La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

lunedì 30 marzo 2015

Elezioni comunali a Cogollo - Cosa pensano i candidati della Valdastico Nord?

A Cogollo è tempo di campagna elettorale. Si rinnova la compagine che amministrerà il Comune.
Alto Vicentino On Line "saggia" pensieri e proposte dei candidati a sindaco. 
Non può mancare una domanda d'obbigo sulla Valdastico Nord.

Abbiamo già commentato il pensiero del capolista Gildo Capovilla di "Rinasci Cogollo", che riportiamo in breve:

La prima ipotesi di tracciato prevedeva – ha spiegato la candidata consigliere Giada Dall’Osto, urbanista – che l’autostrada passasse sopra l’Astico e non capiamo perché il progetto iniziale sia stato abbandonato. Quello approvato attualmente, che è ormai il 7°, rovina tutta la nostra campagna. Se saremo eletti, vogliamo individuare un’altro percorso e riproporre quello iniziale’.


Marco Zorzi di "Viva Cogollo" sembra assumere una posizione contraria moderata, aperta più che altro al "vederci chiaro", e sottolineando che in ogni caso prima di tutti dovranno essere rispettati i diritti dell'Amministrazione.

Capovilla e Fimbianti hanno già dato il loro parere sulla Valdastico Nord. E il suo?
‘Sono decisamente contrario. Di sicuro per l’impatto ambientale che avrebbe su Cogollo, ma lo sono soprattutto finché non verrà fatta chiarezza da parte degli enti superiori. Per un mio senso di responsabilità non sono convinto su come sono state condotte le cose fino adesso, ci tengo a vederci chiaro negli interessi di tutta la nostra comunità. Ma chiarisco: non siamo estremisti, solo non vogliamo essere bypassati’.

Nettamente contrario invece il candidato a sindaco Riccardo Fimbianti della terza lista in lizza "Svolta AlternAttiva". Si legge su Alto Vicentino On Line:

La domanda è d’obbligo: NO Valdastico Nord o SI’ Valdastico Nord?
‘Noi siamo contrari alla Valdastico Nord, sia che passi per Casale, sia che venga spostata verso Velo d’Astico. Perché comunque devasterebbe la nostra stretta valle, a partire proprio dalla campagna di Cogollo. I costi di realizzazione e di mantenimento poi sarebbero altissimi e alla fine ricadrebbero sulle tasche di noi cittadini sotto forma di più tasse, meno servizi pubblici e pedaggi autostradali ancora più cari. Sotto la Valdastico Sud poi sono stati trovati rifiuti tossici: chi ci assicura che non succeda anche qui? Si tratta, insomma, di un’autostrada che porterebbe, sì, in meno tempo a Trento, ma per un bacino d’utenza così esiguo che i costi e i sacrifici non sono giustificati. Il sospetto che sia fortemente voluta solo per rinnovare alla Società Brescia-Padova la redditizia concessione sull’A4, senza passare per gara, è molto alto. Se verremo eletti, quindi, garantiremo la massima opposizione al progetto per assicurare un futuro più vivibile e più trasparente ai nostri figli’.


Dieci righe che vanno diritte all'essenza del problema. In dieci righe vengono riportate tutte le tematiche cruciali che hanno sempre fatto pensare alla Valdastico come una immensa cattedrale nel deserto, un debito pubblico insanabile, l'ennesima opera non da plaudire, ma da fuggire.

venerdì 27 marzo 2015

Corriere delle Alpi - Trentino - 22/03/15

Prendiamolo con le pinze, ma, se così fosse....
Crediamo che qualcuno ci debba ragionare sopra seriamente sulla Valdastico Nord...


