La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

giovedì 31 ottobre 2013

Pubblichiamo questo studio di Emanuele Curzel che abita a Pergine (TN) in piena Valsugana. 
Nel suo intervento a Trento, titolato significativamente "A31 e Valsugana - come si costruisce un'opinione pubblica", Curzel mette in rilievo come, basandosi su dati errati o volutamente gonfiati, gli amministratori della Valsugana hanno convinto gli abitanti che la "vera" soluzione ai loro problemi sarebbe stata la costruzione dell'autostrada Valdastico nord come se una strada statale e un'autostrada a pagamento avessero lo stesso tipo di utenti. 
Sono così nati titoli di giornale urlati pieni di promesse messianiche come "La Valdastico (intesa come autostrada ndr), un beneficio irrinunciabile" "Solo la Pirubi salverà la Valsugana" in un crescendo sempre più roboante "Valdastico, o muore la Valsugana" "... unica soluzione per liberare la Valsugana".
Fino all'ammissione finale del 2011 "La Valdastico non toglierebbe un camion alla Valsugana".
Come è stato possibile costruire una tale campagna di stampa e orientare l'opinione pubblica con dati errati?

E' interessante leggere la sintesi dell'intervento di Curzi e soprattutto le sue diapositive.













Superati i 37.000 contatti sul blog del Comitato contro la Valdastico Nord.

Superati i 37.000 contatti sul blog del Comitato contro la Valdastico Nord. A marzo i contatti erano 17.000. 20.000 accessi al sito in 7 mesi: si tratta evidentemente di una massa di persone che cerca informazione su uno dei temi più importanti e più ignorati dalle amministrazioni. D'altronde sul blog si può trovare informazione, articoli di giornale (pro e contro), filmati, commenti. Insomma diventa un contenitore di notizie sull'autostrada più completo di qualunque agenzia di notizie. Nel 2011 sono stati pubblicati 12 articoli. Nel 2012 gli articoli furono 92. Nel 2013 gli articoli pubblicati sono 160 in circa 300 giorni con una media di un articolo ogni due giorni.

venerdì 25 ottobre 2013

"Autostrada Valdastico-PiRuBi: quanto costa, a chi serve?"

"Autostrada Valdastico-PiRuBi: quanto costa, a chi serve?"

Interventi al convegno "Autostrada Valdastico-PiRuBi: quanto costa, a chi serve?" svoltosi a Trento il 12 ottobre 2013.


Renzo Priante




Roberto Antolini









Roberta Rosi








Luigi Frassinella








Emanuele Curzel







giovedì 24 ottobre 2013

Commento all'articolo del Giornale di Vicenza del 20/10/13

Sul Giornale di Vicenza è stata pubblicata un'intervista all'amministratore delegato di A4 Holding e di Autostrada Brescia Padova spa (http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Cronaca/578343_a4_cura_dimagrante_per_la_serenissima/) .
Il sig. Burchi è stato appena messa a capo di una società che finalmente vede rappresentati i soci di maggioranza (ovvero Banche, Imprese di costruzione, Imprese finanziarie, ecc.) in luogo delle società pubbliche che la gestivano prima e scopre che una società che incassa “ quasi un milione di euro al giorno” non riesce a pagare le imprese che lavorano alla costruzione del tratto Vicenza Rovigo (http://www.diocesipadova.it/pls/s2ewdiocesipadova/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=7448). Ha scoperto investimenti azzardati (come “il caso Infracom con un debito enorme”, “grossi investimenti … nel settore immobiliare ”) che producono solo debiti.
Insomma, un gruppo di società private ha comprato le azioni di una società che prima era in mano ad enti pubblici e in soli 3 anni è riuscita a metterne in crisi la solidità economica nonostante le entrate stratosferiche.
Per fortuna il sig. Burchi scopre un asso nella manica: la costruzione della Valdastico Nord permette di mantenere la concessione e quindi di emungere “ quasi un milione di euro al giorno” ancora per 13 anni. Il sig. Burchi è sicuramente un manager bravissimo tanto da essere ritenuto “uno specialista dei trasporti”, però sembra ignorare alcune cose.
• La concessione autostradale è scaduta nel giugno di quest'anno perché la sua società non è stata capace di presentare un progetto decente fino a Trento.

