di piano B che starebbe viaggiando sottotraccia al tavolo tecnico-politico tra Regione Veneto e Provincia di Trento. Il piano A (sul tavolo da 40 anni) ovviamente non tramonta: il Veneto insiste perché si possa arrivare al progetto preliminare per l'intero collegamento tra Piovene e Besenello. Così l'Autostrada Brescia-Padova otterrebbe il rinnovo della concessione in scadenza nel 2013. Ma quando poi si dovrà passare dalla carta all'asfalto, si potrebbe partire da un cantiere vicentino. E per il tratto trentino si aprirebbero anche ipotesi alternative: anziché un nulla di fatto, magari un collegamento con la nuova Valsugana.
Sono ipotesi che nessuno sbandiera, ma che sono emerse ieri tra le pieghe delle dichiarazioni a margine del convegno organizzato dalla Sezione costruttori edili di Confindustria Vicenza e ospitato a palazzo Bonin Longare. Al convegno sul tema “Piano città, piccole opere e grandi infrastrutture”, hanno preso parte il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Mario Ciaccia e la Regione, con gli assessori alla Mobilità, Renato Chisso, e al Territorio, Marino Zorzato, oltre che il presidente dell'Ance Paolo Buzzetti. A fare gli onori di casa Giuseppe Zigliotto, presidente di Confindustria Vicenza, e il leader degli edili Gaetano Marangoni. Da loro e dalla Regione sono partite molte sollecitazioni al Governo sulle grandi opere: la linea ferroviaria ad alta velocità-alta capacità Treviglio-Padova e la Valdastico Nord.
A31, SPINTE E SCENARI. «È fondamentale sbloccare risorse per aprire i cantieri - sottolinea Marangoni - Da un lato si dà fiato all'economia, dall'altro si tiene questa Regione al passo con i suoi standard» di locomotiva del Paese. In quest'ottica, il presidente Zigliotto ribadisce l'importanza di «togliere il tappo a Nord» dell'A31. Per il viceministro è «un'opera che rientra nei corridoi europei» perciò sta spingendo «perché si proceda con il confronto tra le parti senza che si scateni la guerra civile». E Chisso ribadisce: «Non è alternativa alla Valsugana».
Ed ecco che Valdastico Nord e nuova Valsugana potrebbero intrecciare i loro destini. Al tavolo Veneto-Trento sull'A31 si stanno limando gli spigoli. I trentini hanno ribadito la contrarietà all'opera ma, il 25 aprile scorso, il vice-presidente Pacher svelava: «Abbiamo proposto di proseguire l'iter per non nuocere all'Autostrada. Ma anche prospettato di presentarci in Europa e fermare l'opera e dare priorità ad altro...». Quindi è probabile che le parti collaborino per stendere il preliminare, affinché questo ottenga l'ok dal Cipe entro giugno 2013. Così l'Autostrada rispetterebbe la condizione per vedersi rinnovata la concessione fino al 2026. E un problema sarebbe risolto. Dopodiché l'opera potrebbe procedere a stralci. «È uno scenario possibile», afferma Attilio Schneck, presidente della Provincia e di Serenissima. «La Valdastico Nord potrebbe essere realizzata inizialmente fino a Lastebasse, nel Vicentino», ammette. E a Trento? Lì gli scenari potrebbero mutare e il tracciato svoltare a Est, intersecare la nuova Valsugana, se si farà, e, da quella, raggiungere l'A22. «Un altro scenario», ribadisce Schneck. L'assessore veneto Chisso non smentisce.
IL NODO TAV. L'altra grande partita, se non la principale, è quella della Tav. Più che sull'alta velocità, l'accento è sull'alta capacità, per una rapida e meno costosa circolazione delle merci. Confindustria, con Zigliotto, annuncia che sarà svelato a giorni lo studio di fattibilità per il nodo di Vicenza (si veda articolo a lato). Nel contempo spiega che «le imprese venete sono pronte a fare la loro parte in project financing per cofinanziare l'opera». Chisso, ricordando che il Veneto si è spesso arrangiato senza batter cassa a Roma, incalza il viceministro ponendo, stavolta sì, la questione dei finanziamenti. Ma Ciaccia dà risposte solo parziali: «La Tav in quest'area è una priorità del governo in quanto rientra in una logica di sistema ed è uno dei corridoi intermodali europei». Buono a sapersi. Ma i soldi? Non è chiaro chi e quanto debba aprire i cordoni della borsa. «Il promotore dovrà andare al Cipe con un piano finanziario sostenibile - afferma Ciaccia - credo che con i volumi di traffico che si affacciano ciò sia possibile. Poi l'opera andrà in gara. E con le regole da noi introdotte, i tempi saranno brevi». I nodi sono ben chiari, le risposte un po' meno. C'è una speranza: Ciaccia ha annunciato che il Governo ha sbloccato «25 miliardi per le opere in Italia». Nei prossimi giorni spiegherà quali.
Marco Scorzato
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domenica 13 maggio 2012

