La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

martedì 31 dicembre 2013

ANNO 2013 - LE TAPPE NO VALDASTICO NORD

ANNO 2013
LE TAPPE NO VALDASTICO NORD


4 opuscoli informativi (2013)                     
34 comunicati stampa (2013)                      
445 Mi Piace su Facebook (on line da marzo 2013)
41.250 visite www.novaldasticonord.info (on line da settembre 2011)       

In rosso gli eventi esterni
In nero le iniziative


11 gennaio
Riunione pubblica a Forni (Valdastico) con sindaco e vicesindaco di Besenello, e il geologo Dario Zampieri (organizzata dal comitato No Valdastico Nord)

30 gennaio
Riunione pubblica a Piovene Rocchette con il sindaco di Piovene e il presidente della Comunità montana (organizzata dal comitato NVN)

31 gennaio
La Comunità Europea risponde all’eurodeputato Zanoni: l’A31N non è una priorità per l’UE e non è prevista in alcun corridoio prioritario Ten-T

13 febbraio
Riunione pubblica a Schio (organizzata da Legambiente)

18 marzo
Il Cipe approva il progetto del tracciato A31N Piovene-Lastebasse

23 marzo
Primo slow mob (70-80 veicoli partecipanti)

29 marzo
Lettera del comitato NVN agli amministratori degli otto Comuni della valle perché si oppongano al progetto del tracciato dell’A31N

4 aprile
Delibera della Comunità montana contro il prolungamento parziale dell’A31N. Seguiranno altre delibere comunali

5 aprile
Stampate 200 magliette No Valdastico Nord

6 aprile
Secondo slow mob (circa 80 veicoli partecipanti, nonostante il maltempo)

11 aprile
Harlem shake No A31 Nord


12 aprile
Concerto a Cogollo in difesa della valle con Valincantà e BandaBrian (cinema parrocchiale zeppo)

17 aprile
Esposto alla Corte dei Conti da parte del Gruppo sportivo ricreativo di Casale per presunto danno erariale

23 aprile
Indizione concorso fotografico Un posto fantAstico (25 partecipanti, 61 foto)

8 maggio
Conferenza pubblica a Thiene sul tema “Territorio, grandi opere, sviluppo?” (organizzata dal Movimento 5 Stelle)

16 maggio
Incontro pubblico a Chiuppano su “Valdastico Nord: interesse pubblico o interesse privato?” (organizzata da InfoChiuppano.it/2 Pan Project) 

30 maggio
Il Comitato NVN in diretta radiofonica a Radio Coopertiva 

2 giugno
Passeggiata Il giro fantAstico nella campagna di Cogollo (oltre 350 partecipanti)
Premiazioni concorso fotografico Un posto fantAstico

3 giugno
Sopralluogo dell'europarlamentare Andrea Zanoni nella Valle dell'Astico (presenti anche sindaco e vicesindaco di Besenello)

30 giugno
L’A4 Holding non presenta alcun progetto entro la scadenza fissata dallo Stato per il prolungamento fino a Trento, chiede anzi una proroga di altri due anni

19 luglio
Pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della delibera del Cipe del 18 marzo

2 agosto
Il ministro Lupi tratta con l'Europa per ottenere la proroga della concessione autostradale della Serenissima

12 agosto
Incontro pubblico sulla A31 Nord a Tonezza (organizzata dal Comitato SP 64)

22 agosto
Il Comitato NVN partecipa al sopralluogo ai cantieri della Superstrada Pedemontana Veneta

29 agosto
Il Comitato NVN a Padova a portare solidarietà a Don Bizzotto in digiuno contro le grandi opere

6 settembre
L'eurodeputato Zanoni ottiene dalla CE la richiesta di chiarimenti sull'applicazione della direttiva sulla VIA per la Valdastico Nord

12 settembre
Digiuno di 24 ore a staffetta per 5 giorni contro le grandi opere (9 persone del comitato NVN)

28 settembre
Digiuno di 24 ore in concomitanza con l'iniziativa regionale contro le grandi opere lanciata da Don Bizzotto (2 persone del comitato NVN)

4 ottobre
Nasce il Coordinamento No Valdastico Nord Trentino

10 ottobre
Fiaccolata “Vajont. 50+1giorno. Luci sulla frana della Marogna per non dimenticare” a Casotto

12 ottobre
Incontro pubblico a Trento “Autostrada Valdastico-PiRuBi: quanto costa, a chi serve?” (organizzata dal Coordinamento No Valdastico Nord Trentino)

18 ottobre
Stampati i segnalibri No Valdastico Nord

26 ottobre
Incontro pubblico a Camisino “Facciamo il punto sulla Valdastico Nord” (organizzato dal circolo culturale “Le città visibili” di Caltrano)

27 ottobre
Alle elezioni provinciali di Trento vince la coalizione di centrosinistra, che si dichiara contraria all'A31N