• L'approvazione del tratto Piovene-Valle dell'Astico da parte del CIPE (18 marzo2013) è decaduta anch'essa perché occorreva presentare il progetto completo sempre entro il 30/6/2013 e oggi non c'è nessun progetto approvato, neppure uno stralcio. Uno stato efficiente avrebbe già iniziato le procedure per una gara d'appalto europea.

• La Valdastico Nord non è inserita nella rete europea dei trasporti TEN-T né come opera prioritaria (“core”) né come opera accessoria (“comprehensive”)

• L'Europa spinge per per il trasporto su ferrovia per il traffico merci con lunghezza superiore ai 300 km e chiede di trasportare su ferrovia le merci che vanno a nord e attraverso le Alpi.

• La Valdastico Nord con i suoi 60 km di gallerie avrà costi di gestione così elevati che, con le spese dissennate a cui sono abituati i soci della società concessionaria, non rimarranno molti soldi per qualche altro investimento (speculativo o meno)

• Quando era solo in mano pubblica la Società Autostrade Brescia Padova produceva utili per tutti, ora che sono intervenuti privati è stato necessario incaricare “uno studio a una società specializzata per fare una analisi dettagliata di tutti i settori del gruppo” perché i conti non tornano più.
• Se nell'opinione pubblica passa l'idea che il bene pubblico può essere gestito meglio di come viene gestito da A4 Holding/Società autostrade e può dare utili invece che ripagare i debiti dei privati, alle prossime elezioni i cittadini potrebbero eleggere amministratori che saranno meno gentili con i concessionari autostradali poco efficienti.
Qui sotto, l'articolo del G.d.V.:

A4, cura “dimagrante” per la Serenissima

L'INTERVISTA. L'amministratore delegato di Brescia-Padova e della Holding fa un bilancio dei primi sei mesi dal suo incarico che inaugura il controllo del capitale privato
Burchi analizza il futuro che attende l'Autostrada «Sono abbastanza ottimista sulla Valdastico Nord Per l'Europa è strategica: Trento si deve adeguare»