  Thieneonline Valdastico nord. Sindaci e industriali vogliono collaborare

Valdastico nord. Sindaci e industriali vogliono collaborare

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casello_valle_astico
Sindaci e industriali sulla stessa lunghezza d'onda a proposito della Valdastico Nord. Importante incontro  ieri,nella sede del municipio di Velo d’Astico, dove industriali e primi cittadini interessati territorialmente all'imponente opera pubblica, si sono dati appuntamento per mettere a confronto le idee.
I sindaci della vallata dell’Astico, i cui comuni sono attraversati dal tracciato della progettazione preliminare dell'autostrada, hanno incontrato i presidenti dei mandamenti dell’Associazione Industriali dell’Alto Vicentino, di Thiene, Renato Munaretto e di Valdagno, Giuseppe Fortuna, a nome anche della presidente del mandamento di Schio, Laura Dalla Vecchia. Presenti i sindaci di Cogollo del Cengio, Riccardo Calgaro, Velo d’Astico, Giordano Rossi, Valdastico, Alberto Toldo, e Pedemonte, Roberto Carotta.

Al centro dell’incontro, lo spinoso tracciato della Valdastico Nord, che attraversa ben sette comuni vicentini. Opportunità per il sistema economico o imponente impatto ambientale? Già alcune settimane fa, i sindaci all’unisono in un documento, avevano  fatto presenti alcuni 'nodi', sui quali chiedevano attenzione.
toldo“Fa specie a noi tutti la visibilità che hanno sulla stampa le ragioni di impatto ambientale della provincia autonoma di Trento e dei comuni trentini interessati dall'autostrada  – ha spiegato Alberto Toldo  - l’impatto ambientale c’è in ogni caso, molto più grande nella vallata dell’Astico. Va affrontato  nell’ambito delle poche prerogative dei comuni nel contesto del procedimento della legge con estrema responsabilità'.

L’incontro di ieri mattina, a Velo d'Astico ha portato alla luce le criticità del percorso: dalle quote di progetto nella campagna di Cogollo, all’area occupata dal casello di Velo d’Astico, (nella foto), all’attraversamento di Schiri nell’area Siderforge, ai nodi di Pedescala e Settecà, fino all’impatto in Scalzeri di Pedemonte. I presidenti dei mandamenti delle associazioni Industriali hanno ribadito la grande opportunità che con la Valdastico Nord si avrà  per la competitività del sistema industriale vicentino, in particolare dell’area industriale di Velo d’Astico.  Competitività che può crescere con l’attuazione di tutto il percorso fino a Trento. Gli Industriali si sono mostrati attenti anche nel mantenere le migliori condizioni di sviluppo per l’area di Velo d’Astico, a partire dalla ditta Siderforge attraversata dal tracciato rispetto al suo piano di sviluppo dello stabilimento. 'Non possiamo non considerare, in un momento molto difficile per la nostra economia, le esigenze di un' area che mantiene più di mille posti di lavoro a beneficio dei cittadini di tutta la vallata – ha continuato Toldo - in questa nostra preoccupazione, abbiamo trovato la complicità degli industriali, che hanno dimostrato sensibilità sull'argomento'.
L’incontro ha stabilito un patto tra associazioni e sindaci per definire insieme le necessarie variazioni di tracciato nei nodi negativi del tracciato evidenziati dai sindaci. I primi cittadini ora, procederanno a stendere le osservazioni, accompagnandole da proposte cartografiche di modifica essenziali per la condivisione degli enti locali. L’obiettivo è di essere uniti. I sindaci invieranno le loro osservazioni anche alle associazioni Industriali che si sono impegnate a condividerle e a sostenerle.
“E’ fondamentale – ha concluso Toldo - il lavoro di squadra tra i comuni, ed il pieno confronto con tutti gli attori da parte nostra. Dalle associazioni di categoria ai comitati spontanei sorti di recente. I Comuni sono concentrati, in seno alla Conferenza dei Servizi, sull' impatto ambientale, e sono intenzionati a tenere vivo un tavolo di confronto'.
di Redazione Thiene on line