30 novembre
Il comitato NVN partecipa a Venezia alla mobilitazione regionale contro le grandi opere organizzata dai Beati costruttori di pace 

2 dicembre
Pronto il calendario Un posto fantAstico (200 copie esaurite in un paio di settimane)



martedì 17 dicembre 2013

I politici veneti sull'A31 Nord: la sindrome Nimby al contrario

I politici veneti sull'A31 Nord:
la sindrome Nimby al contrario

Valle dell’Astico, 17 dicembre 2013


In Veneto, e in provincia di Vicenza specialmente, i politici stanno dando luogo al fenomeno Nimby all’incontrario: qualsiasi opera va bene purchè venga fatta nel nostro territorio. Anche se non serve, anche se è superata, anche se costa troppo, anche se non verrà mai finita.
In questi giorni stiamo assistendo infatti ad uno stillicidio di dichiarazioni sull’A31 Nord legato al fatto che le concessioni autostradali sono scadute e le società monopoliste son disposte a tutto pur di ottenere l’ennesima proroga.
Il più disperato di tutti è Attilio Schneck (Lega Nord), commissario della Provincia di Vicenza, che agisce però anche e soprattutto in veste di presidente dell’A4 Holding: Schneck addirittura ha scritto un appello alcuni giorni fa a tutti i politici vicentini in difesa della “sua” autostrada. Da cosa? Dall’emendamento alla legge di stabilità che prevede la fusione tra concessionarie autostradali, ad esempio l’A22 con l’A4: soluzione accarezzata invece da Flavio Tosi (Lega Nord), presidente della società Autostrada Brescia-Padova, controllata dallo stesso Schneck, perché rinnoverebbe automaticamente le concessioni scadute e renderebbe quindi inutile l’A31 Nord, che avrebbe il difetto, dal punto di vista del sindaco di Verona, di togliere traffico – e quindi profitti – all’Autobrennero.
Se a Schneck poi si affianca Luca Zaia (Lega Nord), governatore del Veneto, a Tosi si appaia Ugo Rossi (Patt), presidente della Provincia autonoma di Trento governata da una coalizione di centrosinistra, sempre dichiaratasi contro l’A31 Nord, ma non al rinnovo delle concessioni scadute. Infine sembra scendere in campo Federico Ginato (Pd), che pur avendo condiviso personalmente alcuni mesi fa le preoccupazioni del comitato No Valdastico Nord, ora sembra improvvisamente al fianco di Schneck al grido che “il futuro vicentino non possono sceglierlo gli altri”.
In definitiva, quello che fino a pochi mesi fa volevano farci passare per un potenziamento dei corridoi europei (tesi smentita dalla stessa CE con una risposta ad un’interrogazione dell’eurodeputato Andrea Zanoni), si rivela ora per quello che è: un affare provinciale, che vede contrapposte da un lato la provincia di Vicenza, dall’altro le province di Trento e Verona.
Mentre lo Stato rischia il default, le squadre di monopolisti e i loro rappresentanti politici si contendono spudoratamente i profitti delle autostrade, entrambe le parti sapendo di aver torto: le concessioni sono scadute e vanno messe a gara per assicurare allo Stato le maggiori entrate possibili, che ci risparmierebbero rincari di Iva, Imu e Tares (o ci fornirebbero servizi migliori). Ma mungere i cittadini è senz’altro più facile che diminuire i profitti di banche e grossi gruppi finanziari che gestiscono le redditizie concessioni autostradali.

La Difesa del Popolo - 08/12/13

Interessante spazio dedicato dai redattori de La Difesa del Popolo alla manifestazione tenutasi a Venezia il 30 novembre.



Estratto dal Blog SOTTO LA NEVE PANE/RETE COMITATI ALTO VICENTINO

I gatti grigi e la notte

”Ci sono rabbie che nascono dalla consapevolezza e altre che nascono dalla frustrazione. Ci sono rabbie che producono cambiamento e rabbie che producono restaurazione: diritti contro galera, abbracci contro pugni, comune contro egoismo, solidarietà contro profitto".