20/10/2013
Zoom Foto
Giulio Burchi è amministratore delegato di A4 Holding e di Autostrada Brescia Padova spa da ormai sei mesi, da quando l'assemblea dei soci del gruppo autostradale a fine aprile scorso ha definito la nuova governance dell'ex Serenissima, che vede il capitale privato (in particolare Intesa Sanpaolo e Astaldi) per la prima volta nella storia del gruppo autostradale superare quello pubblico, rappresentato dagli enti del territorio. Il modenese Burchi, di Pavullo nel Frignano, è ritenuto «uno specialista dei trasporti», Banca Intesa Sanpaolo lo aveva già nominato nei Cda di Autostrade Lombarde Spa e di Brebemi, l'autostrada in costruzione fra Bergamo e Milano, ed è da 12 anni presidente della A15 Parma/Spezia che recentemente ha varato il primo lotto il Progetto Tibre collegamento Tirreno Brennero. Come è andato questo primo semestre? Abbiamo conseguito un primo grosso risultato, avere dalla Comunità europea altri 24 mesi per preparare tutta la documentazione necessaria alla Valdastico Nord, il termine doveva essere giugno 2013, questo ci tranquillizza ma non ci dispensa dal fare molte cose sul fronte della riorganizzazione del gruppo: fortunatamente negli ultimi mesi è ripreso anche il traffico. Ma senza la Valdastico Nord la concessione non verrà prorogata? Sì la concessione è condizionata alla Valdastico, ma io sono ottimista: sappiamo che la vicenda dipende dalle scelte dell'amministrazione provinciale di Trento, ci saranno le elezioni e abbiamo buoni motivi per ritenere che si vada verso una soluzione positiva. Perché? Abbiamo ricevuto l'indicazione del ministero di proseguire su questa strada, c'è l'approvazione di un progetto preliminare, e la posizione della Comunità europea è positiva: ha definito questa infrastruttura un Ten (Trans European Network) a livello di infrastrutture europee, infine c'è una società, la nostra, disposta a realizzarla. Alla fine Trento dovrà prenderne atto. La fusione tra l'autostrada A22 e la A4 va in questa direzione? A oggi non c'è uno strumento legislativo che possa permettere una operazione del genere. È comunque nelle cose pensate: con la Valdastico avremo la concessione fino al 2026, la A22 ha la scadenza ad horas e quindi alcuni hanno anche pensato a questo.. Avete un piano «b», nel caso Trento dovesse fare muro? Sono fiducioso per costruzione, anche se non posso disconoscere che ci siano dei problemi, come diceva Napoleone, qui c'è bisogno di generali bravi, ma se sono anche fortunati è meglio, io faccio del mio meglio poi... Ha trovato un gruppo dalla struttura complessa e con delle criticità. Ci siamo trovati a gestire una miriade di problematiche, ma la società è ancora solida e la Brescia-Padova sicuramente è un'arteria autostradale importante che ci dà quasi un milione di euro al giorno. Ora stiamo semplificando, abbiamo commissionato uno studio a una società specializzata per fare una analisi dettagliata di tutti i settori del gruppo, i risultati dovrebbero essere pronti fra poco e li sottoporremo al consiglio di amministrazione. Ma c'è anche il caso Infracom con un debito enorme e una redditività dell'Autostrada in calo rispetto ad anni fa. La crisi economica ha giocato un ruolo importante anche se in passato c'è stata una politica aziendale che io non condivido: con la frammentazione di diversi business e società. Il management allora ha fatto grossi investimenti ad esempio nel settore immobiliare, investimenti che magari allora avevano un senso, ma poi non hanno dato esito positivo. E oggi ce li ritroviamo. Investimenti fatti rispondendo a esigenze diverse da quelle di efficienza imprenditoriale che invece ora i soci privati chiedono. Queste società erano nate per dare una risposta non solo al traffico di attraversamento ma anche a una serie di aspettative locali di razionalizzazione. È chiaro che diventando una società di capitale privato è importante anche remunerare gli investimenti dei privati. Il caso Infracom: un gruppo di tlc che era arrivato ad avere 53 società controllate e/o partecipate e un'esposizione finanziaria di centinaia di milioni di euro. Come state risolvendolo? È il nostro problema più grande: è sotto procedura dell'articolo 67 della legge fallimentare, e questa condizione la rende problematica dal punto di vista commerciale. La cosa più appetibile di Infracom sono i suoi 10 mila chilometri di fibra ottica. E il piano di efficientamento su cosa si concentra, oltre che sulla semplificazione? L'integrativo aziendale degli oltre 600 dipendenti è scaduto. Quali prospettive? Stiamo cercando di vedere cosa accorpare, a partire dalle imprese che hanno attività simili. Poi sul fronte della concessione il costo maggiore è il personale, quando si parla di efficientamento si parla di automazione dei caselli e qui ci sono problemi. Ci dovrebbe essere una diversa mappatura del personale sul territorio ma non una riduzione del personale nel settore autostradale. Alcuni fornitori lamentano dei ritardi nei pagamenti da parte del gruppo autostradale. È fisiologico perché abbiamo dei piani di accumulo e di pagamento particolari, la società non ha probelmi di liquidità. Siamo alla terza tranche dell'aumento di capitale da 150 milioni, basteranno? Risponde al nostro piano, e se ci sarà dell'inoptato, questo verrà comprato dai soci.

Paolo Dal Ben

mercoledì 23 ottobre 2013

26/10/13 - Incontro presso l'Osteria da Marianna a Camisino di Caltrano

Sabato 26 ottobre 2013 ore 17,30 presso l'OSTERIA DA MARIANNA a Camisino di Caltrano il circolo culturale "Le Città Visibili" organizza un incontro dal titolo:
Facciamo il punto sulla Valdastico Nord
Il nuovo tratto dell'autostrada A31 Piovene-Besenello (TN): concessione scaduta o progetto in corso?

La riunione sarà tenuta dall'arch. Renzo Priante.
Ingresso gratuito e aperto a tutti.



venerdì 18 ottobre 2013

Intervento di Renzo Priante alla serata del 12/10 a Trento

Qui sotto l'intervento di Renzo Priante alla riunione di approfondimento tenuta a Trento nella sala della Regione il 12 ottobre scorso.
La riunione dal titolo: "AUTOSTRADA VALDASTICO PI-RU-BI QUANTO COSTA? A CHI SERVE?"era organizzata dal Coordinamento Trentino contro la Valdastico,dal Comitato NO Valdastico NOrd con l'adesione di Italia Nostra. Legambiente e WWF.