mercoledì 9 maggio 2012

martedì 08 maggio 2012 – LETTERE – Pagina 70
VALDASTICO NORD
«Presidente Schneck,  mi indichi 10 ragioni per costruirla»
Il presidente Attilio Schneck sul Giornale del 27 aprile ha dichiarato : “Dalla Valdastico Nord dipendono moltissime attività della vallata dell´Astico e non solo. È una delle poche occasioni di crescita che, in tempi di crisi, si possono dare a territori come quello di Velo, Piovene, Lastebasse e Pedemonte, tanto per citare». Io, abitante della valle, cittadino di Valdastico le chiedo non molte, diciamo una decina di motivazioni positive, reali, efficaci tali da farmi cambiare idea sull´inutilità della Valdastico Nord, sullo sviluppo che porterebbe a Valdastico, Pedemonte e Lastebasse. Uno sviluppo duraturo nel tempo, oltre l´attività di cantiere e costruzione autostradale. Dieci motivi per cui crederle: me li dica per cortesia, perché io oltre alla probabile devastazione idrogeologica ed ambientale del territorio cui andremmo incontro non ne vedo. Questo vale per la piana di Seghe di Velo, anche! E poi, un´annotazione petrolifera: le risorse di greggio, in molti giacimenti, si stanno progressivamente esaurendo sul primo livello di estrazione naturale, e si inizia già a dovere provvedere con interventi aggiuntivi di costi per l´estrazione ulteriore di greggio pesante da raffinare in modo diverso. Sarà sempre più attuale negli anni a venire. E allora? Costruiamo ancora autostrade inutili o pensiamo e progettiamo alternative diverse?
Claudio Toldo
Valdastico

da urlainsfogo.blogspot.it:

25.4.12

La strana ossessione del presidente Schneck


Il presidente della provincia di Vicenza Attilio Schneck, leghista duro e puro, ha da 5 anni una sola ossessione: la fantomatica Valdastico Nord per arrivare velocemente a Trento.
E’ dal suo insediamento in provincia nel 2007 che ha il chiodo fisso di unire Trento al capoluogo veneto, per "favorire il turismo e il commercio".
Da allora Schneck insiste a Venezia, a Trento e a Roma. Peccato che ai trentini l’opera non interessi. Il Presidente della Provincia Autonoma Dellai è da sempre contrario.

La provincia autonoma di Trento si è opposta all'intera opera sostenendo che porterebbe all'aggravamento dei problemi di traffico dell'autostrada A22 e della viabilità esterna senza risolvere i problemi della SS47 della Valsugana. Ulteriore motivo che la provincia di Trento adduce al suo no è la politica seguita dall'Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino per il trasferimento delle merci su rotaia, che si fonda sul lavoro dell'interporto di Verona, che verrebbe bypassato dal traffico pesante diretto a nord proveniente dalle aree di Padova-Ferrara e Venezia-Udine.” (Wikipedia)

Il presidente Schneck, in preda alla sua strana ossessione, fa finta di niente e nel 2010 annuncia di aver dato corso ad un bando europeo per la progettazione del tronco nord dell'autostrada da Piovene Rocchette all'Autobrennero.
La Provincia di Trento fa ricorso in Corte Costituzionale ed emerge il colossale conflitto di interessi nell’intera faccenda, con un contenzioso tra Anas spa, proprietaria dell’A22 Autobrennero, e l’Autostrada Brescia-Padova spa, proprietaria dell’A31 Valdastico.
Chi è Presidente della Brescia-Padova? Attilio Schneck, Presidente della Provincia di Vicenza.

Infatti, Manuela dal Lago, attuale triumvira padana, subentrata ai vertici della Lega Nord insieme al neo-tesoriere Stefano Stefani, con la sua nomina a parlamentare nel 2008 non ha ceduto a Schneck solo la presidenza della provincia, ma pure quella della società autostradale. “Paroni a casa nostra” nell’accezione più letterale. In casa Lega è usanza la staffetta pigliatutto.
Ecco così spiegata l’ossessione: il problema è la doppia personalità del Presidente della Provincia Schneck, per il quale è impossibile tenere a bada la vocina interiore del Presidente dell’Autostrada.