Queste parole, lette in rete, ci fanno riflettere su quello che sta accadendo nei nostri territori, dove le strade si sono riempite di persone “in rivolta” e sulle quali  è stato detto da molti tutto e il contrario di tutto.
Pensiamo che occorra smontare la bella favola di un popolo unito che recede dalle millenarie divisioni: gli orazi e i curiazi, i guelfi e i ghibellini, i fascisti e gli antifascisti, i gobbi e i torinisti, perfino i poliziotti e i carabinieri, tutti uniti per cacciare i cattivi governanti e portare libertà, giustizia e benessere al popolo.
Una lettura banale della realtà.
Innanzitutto gli organizzatori: o perlomeno, quelli che i media mainstream hanno indicato come organizzatori. Chi sono? Cosa vogliono?
L'organizzazione della protesta è composta da sigle corporative minoritarie e tendenzialmente reazionarie e formazioni politiche di estrema destra.
Alcune Sigle: LIFE, Cobas Latte (quei 500 allevatori ai quali lo stato ha pagato milioni di euro di multe UE prelevati dalle nostre tasche), Comitati riuniti agricoli, Cos.Pa , Forconi,  Forza Nuova, Casa Pound, Ultras del calcio.
Ma, a parte Forza Nuova e Casa Pound dei quali sappiamo che si sono buttati come mosche sulla merda (aiutati dai media nazionali e da poteri poco palesi ma sempre presenti) per incrementare i propri adepti), chi sono gli altri? Che hanno fatto nei decenni passati? Per chi hanno votato, come hanno inciso sulla realtà Italiana?.
Le sigle più in vista sono costituite da delusi della Lega Nord e della destra berlusconiana. Persone e categorie economiche che hanno contribuito col loro consenso allo sfacelo in cui naviga il paese. Persone per le quali noi tutti abbiamo pagato le tasse (vedi le già citate multe per lo sforamento delle quote latte) e che hanno vissuto (molto) bene per decenni dentro il sistema economico e sociale italiano, quando la crisi non mordeva ancora il sedere.
Ed oggi che la crisi imperversa e il loro benessere economico è in discussione, ecco che si svegliano e cercano un capro espiatorio. Si immaginano che tutto tornerà come prima se solo “la kasta” lascerà il Palazzo. Si immaginano soluzioni cilene, con giunte rette da “forze dell’ordine” e sospensione della democrazia, pur di continuare la propria esistenza dentro il solo modello che hanno conosciuto e che concepiscono.
Nessuna ricerca dell’alternativa, nessun approfondimento, solo parole d’ordine banali e soluzioni semplicistiche.
Noi crediamo che i gruppi, i collettivi, i movimenti, ma anche i singoli, che si sono battuti e si battono per l’ambiente, contro la speculazione, contro le grandi opere, per i beni comuni, invece di ammiccare ai forconi come abbiamo visto fare in alcuni casi,  dovrebbero innanzitutto interrogarsi sul perchè i temi a noi cari non riescano ad avere l’eco che hanno rivendicazioni e parole d’ordine generiche e banali come “tutti a casa”.
Pensiamo che dovremmo riflettere sul fatto che le persone che stanno ai caselli delle autostrade, non si pongono il problema del territorio, della salvaguardia dell’ecosistema, del biocidio, del consumo di suolo, dell’alternativa a un sistema distruttivo, della creazione di strumenti per la democrazia, ma invocano soluzioni autoritarie e derive cilene.
Noi non li abbiamo mai visti alle nostre manifestazioni: non c’erano il 30 novembre a Venezia, non c’erano il 16 novembre per “Fiume in Piena”,  non c’erano il 12 Ottobre nelle mobilitazioni sui territori, non c'erano negli anni trascorsi in cui abbiamo lottato per un presente degno e un futuro dignitoso e, ne siamo abbastanza certi, non ci saranno mai.
Per esserci dovrebbero radicalmente cambiare il loro modo di pensare, smettere di autoassolversi, rovesciare il punto di vista per cui c’è sempre un colpevole altrove (che sia la kasta o il migrante cambia poco), ammettere che "il popolo" non è migliore della classe dirigente che ha saputo esprimere.  Dovrebbero prendere atto che un’era è terminata, capire che solo un cambiamento radicale e solidale può permettere a tutti di salvarsi.
L'alternativa è la barbarie.

La rivolta dei forconi nasce da una perdita di status e dal desiderio di ripristinarlo (ad ogni costo, anche pagando il prezzo della definitiva perdita della democrazia),  la nostra rivolta nasce da un esigenza consapevole e radicale di miglioramento della condizione collettiva.
 

lunedì 16 dicembre 2013

LA LETTERA. Il commissario della Provincia scrive ai parlamentari berici per indurli a bocciare il progetto societario «No alla fusione tra A4 e A22»

LA LETTERA. Il commissario della Provincia scrive ai parlamentari berici per indurli a bocciare il progetto societario
«No alla fusione tra A4 e A22»
 