Il video si trova a questo indirizzo:

Trento 12/10/13 - Intervento Renzo Priante 

A breve renderemo disponibili le altre relazioni.
Buona visione!

giovedì 17 ottobre 2013

COMUNICATO STAMPA - Riduzione preoccupante di suolo agricolo

Ma le grandi opere vanno avanti.

Cosa si aspetta a invertire davvero la rotta?”

Valle dell’Astico, 16 ottobre 2013
È di questi giorni la pesante denuncia della Coldiretti dell'impressionante perdita di aree agricole in Veneto, soprattutto nel Vicentino, dove in dieci anni, dal 2000 al 2010, il territorio ha perso quasi 20 mila ettari sui 41 mila sciupati a livello regionale. Il presidente provinciale della Coldiretti, Martino Cerantola, punta il dito verso l'espansione urbanistica, verso i progetti di sviluppo urbanistico sovracomunali a regia provinciale e regionale, verso i progetti di sviluppo dei Comuni delle cinture urbane, dichiarando ormai inaccettabili le deroghe che consentono il superamento delle soglie di superficie agricola utilizzata trasformabile.
Tutto vero – dichiara Renzo Priante del comitato No Valdastico Nord – ed è sconcertante scoprire dagli ultimi due censimenti che il solo territorio vicentino abbia contribuito a metà dello spreco regionale. Ci si aspetterebbe ora una repentina inversione di marcia della politica territoriale veneta, il blocco immediato o una moratoria almeno sulle numerose grandi opere inutili in costruzione in Veneto e in provincia di Vicenza. Tant'è che lo stesso commissario provinciale, Attilio Schneck, dichiara che 'lo scempio è fatto, nessuno oggi può pensare di trasformare terreni agricoli' e che 'gli strumenti urbanistici oggi recepiscono il bisogno di tutela, dalla Regione a cascata, fino ai Comuni'. Ma allora – continua Priante - chiediamo al commissario provinciale Schneck, che è anche presidente della A4 Holding, società che controlla la società Serenissima, concessionaria del tratto autostradale Brescia-Padova, che ne dice del prolungamento dell'autostrada Valdastico Nord, che distrugge un milione di metri quadrati di superficie agricola in una valle stretta come quella dell'Astico? Che ne dice della realizzazione dei campi da golf a Sarcedo che comporterà la perdita di 650.000 metri quadrati di superficie agricola? Cosa ne dice dell'assurda progettazione della strada pedemontana veneta che sta devastando il suolo agricolo pedemontano per costruire un doppione su cui poi dovremo pure pagare un pedaggio, mentre fino ad oggi da Thiene a Bassano andavamo gratis? Sono le stesse domande che rivolgiamo al governatore del Veneto Luca Zaia – conclude Priante –, il quale dovrebbe fare una scelta: o continua a inaugurare superstrade, ospedali e digestori oppure approva una volta per tutte una vera legge di tutela del paesaggio con divieto di consumo di suolo agricolo. Le due cose sono in contraddizione tra loro”.




     

mercoledì 16 ottobre 2013

Il Giornale di Vicenza - 15/10/13 - Persi 20 mila ettari di prati in 10 anni - Commento


Leggiamo sul Giornale di Vicenza del 15 ottobre un articolo che, nel sottotitolo dice:  


«Il territorio rurale è in pericolo - Colpa dello sviluppo urbanistico»