Il 21 febbraio 2011 arriva la sentenza della Corte Costituzionale, che pare mettere fine alla questione ribadendo che “qualsiasi opera, atto o progetto dell'arteria non possa essere realizzato senza la preventiva intesa con la Provincia Autonoma di Trento […] in rispetto dovuto allo Statuto Regionale del Trentino Alto-Adige”. Trento è inamovibile, quindi l’opera non si fa.

Il bi-presidente padano se la mette via e si dedica agli altri due mega-progetti che sta gestendo nel suo doppio ruolo: la Valdastico Sud e la Pedemontana. Non basterebbe già questo?
Non è sufficiente per il presunto sviluppo del territorio? Bisogna scavalcare altre istituzioni perdendo poi tempo e soldi pubblici in corsi e ricorsi per risolvere i contenziosi su opere di dubbia utilità? Nessun pudore, nemmeno in tempi di vacche magre, con pesanti manovre per contenere il debito pubblico che progetti faraonici come questo (2 miliardi di €) contribuiscono a produrre?

Nemmeno per sogno! «La Valdastico Nord va fatta», titola il Giornale di Vicenza del 20 aprile, riportando le parole di Schneck, perché l’opera è “portatrice di sviluppo economico per il territorio vicentino”, certo, e non perché il 31 dicembre 2013 scade la concessione alla sua società e la condizione per il rinnovo è proprio questo nuovo buco per camion in un monte.

In blu le autostrade in costruzione, in viola quelle in progetto.
Nel frattempo si sta pure lavorando alla nuova Valsugana (a pedaggio), per collegare Trento stavolta non a Thiene, ma a Bassano, perché, con la Pedemontana che collegherà i castelli di Montecchio con l’aereoporto di Treviso ci sarà "sempre più gente che da Vicenza arriverà a Trento e quindi la nuova Valsugana s'inserisce in questo contesto di traffico destinato ad aumentare".
Dunque, ricapitolando, nella provincia di Vicenza stiamo costruendo tre nuove autostrade: Valdastico Sud, Pedemontana e Valsugana. Non c’è nessun indicatore di aumento dei volumi di traffico, ognuna di queste opere gonfierà il nostro debito pubblico per venti o trenta anni. Trento, che investe in ferrovie, non vuole un’altra colata d’asfalto e la Corte Costituzionale dice che è una decisione legittima e da rispettare.

Eppure, per i leghisti è ormai una faccenda personale. Il Governatore Luca Zaia, per dare una mano, ha inserito l’opera nella Legge Obbiettivo, ovvero l’ha indicata come infrastruttura prioritaria per lo sviluppo dell’Italia. A questo punto tutto è nelle mani del Cipe (comitato interministeriale per la programmazione economica), che ha tempo fino all’estate per decidere.

Schneck incrocia le dita. Il Presidente di una Provincia a fine legislatura ma senza elezioni, cancellate perché l’ente è prossimo all’abolizione, non ha altre priorità.
I cittadini non votano per il consiglio provinciale, Schneck resta Presidente in carica.
Vicenza, già tristemente nota come sede del “Parlamento Padano” sta per diventare protettorato leghista a tempo indeterminato?

Nell’empasse istituzionale in cui ci troviamo, Zaia e Schneck farebbero bene a pensare a proposte e soluzioni su come sciogliere l’ente e magari come ripartire le competenze tra gli altri livelli.
Quanto tempo resterà ancora in carica l’attuale Consiglio provinciale? Un anno? Forse due? Se così fosse, qualcuno ha teso una mano dal cielo al Presidente Schneck: dallo scadere del mandato al termine ultimo per la presentazione del progetto, al burbero valvassore di Milano ladrona restano ancora 20 mesi di tempo per averla vinta e salvare la concessione della sua società di autostrade.

A conti fatti, l’unico che ha assoluta necessità di arrivare velocemente a Trento è lui.
Un’ossessione.