 
L´appello di Schneck ai deputati: «Aiutate il Vicentino e fermate quella norma. Altrimenti sarà la fine della Valdastico Nord»
«Ultima chiamata Valdastico Nord». Eccola lì, sotto il logo della Provincia e accanto al numero di protocollo, la riga che stride in un documento amministrativo. Ma ha voluto proprio darci un titolo per sintetizzare il senso della lettera-appello ai parlamentari vicentini. Attilo Schneck, commissario della Provincia, è uomo concreto, a costo di essere controcorrente. Invita i deputati berici ad «aiutare il Vicentino». Come? Bocciando l´ordine del giorno alla legge di Stabilità, in discussione a Roma in questi giorni, sulla fusione della concessionaria A4 con l´A22. Perché? Se dovesse passare, «qua ci fregano», scrive senza tanti giri di parole. Vicenza, secondo Schneck, resterebbe ferma al palo, in tema di infrastrutture. Quindi, indietro anni luce rispetto Verona e Trento. Che, guarda caso, secondo il commissario, sono proprio quelle che avrebbero tutti gli interessi a non realizzare l´A31 Nord.
I MOTIVI. «La c! oncessionaria A22 è in scadenza e prossima alla gara - si legge -. Ora, tramite i governatori di Trento e Bolzano e i parlamentari trentini, si tenta l´ennesimo scippo alla Bs-Pd proponendo accordi per una fusione che porterebbe l´A4 ai piedi di A22 che intende bocciare Valdastico Nord: insomma sarebbe il de profundis della Valdastico Nord». E svela: «Come mai Trento non vuole l´A31? Semplice. Sottrae traffico all´A22. Traffico che porta i 9/10 di Iva e Ires in casa trentina. Una cifra che permette alle Province autonome di risultare prime in Italia per servizi alla popolazione. E noi che facciamo? Per andare a Modena senza passare per il Trentino, finanziamo le loro bravure?». Schneck sottolinea che Valdastico Nord è importante perché «assorbirà il traffico da Nord a Sud e verso il Brennero, facendo risparmiare in tempo, soldi e inquinamento. Non solo. Vicenza è sottostimata dal punto di vista delle infrastrutture rispetto ad altri territor! i come Verona, per esempio. E allora - si chiede - come voglia! mo porre rimedio a questo gap? Vogliamo ancora assecondare i trentini o Verona che su questo tema nicchia o fa la gnorri?». E il riferimento è al sindaco di Verona, Flavio Tosi, alla guida della società concessionaria, Brescia-Padova.
IL CONTRASTO. Ritorna evidente la distanza tra i due presidenti di casa A4: Schneck, a capo della Holding, e Tosi, della concessionaria. Sì, perché Tosi, meno di un mese fa, aveva incontrato il neo governatore trentino, Ugo Rossi, cercando con lui una formula all´emendamento alla legge di Stabilità in modo da arrivare all´aggregazione tra le due società autostradali e puntare al prolungamento della concessione (beneficiando di quella della Bs-Pd) condiviso dall´Ue e aggirando, magari, la Valdastico Nord. O trovando, dicono i bene informati, solo un accordo sulla carta. Schneck allora si era sfilato: «Parlo da commissiario e da presidente dell´A4 Holding - aveva dichiarato -. L´emendamento (è stato po! i bocciato in Senato e ora ripresentato come ordine del giorno alla Camera, ndr) non deve passare perché per noi sarebbe solo penalizzante. I signori trentini vogliono solo fregarci». Subito dopo una nota congiunta dell´A4 Holding a firma Tosi e Schneck: «La Valdastico Nord è inderogabile». Ed ora ecco un nuovo allungo di Schneck: «Impedite la fusione. È l´ultima chiamata per la Valdastico».



Il Giornale di Vicenza
sabato 14 dicembre 2013 – CRONACA – Pagina 28

giovedì 5 dicembre 2013

ABBIAMO RAGGIUNTO LE 40.000 VISITE!!!


Un grazie di cuore a tutti i collaboratori, ai lettori e ai sostenitori del Comitato NO Valdastico NOrd!!

lunedì 2 dicembre 2013

"NO ALLE GRANDI OPERE, IN DIFESA DELLA QUALITA' DELLA VITA" - Venezia 30/11/13

A Venezia sabato 30 novembre si sono date appuntamento più di mille persone, provenienti da città e paesi di pianura e montagna, appartenenti a ben 170 tra Comitati ed Associazioni che da mesi (anni!), si battono per il rispetto e l'utilizzo consapevole dell'ambiente e l'arresto della cementificazione, una delle principali cause delle catastrofi ambientali di cui siamo stati spettatori anche in questi giorni.
Di seguito una serie di articoli apparsi sulla stampa.

Link_ALTRECONOMIA

Link_CORRIERE_DEL_VENETO

Link_IL_MATTINO_DI_PADOVA

Link_IL_GAZZETTINO

Il racconto di un partecipante.


"Domenica 30 novembre si è tenuta una folta manifestazione a Venezia, organizzata dai Beati costrutttori di pace e a cui ha aderito oltre un migliaio di persone che sono giunte singolarmente o organizzate con uno dei tanti comitati che si oppongono allo "scempio del territorio".
Gli slogan riguardavano la pedemontana veneta, la centrale a carbone nel delta del Po, gli interventi viabilistici nel rodigino, interventi fuori scala per le esigenze locali.
Bambini con i loro striscioni e i loro cartelli. Numerosissime le persone che hanno sfilato con le bandiere di Legambiente. Un folto gruppo manifestava contro le grandi navi e contro l'uso commerciale che si fa di Venezia portando le grandi navi, veri mastodonti del mare, in un'area delicatissima quale la laguna di Venezia.
Presenti Don Bizzotto e l'europarlamentare Andrea Zanoni, poi un'infinità di persone da tutto il Veneto intervistate da Marco milioni di Vicenza+ e dal telegiornale regionale.