Le notizie sono gravi, “i numeri sulla disponibilità di superficie agricola nel Vicentino fanno rabbrividire: dal 2000 al 2010 il territorio berico ha perso quasi 20 mila ettari. È a rischio la tenuta del territorio rurale” A livello regionale, si perdono 41.304 ettari ... la perdita di aree agricole è così suddivisa: per il 32% in montagna per i processi di forestazione e per il 50% in pianura per i processi di urbanizzazione.”
Quali le cause? “Tra le principali cause i progetti di sviluppo urbanistico sovracomunali a regia provinciale e regionale, i progetti di sviluppo dei Comuni delle cinture urbane, la diffusione dei digestori alimentati da biomasse coltivate che sottraggono superficie agricola destinata all´alimentazione. … Non sono più accettabili le deroghe che consentono il superamento delle soglie di superficie agricola utilizzata trasformabile.”.
Quindi la situazione è chiara: nel Veneto si perdono 41.000 ettari, di questi ben 20.000 si perdono nel vicentino che, quindi, è la provincia più sciupona: tutto il Veneto e in particolare la provincia di Vicenza devono cambiare politica territoriale.
Forse a qualche amministratore dovrebbero fischiare le orecchie, ma comunque l'importante è imboccare la strada giusta senza minimizzare il problema.
E invece?
Sentiamo il massimo responsabile della Provincia di Vicenza il dott. Schneck.
Ma non è la Provincia a decidere...” (Evidentemente la massima perdita di superficie agricola Vicenza è colpa della Regione)
Nessuno, insomma, oggi può pensare di trasformare terreni agricoli
Nessuno?


Che ne dice la Provincia della costruzione dell'autostrada Valdastico nord 

che distrugge un milione di mq di superficie agricola?


Che ne dice la Provincia della costruzione dei campi da golf a Sarcedo che comporterà la perdita di 650.000 mq di superficie agricola?


Che ne dice la Provincia dell'assurda progettazione della Strada Pedemontana veneta, che sta distruggendo i suoli agricoli pedemontani per costruire doppioni e tutto pur di costruire strade dove qualcuno ci chiederà un pedaggio, mentre fino ad oggi da Thiene a Bassano andavamo gratis?

Ma forse è meglio leggere l'articolo in forma integrale e vedere se è vero che......

Nessuno, insomma, oggi può pensare di trasformare terreni agricoli”.
 

Persi 20 mila ettari di prati in 10 anni

L'ALLARME. Secondo i dati della Coldiretti la provincia di Vicenza risulta la “maglia nera” del Veneto per l'edificazione di superficie agricola. «Il territorio rurale è in pericolo  Colpa dello sviluppo urbanistico» Schneck: «Con la perequazione ci sono già gli strumenti di tutela»
15/10/2013
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“Là dove c'era l'erba, ora c'è una città”. Lo cantava negli Anni Sessanta il Celentano nazionale. E oggi il ritornello non è cambiato per la Coldiretti che analizza l'andamento dell'urbanizzazione nel primo decennio degli Anni Duemila. «I numeri sulla disponibililà di superficie agricola nel Vicentino fanno rabbrividire: dal 2000 al 2010 il territorio berico ha perso quasi 20 mila ettari. È a rischio la tenuta del territorio rurale». La denuncia è del presidente provinciale Coldiretti, Martino Cerantola. Conferma il commissario provinciale, Attilio Schneck: «Una volta un capannone non si negava a nessuno. Ora lo scempio è fatto. Per fortuna gli strumenti urbanistici oggi recepiscono questo bisogno di tutela, dalla Regione a cascata, fino ai Comuni».Analizzando gli ultimi due censimenti (2000 e 2010), la provincia di Vicenza ha perso ben 19.642 ettari: 3.313 a seminativi e 16.290 a prati permanenti e pascoli. Spiegano da Coldiretti: «A livello regionale, si perdono 41.304 ettari, con un bilancio positivo soltanto per le province di Padova (+2.830 ettari) e Rovigo (+3.912 ettari). E ancora. Secondo le stime di una recente indagine dell'Istituto nazionale di economia agraria (Inea), la perdita di aree agricole è così suddivisa: per il 32% in montagna per i processi di forestazione e per il 50% in pianura per i processi di urbanizzazione. Commenta Cerantola: «La situazione è grave. È a rischio la tenuta del territorio rurale. Tra le principali cause i progetti di sviluppo urbanistico sovracomunali a regia provinciale e regionale, i progetti di sviluppo dei Comuni delle cinture urbane, la diffusione dei digestori alimentati da biomasse coltivate che sottraggono superficie agricola destinata all'alimentazione. Tutto ciò obbliga ad un indirizzo più mirato delle politiche del territorio, urbanistiche ed agricole. Non sono più accettabili le deroghe che consentono il superamento delle soglie di superficie agricola utilizzata trasformabile. Abbiamo vinto alcune battaglie, come il divieto di disporre pannelli fotovoltaici a terra, ma la strada è lunga».

martedì 15 ottobre 2013

L'Adige - 14/10/13 - E bravo il nostro amico Tosi!