(fonti: Wikipedia, Giornale di Vicenza, TrentoToday, Consulta Online)

lunedì 7 maggio 2012



-Viadotto Settecà visto da Forni:
 - Viadotto Settecà visto da Forme Cerati e da Settecà:


 -Viadotto Val d'Assa visto da Pedescala:
 -Viadotto Ponte Posta visto da Scalzeri:
 -Viadotto Ciechi:

Un ringraziamento a Claudio Toldo per la realizzazione di questi rendering.
lettere a Il Giornale di Vicenza:

«Valdastico Nord? Meglio costruire una ferrovia»

Ho letto recentemente la notizia di un incontro tra governo, politici veneti e trentini, sul tema del prolungamento dell'autostrada Valdastico Nord.
05/05/2012
 
Ho letto recentemente la notizia di un incontro tra governo, politici veneti e trentini, sul tema del prolungamento dell'autostrada Valdastico Nord.
L'autostrada Valdastico dovrebbe essere una via per i traffici non solo con il Trentino ma anche con l'Austria e la Germania. Queste due nazioni hanno firmato, insieme all'Italia una “Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi” che prevede la rinuncia alla costruzione di nuove strade transalpine. L'accordo è finalizzato alla riduzione del volume e dei pericoli connessi con il trasporto stradale intralpino e transalpino; questa sarà possibile trasferendo su rotaia un maggior volume di traffico, in particolare il traffico merci, mediante la creazione di strutture adeguate.
L'Unione Europea ha affrontato il problema dell'inquinamento e deciso una riduzione delle emissioni delle sostanze inquinanti, con pesanti sanzioni economiche per gli stati membri che non l'attueranno. Per i trasporti la stessa Ue ha previsto un incremento del traffico merci su rotaia, considerando superata una visione del sistema infrastrutturale ancora prevalentemente basata sul trasporto stradale. Il progetto di realizzare il traforo ferroviario del Brennero, con la partecipazione economica della società dell'Autobrennero, è in effetti una scelta coerente con le direttive della Convenzione e con la politica ambientale e dei trasporti europea.
L'autostrada Valdastico, al contrario, comporterebbe un incremento del traffico su gomma e dell'inquinamento, che interesserebbero non solo il Vicentino ma anche i territori attraversari dall'autostrada del Brennero. L'Autobrennero ha inoltre deciso di non potenziare il tratto montano dell'autostrada, già molto trafficata, privilegiando come detto, il finanziamento del tunnel ferroviario.
L'autostrada Valdastico prevederebbe, inoltre, un traforo verso la Valle dell'Adige di circa 15 km: tunnel non privo di pericolosità, alla luce dell'esperienza degli incidenti nelle gallerie del Monte Bianco e del San Gottardo.
Pertanto la realizzazione di una ferrovia nella Valdastico appare a mio parere una scelta ben più ragionevole: minor impatto ambientale, minor inquinamento, trasferimento su rotaia del traffico merci. Una scelta rispettosa delle direttive Europee, al passo con i tempi e che considera beni prioritari la salute dei cittadini e la salvaguardia del territorio.
La prima parte di questa ferrovia, da Vicenza fino a Marano Vicentino, consisterebbe nel potenziamento da molti auspicato (elettrificazione e raddoppio) della Vicenza Schio; vicino a Thiene potrebbe sorgere un centro intermodale. Dalla Valdastico la ferrovia con un tunnel potrebbe raggiungere Besenello oppure la zona di Caldonazzo, da dove, con una nuova galleria, arriverebbe a Trento insieme alla ferrovia della Valsugana. La nuova ferrovia della Valdastico sarebbe di km 40 e nascerebbe con tutte le caratteristiche di una linea moderna, al servizio dell'economia del Veneto e del porto di Venezia, di cui esiste un progetto di potenziamento.
Francesco Sparzani

domenica 6 maggio 2012

domenica 06 maggio 2012 – PROVINCIA – Pagina 31
ARSIERO
Valdastico Nord: Niente dibattito al palasport
Contrariamente a quanto abbiamo scritto ieri, dovendo chiudere il pezzo in tarda serata per esigenze tipografiche, non c´è stato alcun dibattito al termine della presentazione della Valdastico Nord al palasport arsierese. Dopo il lungo intervento dei tecnici e del presidente della Provincia Attilio Schneck, non c´è stato il possibile confronto fra i relatori e la numerosa platea.
Intanto il comitato “No Valdastico Nord” non molla la presa: «L´altra sera la relazione è stata un po´ soporifera e non c´è stato contradditorio - sostengono quelli del comitato. - Soprattutto non sono chiari i tempi di realizzo dell´opera. Se ci fosse anche da subito un via libera da Trento, sempre di 2 miliardi di euro si tratterebbe e, con un utile della serenissima di circa 50milioni annui, si fa presto a vedere che i tempi di autofinanziamento sarebbero biblici: 40-50 anni. Ed al momento si parla di un rinnovo di 13 anni..Le banche in questa situazione di crisi non prestano soldi se non sono praticamente certe di un rientro...»
Per quelli del comitato i tempi sarebbero dunque assai più lunghi. M.SAR.