L’inchiesta sulle grandi opere

Rossi, le lettere «intercettate»

L’ex ministro Lupi parlava con Incalza del caso Valdastico

TRENTO. «Guarda con attenzione la lettera che il presidente della Provincia di Trento ha scritto a Renzi. Fattela dare, guarda che dobbiamo assolutamente intervenire perché contraddice... dice che però entra puntuale nella... per fermare la procedura». Si riferiva con tutta probabilità al caso Valdastico l’allora ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi, dimessosi venerdì, quando parlava al telefono con l’ex dirigente del ministero Ercole Incalza, il 16 gennaio scorso, ovvero due settimane dopo che Incalza era andato in pensione. «La procedura è ormai attivata non è che possiamo...», la risposta di Incalza.
Questo nuovo stralcio delle intercettazioni dimostrerebbe, secondo i pubblici ministeri titolari dell’inchiesta sulle grandi opere, che Incalza avrebbe continuato a svolgere di fatto le funzioni di consulente del ministero anche da pensionato.
Ugo Rossi si è ritrovato citato ieri sui giornali che riportavano le conversazioni del ministro. «Posso immaginare che stessero parlando della Valdastico - commenta il governatore - al presidente del consiglio Matteo Renzi ho scritto tre lettere, due nell’agosto 2014, quando il completamento della Valdastico Nord a giorni alterni finiva tra le opere del decreto Sblocca Italia, e una lo scorso gennaio. Ogni volta mi riferivo a prese di posizione del ministro Lupi o a provvedimenti che il governo, stando agli annunci sulla stampa, si accingeva a prendere sulla Valdastico. Si tratta di lettere in cui ribadivamo la nostra posizione e ricordavamo che le procedure, nel nostro caso, sono diverse da quelle delle Regioni ordinarie e prevedono il procedimento dell’intesa».
Quando parlano di «procedura», Lupi e Incalza, secondo Rossi «si riferivano probabilmente alla procedura del codice degli appalti, che prevede che il governo depositi un decreto alla commissione parlamentare bilaterale». Decreto che non è mai stato depositato e che la Provincia sarebbe pronta ad impugnare, come ha recentemente ricordato l’assessore provinciale Mauro Gilmozzi. (ch.be.)

 Link_Corriere_Alpi_Trentino_22/03/15


lunedì 23 marzo 2015

LUPI E IL CIPE



"... ti ho detto cazzo prendi sto CIPE rivoluzioniamoloribaltiamoloora tu siccome ti considero, prima ancora delle infrastrutture, un amico(Repubblica 20 marzo 2015)


E' il ministro Lupi che parla al suo amico Incalza la sera del 17 febbraio 2014.
Come mai Lupi ce l'ha tanto col CIPE?
E pensare che il CIPE gli ha fatto dei favori grandissimi come quello del 18 marzo del 2013 quando, pressato dal suo amico Schneck, riesce a far approvare il primo "stralcio funzionale dell'autostrada Valdastico Nord", un'approvazione che non poteva essere data e che grida vendetta davanti al "dio degli ingegneri" (scherziamo naturalmente).

Si chiama "funzionale" quello stralcio solo perché altrimenti non si potrebbe approvare, ma si capisce benissimo che si tratta di finzione imposta dalla "politica" cioè da Lupi e Incalza.
Come si può chiamare funzionale un tratto di autostrada a due carreggiate che unisce Piovene Rocchette a Lastebasse? E nel dispositivo si raccomanda che non si superi la somma di 891,638 milioni euro (quasi novecento milioni di euro per unire un paese di 8.200 abitanti con uno di 228 con un'autostrada lunga 18,9 km: ma neanche nella Calabria dei peggiori momenti!).
Eppure nel CIPE che ha approvato un'opera così illogica ci dev'essere ancora qualche tecnico e il suo imbarazzo si coglie tutto nella delibera n. 21/2013.
Ad esempio quando si dice che viene approvato il traccialo lungo 18,9 km "ad esclusione dei tratti tra le progressive chilometriche 1+328 e 12+217 e per 300 m a partire dalla progressiva 18+617". Come si fa ad approvare una strada e non più di metà del tracciato?
Un bel problema, vero?
Eppure il CIPE approva. Però ci si rende conto che qualcosa non va e bisogna pur dare qualche prescrizione (solo qualcosuccia, signor ministro non si arrabbi, mi lasci scrivere qualcosetta). E così all'approvazione vengono aggiunte alcune prescrizioni: 90. In sovrappiù si aggiungono 3 raccomandazioni.
Uno sfascio, ma basta non farlo sapere in giro (chi si legge tutto il dispositivo?) e Schneck esulta: l'autostrada è stata approvata, avvisiamo subito i giornali.

