Intorno alle autostrade si
è creata una commediola con due protagonisti che fingono di discutere partendo
da due punti di vista opposti: le società concessionarie e lo Stato.
Oggetto del contendere l'aumento
delle tariffe autostradali.
Come ogni anno i
concessionari delle autostrade presentano il conto allo Stato: vogliono più
soldi (e naturalmente li dobbiamo pagare noi).
Perché dobbiamo pagare di più per percorrere la
stessa autostrada dell'anno scorso?
Forse perché c'è stata l'inflazione?
Fosse così andrebbe ancora bene perché in definitiva si pagherebbe sempre lo
stesso prezzo solo aggiornato (per la verità non tutti sono così fortunati: molti lavoratori e altri
settori economici si sognano l'adeguamento all'inflazione, semplicemente
stringono un po' la cinghia).
Ma se l'aumento è maggiore
dell'inflazione? E' proprio questo il caso perché l'aumento dei pedaggi è sempre maggiore dell'inflazione (+400% nel
2010 nel tratto Bs-Pd). Dobbiamo pagare perché l'autostrada è migliorata.
Migliorata in che senso, dato che non hanno costruito nuove corsie e al massimo
avranno cambiato qualche guard rail? Per esempio perché hanno sistemato qualche
casello o fatto qualche nuovo tratto ad esempio la Valdastico sud. Ma perché
chi va da Brescia a Padova deve pagare qualcuno che faccia un'autostrada su un
tratto che non gli interessa? Se fanno la Valdastico sud vuol dire che c'è
qualcuno che intende usarla e quindi la pagherà lui, se ci saranno troppo pochi
utenti vuol dire che l'autostrada non andava fatta perché fuori mercato.
Così pensiamo noi, per la
verità non solo noi, la pensa anche il prof. Ragazzi (1).
http://www.novaldasticonord.info/2014/01/gli-ingiustificati-rincari-delle.html
http://www.novaldasticonord.info/2014/01/gli-ingiustificati-rincari-delle.html
Per la verità ben poche
persone sanno in che cosa consistono questi investimenti (“ Tutto è segretato, convenzioni e piani
finanziari”- sempre il prof Ragazzi).
Ci sarà qualcuno che
controlla questi conti? Un tempo c'era un nucleo di esperti (i NARS al servizio
del CIPE) che rivedeva i conti e “erano spesso emerse divergenze su metodi e
valutazioni con conseguenze rilevanti sui livelli tariffari” (prof Ragazzi
sul IFQ del 15 gennaio). Poi, chissà come i NARS sono stati esautorati e ora
non controllano più.
C'è qualcun altro che
controlla? Probabilmente no perché il ministro Lupi ammette “Basta aumenti
in autostrada senza verifiche” (Corriere della Sera 16 gennaio 2014) (2).
I pedaggi aumentano perché il traffico cala. Avete capito bene: le autostrade sono l'unico
settore economico dove, se il fatturato cala, si aumentano le tariffe, cioè si
torchiano quelli che ancora usano l'autostrada
In base agli accordi tra
Stato e società concessionarie, la tariffa aumenta perché il profitto delle
società autostradali deve rimanere remunerato a qualunque costo: " il pedaggio
sale per compensare il calo della domanda"(intervista a Lupi sul CdS del 5 gennaio).
Quest'anno, data la
situazione economica e la tragicommedia di IMU, TARES e tasse varie, il regalo
fatto alle società autostradali ha suscitato un pandemonio, tanto che perfino
il ministro ha detto che, almeno ai
pendolari, uno sconto va fatto.
Sembrerebbe normale, lo
fanno i giornali con gli abbonati, lo fanno le compagnie telefoniche che
assicurano un certo numero di telefonate scontate (se pagate
anticipatamente)...
Ma anche in questo le
società concessionarie sono diverse. Sconti agli abbonati? "Gli sconti
chi li paga? Le concessionarie? Impossibile" (vedi l'articolo del GdV più oltre). I soldi servono per
gli investimenti e gli investimenti servono al paese. Con gli sconti ai
pendolari non ci sarebbero più soldi per gli investimenti (3).
Bisogna quindi trovare una
soluzione.
1_La soluzione proposta dalle società concessionarie.
Semplice, dicono i
concessionari, basta allungare le concessioni. Peccato che non sia possibile.
Ci provano sempre, ma si sa che di mezzo c'è l'Europa e non si possono
prorogare artificiosamente le concessioni, bisogna fare una gara europea, pena
una multa salata che, ancora una volta, pagherà lo Stato quindi noi.