Schneck minaccia: "Se l'autostrada non si fa, vi chiederemo i danni!!"
Tosi collabora: "Suvvia! Cerchiamo un accordo! Senza la PiRuBi lo sviluppo del territorio e dell'economia veneti sono morti. :-( Pensiamo a un'alternativa per by passare lo zoccolo duro che è Besenello".

Schneck e Tosi: il bastone e la carota per raggiungere lo stesso obiettivo: Questa autostrada s'ha da fare!


Atti del convegno del 12/10/13 a Trento - Coordinamento No Valdastico Nord TN

Meraviglioso spazio sul sito del Coordinamento No Valdastico Nord Trentino dedicato agli atti del convegno di Trento del 12 Ottobre.
Cliccando a questo link potete trovare tutti gli interventi dei relatori

L'Adige - 13/10/13

I riscontri su L'Adige dopo l'incontro di Sabato 12 ottobre a Trento.
Come al solito i politici, per guadagnarsi la "carèga" giocano a fare i camaleonti.
Parola d'ordine: mai esporsi, evitare la chiarezza, giocare al "dico non dico".




http://www.ladige.it/articoli/2013/10/13/pd-patt-poca-chiarezza-questione-valdastico
Pd e Patt, poca chiarezza sulla questione Valdastico
13 Ottobre 2013
Online, puntuale come sempre, un nuovo post nel blog "Blogfrei" di Luisa Maria Patruno. Questa volta si parla di Valdastico: Ugo Rossi non dice che è favorevole - ovviamente - ma neanche che è contrario. Intanto il capolista del Pd, Alessandro Olivi, in un dibattito pubblico contro la Valdastico, nel quale Rossi e il Patt erano assenti, si è rivolto al suo candidato presidente esortandolo a dire come la pensa e a uscire dall'ambiguità. Ma il Pd si accorge solo ora dell'ambiguità di Rossi?
BLOGFREI

Valdastico, gli equilibrismi di Ugo Rossi

13 ottobre 2013 2 commenti
Nel programma del candidato presidente del centrosinistra autonomista, Ugo Rossi, non si parla di Valdastico. La parola non c'è. Ma se questa scelta certo non è una buona notizia per chi vuole il completamento dell'autostrada, non lo è neppure per chi la Valdastico non la vuole. Perché come la pensa Rossi non si capisce.
Il candidato del centrosinistra, infatti, non dice che è favorevole - ovviamente - ma neanche che è contrario. Usa una lunga perifrasi in cui sostiene che "sul piano dei collegamenti "esterni" confermiamo l'opzione strategica per il progressivo spostamento  del traffico merci su ferrovia in coerenza con pianificazione legata al tunnel del Brennero e il potenziamento delle tratte di accesso e ci impegnamo ad approfondire tutte le strade per una proroga della concessione ad A22 e per garantire alla stessa le migliori condizioni di partecipazione alla eventuale gara nel caso contrario". Un bell'esercizio dialettico che lascia aperte tutte le possibilità.
Insomma, se il sì alla Valdastico necessario a Serenissima per il rinnovo della sua concessione dovesse servire per agevolare anche una proroga per A22? Che farebbe Rossi?
Nella campagna elettorale per le primarie, del resto, il candidato del Patt non aveva escluso un via libera del Trentino alla Pirubi; aveva preteso solo che ogni decisione fosse presa d'intesa e non senza l'accordo con la Provincia di Trento.
Ieri il capolista del Pd, Alessandro Olivi, in un dibattito pubblico contro la Valdastico, nel quale Rossi e il Patt erano assenti, si è rivolto al suo candidato presidente esortandolo a dire come la pensa e a uscire dall'ambiguità.
Ma il Pd si accorge solo ora dell'ambiguità di Rossi? Eppure il programma del candidato presidente è stato condiviso da tutte le forze politiche della coalizione. Sapevano cosa c'era scritto? O meglio, cosa NON c'era scritto?

venerdì 11 ottobre 2013

“Autostrada Valdastico-PiRuBi: quanto costa, a chi serve?” Incontro pubblico a Trento sabato 12 ottobre