Quello che non si dice è che nel punto 2.1 della delibera si dispone "In tempo utile e comunque entro il 30 giugno 2013, il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti dovrà trasmettere a questo Comitato il progetto definitivo dell'intera tratta Valdastico Nord (fino a Trento ndr) al fine di mantenere la scadenza della concessione al 2026".

Non essendo pervenuto il progetto, la concessione sarebbe decaduta, ma chi glielo dice al Ministro?

Nato male il progetto dell'autostrada, così sbagliato da dover essere cambiato prima della scadenza delle osservazioni, mai approvato, pieno di incongruenze.
Sarebbe meglio buttarlo e voltare pagina ma, ci giuriamo è più facile che il CIPE venga "ribaltato" che un brutto progetto autostradale venga buttato via.

giovedì 19 marzo 2015

Corriere del Veneto - 19/03/15

LE AUTOSTRADE

Il caso Incalza rischia di bloccare
il progetto della Valdastico Nord

Brescia-Padova, nuove incertezze. Schneck: «Ma il nodo resta l’accordo con Trento»

VERONA L’allarme su un possibile stop alla Tav è stato già lanciato dagli industriali; quello sulla Pedemontana si lanciava da solo, visto che il personaggio centrale dell’inchiesta fiorentina sugli appalti è Stefano Perotti, incidentalmente direttore dei lavori (già sostituito) della superstrada da Montecchio a Spresiano. Ma non è finita qui. C’è la Brescia-Padova, la concessionaria autostradale più grossa del Nordest, che dovrà drizzare le orecchie sugli sviluppi prossimi e futuri. Non è un mistero che Ercole Incalza e il ministro Maurizio Lupi fossero rispettivamente il «garante» tecnico e quello politico della Valdastico Nord, l’autostrada che è diventata il vero obiettivo strategico della società con quartier generale a Verona, tanto più che il prolungamento verso sud della stessa Valdastico è ormai cosa fatta: lunedì si apre (senza cerimonie) un altro tratto, sette chilometri da Santa Margherita d’Adige a Noventa Vicentina. Prologo al completamento vero, che avverrà quasi sicuramente a luglio.
Ora che Incalza è in carcere e Lupi è in seria difficoltà all’interno del governo, che fine farà il progetto di Valdastico Nord? E che destino avrà il sempre agognato prolungamento della concessione sull’intera tratta gestita? Che l’amministratore delegato della Brescia-Padova, Giulio Burchi, sia indagato nell’ambito della stessa indagine fiorentina, qualche imbarazzo può crearlo. A chi? A Flavio Tosi, che della concessionaria è il presidente (quanto mai attivo, anche se in questi giorni ha avuto ben altri pensieri)e al duo Intesa Sanpaolo-Astaldi, i soci di controllo che hanno voluto Burchi al comando dell’autostrada e anche della A4 Holding. Non molto conosciuto in Veneto, l’amministratore delegato è assai più noto in Emilia e a Roma, come peraltro raccontano i suoi molteplici incarichi presenti e passati: dalla presidenza Italferr al collaudo dell’inceneritore di Parma, dai contratti di collaborazione per la direzione dei lavori sulla Salerno-Reggio Calabria (incarico per cui è finito nel registro degli indagati) alla presidenza (ancora oggi) della Cisa, l’autostrada Parma- La Spezia. Burchi insomma è al vertice di Brescia-Padova per la sua esperienza nei Lavori pubblici e anche per le relazioni che negli anni ha costruito. Chi la vuole buttare sempre in politica, ricorda vecchi schemi che ritornano: i socialisti (Perotti è figlio di un direttore generale dell’Anas di provata fedeltà a quel vecchio partito), il loro riemergere anche attraverso il canale di Cl (Lupi), una filiera di manager e tecnici che intorno a questo mondo navigano.
Burchi, pur indagato, dalle intercettazioni esce quasi bene, se è vero che a un certo punto parla male del re-incarico al pensionato Incalza nel ministero («Una schifezza»). Sarà anche per questo motivo che Attilio Schneck, presidente di A4 Holding, non è sfiorato dall’idea che Burchi venga messo in discussione: «Non ci sono elementi per farlo, tanto più che l’indagine di Firenze nulla ha a che fare con l’attuale incarico qui a Verona». Per Schneck, la partita della Valdastico Nord «non cambia. Il vero nodo non è Incalza o un altro manager ma il compromesso da raggiungere con i trentini, magari con una contropartita sulla concessione dell’A22. Mi pare che Renzi voglia l’opera, quindi la soluzione è politica. Flavio Tosi ha lavorato in questo senso e credo che il traguardo non sia troppo distante».