2_ La soluzione che il Ministro non vuole
Si potrebbero rivedere i
patti, se ci sono meno soldi, meno soldi siano per tutti. Perché le
concessionarie dovrebbero essere diverse? Si rivedono i patti e non si
riconoscono gli aumenti a compenso del traffico calato e neppure quello degli
investimenti non concordati. Su questo il Ministro non ci sta "Inutile illudersi, le convenzioni passate vanno
rispettate. É doveroso che il governo non cambi le regole pattuite altrimenti
salta tutto il sistema Paese degli investimenti" (Lupi sul Corriere
della sera del 16 gennaio)
3_ Una soluzione a portata di mano che le due parti
(ministro e concessionarie) non vogliono sentire
Una soluzione, almeno parziale, c'è già ed è perfettamente
legale. Si mettono a gara le concessioni scadute e, nei nuovi contratti, si
prevedono delle clausola che non comportino aumenti ingiustificati. Le
concessioni scadute sono quelle della concessione della A27 (Autobrennero) e
della A4-A31(Brescia Padova e Valdastico) le concessioni andrebbero messe a
gara. " Le gare servono, di solito,
per spuntare le condizioni migliori. Servirebbero amministrazioni pubbliche in
grado di negoziare davvero nell'interesse dei cittadini. Servirebbero
concessionari che vogliano assumere davvero il rischio di gestione".
(Vedi l'articolo di Massimo Malvestio sul Corriere del Veneto del 16 gennaio).
http://www.novaldasticonord.info/2014/01/gli-ingiustificati-rincari-delle.html
http://www.novaldasticonord.info/2014/01/gli-ingiustificati-rincari-delle.html
Ma Politici e concessionari (4) non ci sentono da questo
orecchio. Lupi chiede all'Europa le proroghe alle concessioni e intanto si
studiano altri sistemi legali per evitare la decadenza dei contratti che a noi
assicurano pochi vantaggi, ma a loro molti. Vi terremo informati ...
(1) L'aumento “dipende da tre elementi: 1) la redditività
attesa dell'investimento; 2) il tasso di rendimento riconosciuto al
concessionario e 3) il periodo sul quale si calcola l'ammortamento”
(articolo del prof Giorgio Ragazzi su Il Fatto Quotidiano del 15 gennaio 2014).
Quindi l'aumento dipende dagli investimenti. Potrebbe essere corretto? Il prof
Ragazzi (ex direttore esecutivo della Banca Mondiale, docente di Politica
economica e Scienza delle finanze all'università di Bergamo) ha dei dubbi “ se
per finanziare nuovi investimenti occorre aumentare i pedaggi, anno dopo anno,
significa o che si fanno pessimi investimenti o che il ministero sbaglia i
conti”
(2) Perché i controlli non partono da adesso? Prima
verifichiamo e poi, se i conti sono a posto, si concedono gli aumenti. Invece
la questione è molto opaca, nessuno controlla se l'investimento effettuato era
necessario, se l'opera “è stata fatta bene, se gli aumenti si possono
spalmare nel tempo” Lupi sul Corriere della Sera del 5 gennaio 2014.
(3) L'affermazione è abbastanza ridicola. Come tutti sanno,
fare sconti agli abbonati ha dei vantaggi economici: a) permette di avere
liquidità in anticipo (si pagano in anticipo i transiti e poi magari qualcuno
neppure li fa); b) permette di aumentare le utenze. Quindi una politica di
sconti ben fatta non solo non penalizza l'azienda, ma addirittura
l'avvantaggia. In questa commedia i concessionari fanno finta di essere alla
fame, quando tutto fa credere il contrario. Il ministro fa finta di crederci.
(4) La mossa di nominare un politico alla presidenza delle
società concessionarie (Tosi e Schneck nelle autostrade Bs-Pd) garantisce
ottimi vantaggi alle società concessionarie: un politico sa parlare a un altro
politico e, per mantenere i privilegi accumulati, non c'è niente di meglio che
lasciar fare a loro.
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Ecco la rassegna stampa
Il Corriere del Veneto 24 gennaio 2014
VENEZIA Gli sconti per i
pendolari del casello partiranno entro il mese di marzo. Lo assicura l'Aiscat,
l'associazione delle concessionarie italiane, e lo confermano tutti i gestori
delle autostrade.
Le perdite eventuali
legate ai minori introiti però dovranno essere garantite e, se necessario,
compensate dall'allungamento delle concessioni o da nuovi sistemi di
adeguamento tariffario ancora da decidere. In soldoni, le concessionarie non
hanno nessuna intenzione di opporsi alla richiesta fatta direttamente dal
ministro dei Trasporti Maurizio Lupi qualche settimana fa. Il progetto di
introdurre delle facilitazioni fino al 20%o di sconto per quegli automobilisti
che ogni giorno prendono l'autostrada per andare da casa al lavoro e viceversa
è realizzabile, a patto che dopo una fase di sperimentazione che potrà durare
fino alla fine del 2014, il governo trovi il modo di compensare gli eventuali
buchi nel bilancio dei gestori.