Il corteo è partito dalla stazione, ha percorso la strada nuova e nuovissima tenendo la sinistra del Canal Grande fino al ponte dell'Accademia che è stato attraversato per poi dirigersi alle Zattere, dove è arrivato quando ormai era il tramonto.
Ha partecipato anche il Comitato NO Valdastico NOrd. Segnalata la presenza del Movimento per la decrescita civile, infiniti comitati locali e perfino della Liga Veneta con le bandiere di San Marco evidentemente convinti, diversamente dalla Lega Nord,che il Veneto non si valorizza ricoprendolo di cemento e producendo debiti per le prossime generazioni."

 Alcune foto della manifestazione 
















L'Adige - 29 Novembre 2013 - Schneck non smette con le minacce.... A Rossi: "La pagherai!"



Rossi snobba i veneti Valdastico, è guerra
Schneck: «La pagherete»
venerdì 29 novembre 2013 Prima Pagina, pagina 1

Dall'ipotesi di matrimonio tra A22 e A4 a un burrascoso divorzio. Di mezzo, ovviamente, il dossier sempre rovente della Valdastico nord. Al vertice romano, convocato in concomitanza con la scadenza dell'«ultimatum» ministeriale alla Provincia, Rossi ha inviato una funzionaria. L'ira di Schneck: «La pagheranno».
P. GHEZZI A PAGINA 7

Valdastico, il no di Rossi A4: Trentino, la pagherai
Vertice a vuoto. I gestori benzina diffidano Eni-A22
Il presidente manda una funzionaria, i veneti si infuriano
venerdì 29 novembre 2013 Economia, pagina 7

ROMA/TRENTO - Sulla Valdastico nord l'ultimatum del mit (ministero trasporti) alla Pat scadeva ieri. Ma il Trentino, si sa, lo considerava irricevibile.
E così, davanti ai vertici dell' A4 Brescia-Padova si è presentata - come il poverello di Assisi dal sultano o dai lupi - la sola funzionaria Pat Maria Celestina Antonacci , inviata dal dirigente generale Raffaele De Col con una lettera firmata dal presidente Ugo Rossi . Che ha ribadito: per disegnare il futuro infrastrutturale del Nordest ci vuole un'intesa tra Regione Veneto, Provincia di Trento e ministero infrastrutture; i veneti non possono disegnare arterie stradali su un territorio che non è il loro. Vanno stabilite priorità strategiche, e discusse a livello politico.
Chissà se l' A4 si aspettava davvero qualcosa di diverso, ma non l'ha preso bene, l'ennesimo «no» trentino alla Valdastico nord, opera da cui dipende la proroga al 2026 data ai veneti, mentre il ministro Lupi ha chiesto all'Ue di prorogare di due anni la verifica sulla concessione dell' A4 , fino al 2015: poi sarà gara, come per l' A22 (che ieri ha ricevuto una diffida da Faib Autostrade, Fegica ed Anisa per le disdette di Eni ai gestori delle aree di servizio) a meno che il famoso odg sulla fusione non s'infili in qualche legge, Bruxelles permettendo.
Il gruppo A4 ieri al mit ha schierato il presidente della Brescia-Padova Flavio Tosi , l'ad A4 holding Giulio Burchi e il dg Bruno Chiari più il dg Brescia-Padova Maurizio Pagani . 4 uomini contro una sola funzionaria di Trento, a ripresentare le proposte su dove far passare le 4 corsie di Valdastico Nord negli ultimi 15 km in Trentino, «che non le ha previste - ricorda De Col - in alcuno strumento urbanistico, così come non ci sono nel piano infrastrutture, cosicché non aveva senso l'ultimatum di 15 giorni per un'opera che non può essere pianificata senza l'assenso di Trento e che qualunque contadino impugnerebbe».
I dirigenti del ministero hanno garantito all' A4 che il progetto Valdastico Nord (che prevede lo sbocco a Besenello) andrà al Cipe, anche senza l'accordo con Trento, perché l'opera è nella legge obiettivo 2007.
Ben sapendo che se Rossi resiste fermo sul «no, va là» alla Valdastico, Valdastico non sarà. Il presidente di A4 holding Attilio Schneck , vicentino pane al pane vino al vino, ha detto al sito «Venezie Post»: «Nessuno strappo. Semplicemente andrà ridiscusso tutto il sistema delle autonomie, retaggio storico anacronistico. Se per colpa di altri le cose vengono bloccate, vorrà dire che qualcuno pagherà».