Questo è ciò che volevamo sentire.
Stiamo seguendo da giorni la nuova vicenda/scandalo di intercettazioni scomode che hanno coinvolto anche il Ministro Lupi. Stavamo attendendo che i nodi arrivassero al pettine "Autostrada Valdastico". Ed ecco qui.
Ormai non si distinguono più imprenditori, politici, mafiosi. Ormai la ragnatela tessuta è cosi fitta che uno può sostituire l'altro, uno sostiene l'altro in un sistema spaventoso di corruzione, garanzie, favoritismi che nulla hanno a che fare con etica e bene comune.
Sono dentro tutti nel sistema!
Chi più chi meno. Chi avendo ladrato lo Stato per milioni di euro e patteggiato con la restituzione di una miseria, chi negli scandali dei rifiuti tossici sotto la Valdastico Sud, chi "solamente" per un abito costoso, le raccomandazioni per il figlio o per un orologio da 10 mila euro ricevuto in regalo. Ma le intercettazioni vanno oltre e dicono altro, ci sembra.
Gli scandali si susseguono: Mose, EXPO, TAV. Opere diverse, ma stesse dinamiche. I protagonisti sono sempre gli stessi. Escono dalla porta e rientrano per la finestra di questa o quell'altra società, intessendo gli stessi rapporti e continuando a mantenere in vita un sistema rivoltante che ormai è sotto agli occhi di tutti.
"Ti dò un aiutino per aver accesso alle "grandi opere" e tu mi sostieni col voto.
Una mano lava l'altra. Alla politica fa comodo: APPALTI IN CAMBIO DI VOTI. 
Leggiamo gli articoli stampa e non possiamo non provare una nausea profonda soprattutto davanti alle dichiarazioni di questi politici, imprenditori, e quant'altro che continuano a professarsi innocenti e ignari di ciò che succede attorno a loro. Ostinati a non fare un passo indietro perchè il trono sul quale sono seduti è troppo prezioso.

Ritornano in mente le parole di qualche giorno fa del Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Rodolfo Sabelli:

"Dallo Stato schiaffi ai magistrati e carezze ai corrotti".

Parole forti, ma, a quanto sembra, quanto mai vere.