Non a caso, la relazione
tecnica dell'Aiscat non è stata diretta soltanto al titolare dei Trasporti ma
anche al collega delle Finanze Fabrizio Saccomanni che è l'unico che ha il
potere di autorizzare finanziamenti pubblici. A premere per una qualche forma
di compensazione non ancora definita sono stati soprattutto i gestori delle
tratte autostradali dei Nord Italia che contano tra i pendolari soggetti a
scontistica circa la metà degli automobilisti in transito. Le cinque
concessionarie che operano in Veneto (Cav, Autostrade per l'Italia, Autovie
Venete, Autobrennero, A4 Holding) con l'introduzione di una scoutistica
modulare fino al 20% (Si parte da un 10%o di sconto per chi fa venti tratte al
mese fino ad arrivare al 20% per chi supera le quaranta) perderanno tra il 10 e
il 15% del fatturato andando al di sotto del minimo necessario per chiudere in
positivo i piani finanziari e rientrare degli investimenti fatti per gli
adeguamenti (o nel caso di Cav per pagare le rate del mutuo contratto con la
banca europea). Fatta salva la partenza dei telepass scontati entro marzo, le
soluzioni che ora si prospettano sul tavolo di Lupi sono di tre tipi. «Gli
sconti possono essere applicati a costo zero allungando la durata delle
concessioni» spiega il presidente della A4 Brescia Padova Flavio Tosi «Il
Governo italiano dovrebbe avere lo stesso coraggio che ha avuto quello spagnolo
dove state allungate le concessioni per permettere alle concessionarie di
spalmare i mutui su più anni. Le altre soluzioni sono improponibili. Non si fa
pagare agli altri ciò che si sconta ai pendolari. Le altre due soluzioni che
può valutare il ministero infatti riguardano la solita fiscalità generale
(una nuova accisa sul carburante per ridurre il costo dei pedaggi o una nuova
tassa per fare un fondo autostradale) e la revisione delle dinamiche
tariffarie per dare mano libera alle concessionarie sui prezzi da applicare
(ora invece è il ministero che accorda gli aumenti sulla base degli
investimenti per la sicurezza e l'aumento dell'inflazione)».
Il Mattino di Padova 24 gennaio 2014
Si condizionato delle
concessionarie autostradali agli sconti sui pedaggi autostradali in favore dei
pendolari sollecitati dal ministro Maurizio Lupi alla luce dei rincari scattati
il primo gennaio. La riunione plenaria dell'Aiscat l'associazione che raggruppa
40 società (incluse le venete Cav, Autovie, Serenissima) ha espresso
disponibilità a introdurre le agevolazioni richieste, pur riservandosi una
valutazione dettagliata delle singole tratte che presentano condizioni
tariffarie e andamenti finanziari molto diversi. La contropartita richiesta ai
Trasporti è quella prevista: un allungamento dei tempi delle concessioni che
consenta di spalmare più agevolmente gli oneri derivanti dagli investimenti
compiuti un esempio per tutti: la costruzione del Passante di Mestre e i 650
milioni residui che Cav deve rimborsare abbinata a una sorta di «liberatoria
ministeriale» circa i danni erariali derivanti dal calo d'introiti in una
congiuntura caratterizzata dalla flessione media del traffico autostradale
nell'ordine del 20%. Sui tempi di concessione (attualmente intorno ai
quarant'anni con l'eccezione di Cav, penalizzata a quota 23) Lupi ventila
l'opposizione dell'Ue in nome della libera concorrenza ma Aiscat ribatte che in
Spagna, di recente, un analogo provvedimento è stato adottato senza veti di
sorta.
Scarni i commenti a
conclusione dei lavori. Tra i pochi a parlare, Flavio Tosi, investe di
presidente della Brescia-Padova: «Un incontro
interlocutorio ma positivo», il commento del sindaco di Verona, lesto a
precisare che «in Italia mediamente i pedaggi sono inferiori a quelli europei e
quelli della Brescia-Padova, tra i più bassi del Paese, nel 2014 hanno avuto
un aumento del 1,44% appena. Non vorrei che la questione delle tariffe
autostradali troppo costose fosse un paravento per eludere il vero problema
delle famiglie italiane che è la pressione fiscale eccessiva». Premesso ciò,
Tosi apre agli sconti ma detta condizioni: «Siamo disponibilissimi a venire
incontro ai pendolari se c'è un patto chiaro con il Governo di Roma che
dovrebbe avere lo stesso coraggio di quello spagnolo. L'unica via d'uscita, a
costo zero, è l'allungamento delle concessioni e la loro aggregazione. Le
altre soluzioni sono improponibili: fare pagare agli altri utenti ciò che si
sconta ai pendolari sarebbe ingiusto; e rinunciare a realizzare le opere
pubbliche, penalizzando il territorio, non aiuterebbe certamente il Paese».