COMUNICATO STAMPA Prolungamento a nord dell'A31: "Trento ha fatto bene a non presentarsi a Roma: ormai è solo speculazione finanziaria”

Valle dell’Astico, 29 novembre 2013

Considerate le premesse, bene hanno fatto ieri i trentini a non presentarsi al tavolo romano sulla Valdastico Nord – commenta Giuseppe Sentelli del Comitato No Valdastico Nord -. È ormai evidente infatti che a Roma non interessa decidere per il bene del territorio, nè tanto meno per una sana gestione economica della cosa pubblica. L'incontro di ieri al Ministero delle Infrastrutture ha visto l'assedio dei rappresentanti della concessionaria negli uffici del ministero per ottenere, artificiosamente, la proroga di una concessione già scaduta e imporre a Trento, ancora una volta contro la sua volontà, il prolungamento a nord dell’A31 Valdastico, un'opera definita la più inutile d’Italia 40 anni fa e che lo è ancor di più ora che si sta cercando di spostare il traffico a lunga percorrenza su rotaia con ingenti investimenti (leggi Germania). La cosa più logica sarebbe abbandonare questo stupido miraggio del “ponte sullo stretto del nord” e mettere a gara una concessione che garantirebbe notevoli introiti allo Stato. Ma invece si vogliono buttare via i soldi per iniziare un'opera faraonica, che probabilmente non vedrebbe mai la fine. E questo perché? Per salvare la faccia del ministro Lupi? Nessuno gli ha chiesto di andare in Europa a dire il falso, ovvero che nei mesi scorsi c'era stata un’apertura sulla Valdastico Nord da parte dei trentini. In realtà il motivo principale è difendere gli interessi finanziari della A4Holding, ovvero le banche che vogliono trarne il massimo profitto, per loro, ovviamente, cui poco importa il bene comune. Ma questo non stupisce, essendo organismi privati. Piuttosto è strano che a Roma abbiano rappresentatività più loro degli enti pubblici. Per cui è ormai evidente che la Valdastico Nord è un’opera di speculazione finanziaria, che ha ben poco a che vedere col sistema dei trasporti e molto invece con la devastazione inutile del territorio”.

giovedì 28 novembre 2013

La telenovela continua....Parte seconda


Il Giornale di Vicenza ha ritrovato pane per i suoi denti con questo discorso delle concessioni...
I Nostri non si perdono d'animo e continuano a battere i pugni, rischiando, ormai, di farsi solo del male.
Qui sotto, due articoli apparsi sul GdV il 22 e 23 novembre e un nostro commento.

«Niente fusione A4-Brennero senza Valdastico»

Il commissario della Provincia di Vicenza e presidente A4 holding: «I trentini vogliono prenderci in giro, ma l'opera per noi va fatta»
22/11/2013
«I trentini vogliono fregarci. Continuano a dire no alla Valdastico e vogliono la fusione con la Brescia-Padova. Io dico che non ci sarà alcuna fusione se non verrà realizzata la Valdastico nord. E per realizzata intendo cantiere, opera fatta. E non deve passare l'emendamento per portare all'aggregazione delle due concessionarie A4 e A22 e non perché non lo voglio io, non lo vuole l'Europa».
Attilio Schneck è carico a mille. A cercare l'intesa con Trento però è andato su Flavio Tosi, presidente della Brescia-Padova, sindaco di Verona (in passato i veronesi non sono mai stati di fatto pro Valdastico perché l'arteria avrebbe bypassato il nodo scaligero), segretario regionale della Lega Nord, stesso partito di Schneck.
Ricopre Tosi ora l'incarico di presidente della controllata Brescia-Padova che fino a pochi mesi fa era guidata da Schneck, il quale siede ora nel consiglio a fianco di Tosi ed è ai vertici dell'A4 holding, nuova denominazione del gruppo Serenissima, la società di partecipazioni che controlla tra l'altro il 100% del capitale di Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova, concessionaria del tratto dell'A4 da Brescia a Padova e dell'A31 Valdastico.
Una Valdastico mozzata. Il Cipe ha dato il via libera al progetto del primo tratto da Piovene Rocchette al confine veneto, ma sul tavolo mancano ancora i 15 km fino a Besenello perché non si è mai raggiunta l'intesa con la Provincia Autonoma di Trento sul tracciato.
L'approvazione entro il 30 giugno 2015 del progetto definitivo della Valdastico Nord consentirebbe la proroga al 2026 della concessione dell'A4, di fatto già scaduta, ma prorogata di due anni proprio con questo impegno. A premere il Ministero. Ancora picche di fatto dai trentini. Che però a Tosi hanno detto di comprendere bene la necessità della Brescia-Padova di procedere nell'iter così come concordato con il Governo e con l'Ue.
L'interesse per la Pat è tutto concentrato sugli anni di proroga dell'A4 al 2026 con la possibilità di far vivere anche la concessione dove sono direttamente coinvolti, l'A22 Autobrennero, prossima a fine vita e con la mannaia della gara che non vorrebbero mai. Fondere le due società? Tosi e il neogovernatore trentino Ugo Rossi si sono trovati d'accordo nel cercare una formula all'emendamento alla legge di Stabilità in modo da arrivare all'aggregazione dell'A22 con l'A4 e ad un accordo condiviso dall'Ue. Aggirando la Valdastico e magari - dicono i ben informati - trovando solo un accordo sulla carta. O magari neppure quello. E qui s'infila Schneck: «Parlo da commissario della Provincia di Vicenza e presidente dell'A4 holding. L'emendamento non deve passare perché non serve alla Brescia-Padova, un'aggregazione con l'A22 per noi sarebbe solo penalizzante. I signo
ri trentini vogliono far saltare la Valdastico». Di più: «Fregarci».
Roberta Bassan