Sulla Valdastico:
La Valdastico Nord, per le sue caratteristiche tecniche, volume di traffico irrisorio e costi di realizzazione abnormi, è e sarà sempre un'opera insostenibile, oltre che vecchia di 40 anni come proposta.
Trento, anche se in questo ultimo periodo sembra dare cenni di cedimento, è sempre stata contraria all'opera e, pur cominciando a parlare di "intesa", oltre a trovarsi nella difficoltà di pensare ad un tracciato alternativo a Besenello, mette davanti questioni giuridiche e politiche che probabilmente non si risolveranno a breve. (E' su questo "cavillo" che il nostro Schneck cerca di far spostare l'attenzione....)
L'abbiamo ormai ripetuto alla nausea che alle lobby il completamento della Valdastico Nord interessa solo per il rinnovo della concessione.
Non dimentichiamoci che i tempi ormai sono fuori controllo: la concessione è scaduta, il CIPE, con Delibera del 18/03/13, aveva approvato il 1° lotto funzionale fino a Lastebasse (ndr Casotto) a patto che entro giugno 2013 venisse presentato un progetto definitivo dell'intera tratta, condizione necessaria per portare la scadenza della concessione al 2026, cosa mai avvenuta. Ci aspettiamo da un momento all'altro l'ennesima multa dell'UE.
Società autostradali e politici stanno cercando in qualsiasi modo una scappatoia per "accomodarsi". 
Fortunatamente, ora sul caso concessioni sta cercando di far luce il presidente dell'Autorità anti-corruzione, Raffaele Cantone, che ha affermato di aver riscontrato molte anomalie ed ha chiesto di rivedere lo Sblocca Italia.
Chissà che questo ennesimo scandalo non sia un campanello d'allarme capace di risvegliare gli animi di chi può e deve mettere freno a ciò che ormai è diventato un quotidiano. 
Al momento le "grandi opere", i cui costi ricadono sempre sui cittadini, sono un "grande affare" solamente per chi ci governa. E questo sistema deve finire.


martedì 17 marzo 2015

Rassegna stampa TRENTINO CORRIERE ALPI

La prima settimana di marzo sul Corriere Trentino sono apparsi vari articoli riguardo il completamento Valdastico Nord e la posizione trentina. Ci siamo allarmati per una dichiarazione di Ugo Rossi. Trento sta per cedere? 
Ci è difficile capire cosa stia succedendo dietro le quinte. Noi, come voi, leggiamo le notizie stampa e cerchiamo di mettere insieme i pezzi per avere una prospettiva del futuro prossimo.

Ma andiamo per gradi. Qui sotto un estratto degli articoli apparsi sul Trentino.

27/02/2015 "Valdastico? Per noi determinante"
Il sindaco di Pergine Oss Emer sponsor dell'opera: "Aiuterebbe anche il rilancio del lago"

"La Valdastico rappresenta l'unica soluzione per togliere gran parte del traffico della Valsugana. Ma servirà anche per togliere il traffico da Pergine che così potrebbe tornare a respirare"..."assistiamo a migliaia di autoveicoli transitare sulla statale della Valsugana e non è certo un favore positivo per l'ambiente".
"..benefici che si potrebbero spingere fino all'area del lago di Caldonazzo." che "...tornerebbe a vivere dal punto di vista ambientale ed economico. L'allontanamento delle auto dalla sua sponda sarebbe un primo passo anche contro l'inquinamento del lago stesso." 
(ndr che poi sia devastata un'altra valle - perchè ricordiamoci che bucare le montagne come un gruviera, un impatto ambientale ce l'ha - non importa. Mal comune, mezzo gaudio!)


06/03/15 "Valdastico, Rossi apre "Non basta dire solo no"
Il Presidente: "Restiamo contrari, ma l'intesa non è potere di veto. Se il governo ci chiamerà al tavolo, dobbiamo dire la nostra su tracciato e Valsugana"

"Fino a questo momento nessuno, nè il governo, nè la concessionaria dell'A31, ha attivato alcuna procedura di confronto. ... "Siamo stati e continuiamo ad essere contrari alla Valdastico, nella sua logica trasportistica e nel merito di quello che prevede l'attuale progetto "Le nostre prerogative costituzionali dicono che per portare avanti la tratta nord serve l'intesa con la Provincia di Trento....ma l'intesa non vuol dire diritto di veto"
L'intesa "dovrà prevedere alcune cose. Dobbiamo poter dire la nostra sul tracciato e non solo. La mitigazione del traffico sulla Valsugana sarà un altro terreno su cui il Trentino dovrà ottenere delle garanzie."