Partecipa anche il Comitato No Valdastico Nord

Ci sarà anche Renzo Priante del Comitato No Valdastico Nord tra i relatori dell'incontro pubblico “Autostrada Valdastico-PiRuBi: quanto costa, a chi serve?” che si terrà a Trento nella Sala Rosa della Regione (piazza Dante), sabato 12 ottobre alle 14.30. Organizzato dal Coordinamento trentino No Valdastico, in collaborazione col comitato gemello No Valdastico Nord vicentino, e con l’adesione di Italia Nostra, Lega Ambiente, Wwf e del comitato delle associazioni per la pace e i diritti umani di Rovereto, l'appuntamento intende porre al centro della campagna elettorale per il rinnovo del consiglio provinciale trentino (domenica 27 ottobre) il tema del prolungamento dell'autostrada A31 Nord. Sono infatti stati invitati tutti i candidati.
Aprirà la serie di interventi in scaletta Roberto Antolini, fondatore del mensile d'informazione e approfondimento “Questotrentino” (“Un progetto anti-economico”), cui seguiranno il vicesindaco del Comune di Besenello Roberta Rosi (“Una ferita all’autonomia”), l'architetto Renzo Priante del comitato vicentino No Valdastico Nord (“Problemi ambientali”), il geologo Luigi Frassinella (“Valdastico e geologia del massiccio della Vigolana”) ed Emanuele Curzel di Pergine (“Valsuagana e Valdastico”).


"Vajont. 50+1giorno. Luci sulla frana della Marogna per non dimenticare” (è andata cosi....)

Pioveva che Dio la mandava ieri sera....e c'era pure un pò di vento. Solo mezz'ora prima nessuno avrebbe pensato di potercela fare. Invece, evidentemente, chi governa il Creato, riesce a premiare le buone intenzioni. 
Solo qualche goccia di pioggia intermittente ha accompagnato una quarantina di impavidi che, armati di ombrelli, k-way, torce e lumini, hanno deciso di non mancare all'appuntamento presso il Ponte di Casotto. 
Per ricordare le vittime del Vajont ma, ancor di più, per riflettere sull'ottusità umana che spesso, per meri interessi, abusa della natura, non rispetta il suo delicato ecosistema minando, quel che è peggio, alle vite umane.
Dopo un primo ritrovo al ponte, il gruppo si è incamminato per una breve passeggiata costeggiando, dapprima, la parte della Marogna che è stata già sbancata nei più di 20 anni di attività della cava, per poi arrivare in centro al paese e ridiscendere concludendo il percorso con la posa dei lumini a memoria.
Durante il tragitto, molte le soste con letture di vario genere: articoli della Costituzione che sottolineano il concetto di "bene ambientale", una sintesi della relazione sullo stato della Frana Marogna (che il prof. Zampieri ha inviato a Roma e che non è stata minimamente considerata dagli enti preposti), testimonianze di chi visse in prima persona la tragedia del Vajont, estratti di scritti di Mario Rigoni Stern, Tina Merlin, Fogazzaro, sagge frasi di Gandhi, poesie.
Tutti hanno potuto liberamente leggere un documento toccante e pregno di significato. 

Paese immobile
Silenzio
Pioggia
Parole
Emozioni
Brividi lungo la schiena
Uomo vs Natura
Perchè?!

Chiudevano le letture applausi sentiti e sommessi oppure, semplicemente, il silenzio.
Non un silenzio vuoto, ma un silenzio costruttivo, di viva riflessione, di coscienze che si sentono "smuovere dentro" e decidono di non tacere davanti agli scandali.
Perchè sia possibile imparare dalla storia ed evitare il ripetersi degli stessi errori.

Irma oggi ci scrive:
"Serata intensa, a tratti commovente; nella lettura dei brani riguardanti il Vajont, respiravo e soppesavo tutta la realtà e la durezza di ogni singola parola, e la sofferenza e l'angoscia di tutte le donne e gli uomini che l'hanno vissuta sulla loro pelle".


Probalbilmente gli stessi sentimenti con i quali tutti noi, ieri sera, abbiamo raggiunto casa.....


"Vajont. 50+1giorno. Luci sulla frana della Marogna per non dimenticare”