Link GdV_221113

Risiko delle autostrade, la Valdastico rischia

La fusione tra concessionarie sbloccherebbe i fondi per la ferrovia del Brennero, ma il patto isolerebbe Vicenza e Treviso
23/11/2013
Per lui, nelle sue vesti di commissario per la ferrovia Verona-Brennero, probabilmente si risolverebbe un problema: l'ipotesi di fondere le concessionarie autostradali A4 “Serenissima” e A22 “AutoBrennero” potrebbe sbloccare i fondi per il lato italiano del nuovo maxi-tunnel ferroviario del Brennero: «In questo ore il Parlamento sta discutendo di soluzioni - conferma - che potrebbero sbloccare la vicenda». Ma Mauro Fabris, ex sottosegretario, è vicentino. E basta ascoltare le sue poche parole, e metterle assieme all'attacco affidato ieri al nostro giornale dal commissario della Provincia berica Attilio Schneck, per capire che proprio il Vicentino e il Trevigiano rischiano ora di essere messi in freezer dalle ipotesi di nuovi accordi tra veronesi e trentini.
FERROVIE: AVANTI VERSO NORD. Come ormai è chiaro, la Provincia di Trento potrebbe accettare di far consegnare allo Stato dalla “AutoBrennero” (dove governa assieme a quella di Bolzano, che in questo momento è meno bellicosa) i 550 milioni di euro ricavati dai pedaggi autostradali che per legge però sono destinati alla costruzione della galleria ferovviaria del Brennero. «Sommati agli 800 milioni già messi dallo Stato, arriviamo a 1,3 miliardi: sono l'esatta cifra messa anche dall'altra parte dall'Austria», spiega Fabris. Che può sorridere perchè davvero il corridoio europeo Berlino-Palermo è l'unico che davvero si sta realizzando: «I lavori sono al 24%, ci sono gare da 350 milioni in corso per il passaggio dei binari sotto l'Isarco, è stato avviato il tratto Fortezza-Ponte Gardena, si è trovato l'accordo con Verona per l'arrivo dei binari da nord».
LA STRATEGIA DI TRENTO. I trentini in questo periodo hanno ottenuto da Roma soldi per “provare” il futuro by-pass ferroviario della città di Trento. Ma non vogliono “mollare” i 550 milioni che la società AutoBrennero-A22 ha raccolto per il Brennero: su questo il Governo ha aperto un contenzioso, perché ritiene siano dovuti. Ma dall'altra parte, sempre il Governo, ha la A4 Brescia-Padova che da mesi ha aperto a sua volta un contenzioso perché ritiene di essere stata danneggiata più volte da Roma - al di là del “no” di Trento - nel suo iter per realizzare l'autostrada Valdastico, ed è quindi pronta a chiedere danni per cifre enormi. Non solo: entrambe, la società A22 di trentini-altoatesini e la A4 dei veneti, stanno per vedere scadere la loro concessione, con lo spettro delle gare europee. Allora ecco la soluzione emersa da tempo: progettare una fusione tra la A22 e la A4, e forse poi altre concessionarie, e far scattare per tutti un rinnovo della concessione di decenni. «Un vantaggio per lo Stato c'è: le concessionarie - spiega Fabris - farebbero le opere già pianificate e ora ferme, e Roma non dovrebbe garantire i soldi per il “subentro” che, in caso di sconfitta in gara, devono comunque andare al concessionario attuale come indennizzo». Non solo: si chiuderebbero i contenziosi con la A4 e con la A22, anche perché trentini sbloccherebbero i 550 milioni « e quindi come commissario per la ferrovia vedrei raggiunto l'obiettivo. Mi spiace solo per Vicenza, per cui mi sono sempre battuto, perché questo quadro potrebbe essere la pietra tombale per l'autostrada Valdastico nord, che pure è stata inserita dall'Ue nel corridoio Nord-Sud».
VERONA-TRENTO. Di più Fabris non dice. Ma basta rileggersi i giornali per farsi un quadro. Primo: storicamente Verona non è mai stata favorevole alla Valdastico nord proprio perché collega Veneto e Trentino “saltando” il nodo veronese. Secondo, la Valdastico nord è diventata una priorità anche a Verona anni fa per un semplice motivo: la concessione risale al 1970, prima delle leggi europee sulle gare d'appalto, quindi l'Ue non può imporre una gara e quindi è diventata la “roccia” in base a cui ottenere prolungamenti della concessione per l'intera società A4 Brescia-Padova. Terzo: mesi fa il Governo ottenne dal Trentino un mezzo “sì” alla Valdastico nord - purché magari sbocchi a nord di Trento, by-passando la città - perché i trentini considerano più pericolosa la futura superstrada Valsugana, dove si scaricherebbe anche il traffico della futura superstrada Pedemontana veneta. Quarto: il nuovo presidente Rossi del Trentino ha invece frenato bruscamente sulla Valdastico, pressato dai suoi, e allora il Governo gli ha imposto un ultimatum per giovedì prossimo. Quinto, l'incontro tra Rossi e il sindaco veronese Flavio Tosi, che ora è presidente della A4, ha rimesso in pista la fusione delle concessionarie: permetterebbe di ottenere la proroga della concessione senza dover per forza fare la Valdastico Nord (il che va bene a Trento e a Verona). Sesto: la A22 e la A4 si troveranno ora a gestire insieme la costruzione della nuova autostrada Nogara-Mare concessa dalla Regione proprio alla “Brescia-Padova”. Ed è l'asse che permetterà di raccogliere traffico in arrivo dall'area adriatica-emiliana e collegarlo verso nord facendolo entrare nel corridoio della A22 AutoBrennero, che proprio ora sta lanciando la 3a corsia Modena-Verona. Settimo e ultimo: si ridisegnerebbero così le infrastrutture venete garantendo futuro e prosperità alle società A22 e A4, lasciando però “in disparte” Vicentino e Trevigiano. Ecco perché l'urlo di Schneck ci sta tutto. Anche se i pro-Valdastico una carta ce l'hanno ancora: l'Ue davvero direbbe sì a una concessione di decenni senza fare quell'autostrada che invece è l'unica che ha il timbro “realizzabile senza gara”?
Piero Erle