07/03/2015 "Il Trentino non regge due autostrade"
L'assessore Provinciale Gilmozzi: "Valdastico soluzione sbagliata, ci difenderemo in tutti i modi. Il traffico va spostato dalla gomma alla ferrovia".
"...non possiamo vederci scaricare due autostrade sul nostro territorio." "Noi difendiamo le ragioni che oggi portano tutti gli esperti a dire che la sfida è spostare la mobilità dalla gomma alla rotaia."
"Non ci sono aperture, la nostra posizione è una e non è cambiata".
"Esistono due piani, il "se" e il "come". La Corte Costituzionale ha sancito che sul primo fronte, SE fare la Valdastico Nord, il trentino ha diritto a discutere sulle strade che passano sul suo terrritorio."..."Il Governo ha annunciato di voler forzare, ma ad oggi deve ancora depositare il decreto alla commissione bilaterale. Decreto che noi siamo pronti ad impugnare". La battaglia si sposterebbe dunque sul piano giudiziario. 
"Noi siamo convinti di avere ragioni molto forti per dire no ad una nuova autostrada. Il trentino non può soffocare con due autostrade." ..: "Oggi le due opzioni, ferrovia ed autostrada, sono alternative"
Ma ammette Gilmozzi: "Se il governo decidesse di forzare comunque, a quel punto dobbiamo almeno ottenere una soluzione intelligente che sia utile anche agli interessi ambientali del Trentino, un progetto che abbia un capo e una coda"..."anche se il tavolo dell'intesa desse il via libera alla Valdastico, avremmo sempre la possibilità di fare ricorso."


08/03/2015 "Valdastico, no strategico. Non discutiamo di tracciati"
Il Vicepresidente Olivi: "L'intesa non riguarda il come, ma il se fare la Valdastico Nord. Al Governo e al Veneto va detto con chiarezza che il Trentino non è terra di attraversamento, ma di giunzione tra nord e sud"

"Il confronto al tavolo dell'intesa non può avvenire sul piano tecnico, sul tragitto della nuova autostrada, ma deve restare sul piano politico. Il trentino non può essere un territorio attraversato dalle strade decise dal governo".
"..come territorio possiamo proporre soluzioni diverse. Dire no alla Valdastico e sì a qualcos'altro. Dobbiamo dire sì alla messa in sicurezza ormai inderogabile della Valsugana e dobbiamo dire sì ad un invesimento ancora più forte sulla ferrovia."


Da questi articoli si evincono tre motivazioni per il  NO di Trento:
1) AMBIENTALE: Trento non può soffocare nel traffico e nell'inquinamento dell'ennesima tratta autostradale che attraverserebbe il suo territorio. Gilmozzi dice che l'autostrada è un progetto vecchio di 30 anni e chiede di puntare sulla ferrovia. Besenello è da sempre contrario all'opera. Si sposta inoltre l'attenzione alla Valsugana, congestionata e pericolosa, che necessita quanto prima di una messa in sicurezza non più trascurabile. (Sarà la Valsugana una "merce di scambio" in un'ottica del "do ut des"? Se passi con la Valdastico, mi sistemi pure la Valsugana?)

2) GIUDIZIARIA: La Corte Costituzionale sancisce che il Trentino ha il diritto di discutere sulle strade che attraversano il territorio. Il Governo, deciso più che mai a portare a termine la questione, forza la mano e dichira di depositare un decreto alla commissione bilaterale. Il Trentino, di contro, si dichiara pronto ad impugnare la causa.

3) POLITICA: "Il Trentino non può essere un territorio attraversato dalle strade decise dal Governo." Viene messo da parte il confronto tecnico, volto a studiare gli aspetti ambientali ed economici dell'opera, e si invoca piuttosto il diritto all'autonomia che rende il Trentino una realtà politicamente e giuridicamente a sè stante.
Abbiamo l'impressione che ormai il confronto sia sempre più politico e giudiziario che tecnico. 
 Sembra che Trento, preso, forse, per sfinimento dalla pressione veneta e dai politici che chiaramente appoggiano la compagine Veneta, stia cedendo. 
E' possibile che il presidente della Provincia di Trento arrivi a "trattare" con Roma, ma non dimentichiamoci la netta opposizione di Besenello. Rossi quindi, dovrà chiedere un tracciato che salvi Besenello, il che complica non poco la ricerca di soluzioni.