sabato 5 maggio 2012

L'articolo che riporto in seguito è apparso oggi ne Il Giornale di Vicenza, ed è un concentrato di falsità che deve indignarci tutti. Probabilmente il/la giornalista che scrive non era neppure presente all'evento. Perchè? Perché la serata di ieri è stata una pura esposizione del progetto, senza dedicare nemmeno un minuto alle domande o osservazioni dei cittadini presenti. Scrivono "dibattito fino a notte". non e' vero!!!!!!!!non c'e' stato nessun dibattito, i relatori finita l'esposizione sono fuggiti a tempo record. il commento dei comitati se lo sono inventati, la nostra opinione e' che dovessero per forza passare per questa tappa obbligata, con l'intento malriuscito di narcotizzare la popolazione inerme di fronte alla volonta' di distruggere il nostro territorio. l'introduzione di Attilio Schneck, personaggio forse politicamente valido ma umanamente disgustoso , è stato a dir poco imbarazzante: e' esordito dicendo che rifiutare un' autostrada significa negare il futuro ai nostri figli. affermazioni di questo tipo, nel Veneto del 2012, mostrano quanto le argomentazioni di Serenissima spa e Provincia di Vicenza siano scarse o inesistenti. La Valdastico Nord è e rimane l'obiettivo di serenissima solo per ottenere il rinnovo della concessione per la autostrada a4; i vantaggi che porterebbe al territorio sarebbero minimi. Image and video hosting by TinyPic

martedì 1 maggio 2012

Valdastico Nord: alla conferenza dei servizi sei comuni veneti dicono di no. Sei comuni veneti si oppongono all’attuale tracciato: sussistono criticità ambientali. Il no dei comuni veneti. Alla conferenza dei servizi svoltasi nei gironi scorsi a Roma i sindaci di Arsiero, di Cogollo del Cengio, di Valdastico, di Velo d’Astico, di Lastebasse e di Pedemonte hanno sottoscitto un documento comune in cui, pur comprendendo l’importanza dell’infrastruttura viaria, che può rappresentare un’opportunità e una risorsa per la realtà produttiva dell’Alto vicentino, evidenziano forti criticità ambientali, paesaggistiche e progettuali del progetto preliminare, che impatta anche con le realtà residenziali e produttive della zona. L’attuale tracciato non pone le condizioni per un’approvazione del progetto; ne serve uno di nuovo che tenga conto delle esigenze delle singole realtà locali. Il no della Provincia di Trento. Intanto la Provincia trentina ha ribadito la propria contrarietà all’opera, presentando un dossier in cui sono illustrate le motivazioni contro la costruzione dell’opera. Secondo la Provincia il nuovo tratto di autostrada non rientra nel programma delle infrastrutture strategiche che vanno nella direzione di limitare il più possibile le autostrade privilegiando le ferrovie. È l’Europa stessa ad investire sulle infrastrutture su rotaia e per questa modalità sono già stati fatti consistenti investimenti sia da parte della Provincia che a livello nazionale. Realizzare la Valdastico, dunque, sarebbe un palese controsenso politico ed economico. Inoltre la Provincia ha già varato un piano urbanistico, approvato pure dal Ministero, per quanto riguarda i collegamenti viari con il Veneto. Infine, per quanto riguarda il progetto di realizzazione dell’opera, la Provincia di Trento riscontra studi poco approfonditi sulle problematiche legate all’inquinamento acustico a quello dell’aria; forti preoccupazione per le falde acquifere ed il deturpamento del paesaggio. Non convincono, inoltre le proiezioni sull’incremento del traffico, che non terrebbero conto delle ricadute sull’A22. articolo tratto da: http://www.lanservizi.com/2012/04/valdastico-nord-alla-conferenza-dei-servizi-sei-comuni-veneti-dicono-di-no/