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COMMENTO
Le concessioni scadute hanno innescato un grande Monopoli: sulla scacchiera ad ogni passo c'è una nuova aggregazione, un partecipante che corre in avanti, qualcun altro che rischia di restare fermo un giro. Il tutto senza fare i conti con le norme e la legalità che in questo caso è rappresentata dalle leggi europee, perché tanto in Italia la legalità non è un problema ... basta conoscere un ministro.

Ma in tutto questo chi ci perde? Sicuramente ci perdono le casse pubbliche, già allo stremo. Con la scusa che le concessionarie realizzerebbero delle opere per conto dello stato, dimenticando che, mettendo a gara le concessioni, lo Stato incasserebbe di più e comunque potrebbe far eseguire le opere necessarie dai nuovi gestori, con il vantaggio di una maggiore chiarezza.

Un passaggio va sottolineato "la A4 Brescia-Padova ... da mesi ha aperto a sua volta un contenzioso perché ritiene di essere stata danneggiata più volte da Roma - al di là del “no” di Trento - nel suo iter per realizzare l'autostrada Valdastico, ed è quindi pronta a chiedere danni per cifre enormi"

Ecco il cane che morde la mano del padrone. Dopo avere beneficiato di proroghe, deroghe infinite, dopo che lo Stato ha già dovuto pagare una multa, dopo aver ottenuto aumenti delle tariffe molto maggiori dell'inflazione, dopo che si gestisce una concessionaria da 11 lustri, si minacciano cause per milioni di euro contro lo stato.

Chiunque vinca, stiamo precipitando nel gorgo.

DIAMOCI UNA MANO - Sabato 30 Novembre Manifestazione Regionale a Venezia

Sabato 30 Novembre i Beati i costruttori di pace  si danno appuntamento alle ore 14,00 presso la stazione Santa Lucia di Venezia per manifestare la propria contrarietà:
  •  al consumo indiscriminato di suolo
  • ai progetti finanziari dove l'interesse pubblico viene sottomesso a quello dei privati "finanziatori"
  • alla presenza di grandi navi in un contesto fragile come la laguna veneta
  • alla costruzione di infrastrutture poco giustificabili che devastano il territorio e arricchiscono qualche società privata.

Questa manifestazione si propone di:
  • ridare voce ai cittadini
  • tutelare il nostro futuro (clima e suolo fertile)
  • tutelare le nostre finanze attuali eliminando fonti di spesa che non ci possiamo permettere.

Il manifesto si può leggere qui http://www.beati.eu/images/stories/pdf/piattaforma_manifestazione_30_novembre.pdf
 
Partiremo da Piovene Rocchette (stazione delle corriere presso la ex Lanerossi di fronte alla chiesa di Rocchette) alle ore 11,30 di Sabato 30 novembre.

Per chi viene con mezzi propri l'appuntamento è alla stazione di Venezia alle ore 14,00.
Alleghiamo volantino di SALVIAMO IL PAESAGGIO