Se cede Trento crolla tutto, il progetto viene immediatamente approvato.
Se l'iter per la realizzazione della Valdastico andrà avanti, non si saranno guardati nè gli aspetti ambientali, nè tantomeno quelli economici che, come abbiamo già analizzato, fanno acqua da tutte le parti.
Sarà una vittoria solamente politica. E di questi tempi, sulla politica è meglio stendere un velo pietoso. Lo si vede tutti i giorni, quando c'è di mezzo la politica tutto è il contrario di tutto.
Stiamo a vedere... 

lunedì 9 marzo 2015

AltovicentinoOnLine: 04/03/15_Cogollo.Il candidato sindaco Capovilla su Valdastico Nord :’Si, ma con vecchio tracciato

E' tempo di campagna elettorale a Cogollo.
Leggiamo su Altovicentino on line un'intervista fatta al candidato sindaco Capovilla e non possiamo non soffermarci su quanto dichiarato a proposito della Valdastico Nord.

Valdastico Nord sì, ma non sul percorso dell’ultimo progetto approvato che passa attraverso il centro di Casale con il casello in prossimità del Bar Meteora.
‘La prima ipotesi di tracciato prevedeva che l’autostrada passasse sopra l’Astico e non capiamo perché il progetto iniziale sia stato abbandonato. Quello approvato attualmente, che è ormai il 7°, rovina tutta la nostra campagna. Se saremo eletti, vogliamo individuare un’altro percorso e riproporre quello iniziale’.


Ebbene. Inizia la campagna elettorale ed emergono già i peggiori vizi dei politici: grandi opere sì basta che passino per l'orto del vicino non sul mio.
L'incapacità di guardare ai problemi generali di tutta la valle (se non si è capaci a guardare a tutto il Veneto) emerge netta in questa prima intervista del capolista della lista civica "Rinasci Cogollo".
"Cogollo deve riappropriarsi del vecchio tracciato della Valdastico Nord" dice il candidato sindaco.
Forse l'aspirante sindaco non conosce o non si ricorda il "vecchio tracciato".
  • E' quello che passava a ridosso degli stabilimenti di Siderforge con un impatto notevole sull'attività produttiva.
  • E' quello che rovinava la campagna di Velo d'Astico e la più bella chiesetta della valle dell'Astico (quella di S. Giorgio) con una serie di svincoli della larghezza di mezzo chilometro
  • E' quello che passava alto sopra la chiesetta di S. Agata (proprio nel comune di Cogollo d.C. ma lontana da Casale) e costringeva l'attuale Strada provinciale a un brusco sottopasso.
Forse un amministratore dovrebbe avere una visione più ampia dei problemi, non dovrebbe limitarsi a spazzare la polvere sotto il tappeto del vicino.
Speriamo che l'aspirante Sindaco si sia espresso male e non pensi seriamente di risolvere i problemi di Cogollo del Cengio e della valle dell'Astico in questo modo.


Qui la versione integrale dell'articolo_04/03/15 

mercoledì 4 marzo 2015

L'HUFFINGTON POST - Autostrade, Raffaele Cantone chiede la revisione dello Sblocca Italia per le concessioni. "Serve una legge organica"