Ora si attende la replica
del ministro dei Trasporti, ieri destinatario di un ennesimo sos, stavolta
dalla Federazione motociclisti. Alla luce del negoziato che si profila,
l'entrata in vigore degli sconti auspicata da Lupi per l'inizio di febbraio è
destinata a slittare.
Giornale di Vicenza 24 gennaio 2014
Do ut des. Si agli sconti
in autostrada, in via sperimentale. Ma in cambio le concessionarie bussano al
Governo. Se da una parte l'Aiscat è disposta a valutare l'appello del ministro
alle infrastrutture per ridurre l'impatto economico dei pedaggi, dopo il
rincaro dal primo gennaio, dall'altra chiede un tavolo permanente per
ridiscutere i criteri di definizione della tariffa. O, come avanza il
presidente della Brescia-Padova, Flavio Tosi, di ritorno dal vertice romano, «chiediamo al Governo di allungare le
concessioni o aprendo alle aggregazioni tra società».
IL VERTICE.Ieri
a Roma oltre alla delegazione della Brescia -Padova (insieme al presidente Tosi
anche il direttore Bruno Chiari e l'amministratore unico di A4 Holding Giulio
Burchi) i rappresentanti delle altre concessionarie del triveneto: Maurizio
Castagna per Autovie e W alter Pardatscher per l'A22. L'incontro era stato
organizzato in risposta alla richiesta del ministro, Maurizio Lupi, di attivare
degli sconti per i pendolari per calmierare
l'aumento delle tariffe
scattate a inizio mese. Un aumento record per alcune concessionarie: Autovie
oltre il 7 %; Cav (Passante di Mestre) il 6,2 %; Bs-Pd è la seconda meno cara,
con l'1,4%; l'A22 a quota 1,6%. Aumenti peraltro autorizzati dai ministeri
delle Infrastrutture e dell'Economia in base a conteggi complicati definiti per
legge. Ma è scoppiatala polemica. E così Lupi ha chiesto alle concessionarie
agevolazioni per i pendolari fin da subito.
L'assemblea delle
concessionarie ha approvato la disponibilità a valutare. Ma a fronte di un
protocollo d'intesa che andrà definito nei dettagli nei prossimi giorni.
Numeri sulla fascia di percorrenza agevolata o percentuali di sconti, al
momento, non ne sono stati fatti. Anche se Lupi aveva prospettato anche questi:
agevolazioni per i pendolari del 20% per chi percorre tratte brevi, fino a 50
chilometri e per 20 volte al mese. Più facile a dirsi che a farsi. C'è sempre
da fare i conti con gli equilibri economici delle concessionarie che, a parte
Cav, sono società private che puntano ad ottenere anche degli utili. «Vanno
introdotti degli sgravi per l'utenza? Ma noi si deve pur sempre mantenere la
capacità di investimento della società», rincara l'ad di Autovie,
Castagna.
Risultato? Ogni
concessionaria valuterà al proprio interno la possibilità di scontistica
fattibile. Nel caso della Bs-Pd, in particolare, dovrà passare il vaglio del
Consiglio di amministrazione, previsto per fine mese. Una volta approvata la
scontistica, entrerà in vigore per un paio di mesi in via sperimentale.
Proprio per poter valutare i concreti effetti economici.
LE RICHIESTE.
Insomma, tempo per studiare. Ma anche per trattare. In cambio Aiscat chiede che
il protocollo d'intesa sia sottoscritto anche dal ministero dell'Economia e che
sia attivato un tavolo di trattativa permanente per regolare il sistema
tariffario. Tosi invece chiede anche tempo: «Il vero problema sono le
tasse. La questione delle tariffe è usata come foglia di fico. In ogni caso,
servono patti chiari col Governo. Gli sconti chi li paga? Le concessionarie?
Impossibile. Lo Stato? Non ha soldi. Non facendo nuove infrastrutture? Vorrebbe
dire far male all'Italia. Far pagare di più gli altri utenti? No, non sarebbe
giusto. E allora? L'unica è allungare la durata delle concessioni o aprire
alle aggregazioni tra società. Il Governo dovrebbe avere lo stesso coraggio
che ha avuto la Spagna: lì le concessioni sono state allungate». La
palla ora passa al ministro. E, intanto, si paga.