Cambiare lo Sblocca Italia sulle concessioni autostradali. La richiesta esplicita, anticipata nei giorni scorsi da una lettera al ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, viene sottoposta alle commissioni parlamentari competenti della Camera dal presidente dell'Autorità anti-corruzione, Raffaele Cantone: stralciare l’articolo 5 del provvedimento, che prevede il prolungamento delle concessioni autostradali a fronte di nuove investimenti, e mettere in campo "una legge organica che riguardi solo le concessioni autostradali”.
Il magistrato ha detto che la norma “potrebbe essere in contrasto con quello che da tempo ci sta dicendo l’Unione europea sul fatto che le concessioni devono essere messe a gara pubblica“. Al contrario, lo Sblocca Italia prevede una proroga della concessione quasi automatica a favore degli attuali concessionari, per ottenere la quale è sufficiente chiedere l’accorpamento di più tratte o impegnarsi a fare investimenti comunque necessari. Così facendo, ha detto Cantone, “il meccanismo diventa un criterio di allungamento delle concessioni”. Una situazione che hanno alimentato le critiche al Governo su un regalo alle lobby autostradali, come Autostrade per l’Italia (gruppo Benetton), Gavio e Toto.
"Abbiamo evidenziato una serie di anomalie" ha spiegato Cantone, secondo cui "il passaggio alla Camera ha portato all'inserimento importante della necessità dell'intervento della Commissione europea", ma "la norma difficilmente, così com'è, potrà essere applicata senza un intervento normativo; non credo basti un intervento puramente amministrativo". Cantone si è soffermato su una "serie di problemi" derivanti dal "prolungamento delle concessioni" in relazione alla "modalità di valutazione degli investimenti e ai criteri che attengono alla determinazione delle tariffe". E al riguardo, anche in relazione al loro contenimento, ha fatto rilevare che la mancanza "in Italia di un sistema unitario" determina il rischio che "si mettono insieme concessioni che hanno sistemi diversi di valutazione delle tariffe" e questo "potrebbe finire per creare più problemi di quanti se ne volevano risolvere".
Nessuna polemica, invece, prosegue Cantone, con il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi. "Questo intervento non aveva nessun effetto polemico e tantomeno io intendo come polemica la risposta del ministro Lupi al quale, invece, do atto di aver risposto in tempo reale, dando anche una chiave di lettura ai nostri rilievi che è quello davvero della funzione delle autorità indipendenti".
Le parole del numero uno dell'anti-corruzione incontrano i favori tanto nell'opposizione, quando nella maggioranza. "Condivido i rilievi espressi" spiega Ermete Realacci (Pd), presidente della Commissione Ambiente della Camera, sottolineando che "è necessario verificare se le ulteriori obiezioni sui rischi di violazione dei principi di concorrenza ed economicità oggi evidenziate dal presidente dell'Anac possano essere superate con atti amministrativi, o se l'articolo 5 sia un legno storto che va rimosso per affrontare in modo serio e trasparente la partita della concessioni autostradali e se quindi siano necessari nuovi interventi legislativi". Anche il capogruppo in Commissione del Pd, Enrico Borghi, chiede di "fare attente riflessioni" sulle affermazioni di Cantone, "con la speranza che analoga operazione venga compiuta anche in zona piazzale di Porta Pia", sede del Ministero delle Infrastrutture.
Sel segnala di aver già "denunciato il regalo del governo Renzi ai concessionari autostradali usando il trucco dell'unificazione delle tratte e degli investimenti per la realizzazione delle opere. Il Governo e la maggioranza non ci hanno ascoltato. Ora che anche il presidente dell'autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, pone il tema di rivedere la norma, il Governo che fa?" chiede Filiberto Zaratti, che suggerisce un correttivo già nel decreto Milleproroghe con la soppressione della norma. In una nota, i deputati del Movimento 5 Stelle sottolinea la conferma della propria critica al provvedimento nelle parole di Cantone: "Si fanno regali alle lobby autostradali - dicono Michele Dell'Orco, capogruppo M5S in Commissione Trasporti e Massimo De Rosa, vicepresidente della Commissione Ambiente - senza assicurarsi che partano dei piani di investimento per quanto riguarda il miglioramento del servizio. E a rimetterci sono sempre i cittadini, non solo economicamente, pagando più caro un servizio scadente, ma per la sicurezza stradale".
L'Aiscat commenta dicendo che "il cosiddetto Articolo 5 nasce da un'iniziativa del Governo volta a sollecitare nuovi investimenti altrimenti non bancabili, in presenza di incrementi tariffari contenuti e sostanzialmente in linea con l'inflazione, e in coerenza con quanto già avvenuto o sta avvenendo in altri paesi europei e nel pieno esclusivo rispetto del diritto europeo. Valuteremo comunque la versione finale del provvedimento e ci riserviamo se auditi di dare il nostro contributo ed esprimere il nostro parere".
Carlo Renda, L'Huffington Post