La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

lunedì 27 gennaio 2014

AUTOSTRADE: AUMENTO DELLE TARIFFE E SCONTI PER I PENDOLARI


Intorno alle autostrade si è creata una commediola con due protagonisti che fingono di discutere partendo da due punti di vista opposti: le società concessionarie e lo Stato.

Oggetto del contendere l'aumento delle tariffe autostradali.

Come ogni anno i concessionari delle autostrade presentano il conto allo Stato: vogliono più soldi (e naturalmente li dobbiamo pagare noi).

Perché dobbiamo pagare di più per percorrere la stessa autostrada dell'anno scorso? Forse perché c'è stata l'inflazione? Fosse così andrebbe ancora bene perché in definitiva si pagherebbe sempre lo stesso prezzo solo aggiornato (per la verità non tutti sono così fortunati: molti lavoratori e altri settori economici si sognano l'adeguamento all'inflazione, semplicemente stringono un po' la cinghia).

Ma se l'aumento è maggiore dell'inflazione? E' proprio questo il caso perché l'aumento dei pedaggi è sempre maggiore dell'inflazione (+400% nel 2010 nel tratto Bs-Pd). Dobbiamo pagare perché l'autostrada è migliorata. Migliorata in che senso, dato che non hanno costruito nuove corsie e al massimo avranno cambiato qualche guard rail? Per esempio perché hanno sistemato qualche casello o fatto qualche nuovo tratto ad esempio la Valdastico sud. Ma perché chi va da Brescia a Padova deve pagare qualcuno che faccia un'autostrada su un tratto che non gli interessa? Se fanno la Valdastico sud vuol dire che c'è qualcuno che intende usarla e quindi la pagherà lui, se ci saranno troppo pochi utenti vuol dire che l'autostrada non andava fatta perché fuori mercato.

Così pensiamo noi, per la verità non solo noi, la pensa anche il prof. Ragazzi (1).
http://www.novaldasticonord.info/2014/01/gli-ingiustificati-rincari-delle.html 

Per la verità ben poche persone sanno in che cosa consistono questi investimenti  (“ Tutto è segretato, convenzioni e piani finanziari”- sempre il prof Ragazzi).

Ci sarà qualcuno che controlla questi conti? Un tempo c'era un nucleo di esperti (i NARS al servizio del CIPE) che rivedeva i conti e “erano spesso emerse divergenze su metodi e valutazioni con conseguenze rilevanti sui livelli tariffari” (prof Ragazzi sul IFQ del 15 gennaio). Poi, chissà come i NARS sono stati esautorati e ora non controllano più.

C'è qualcun altro che controlla? Probabilmente no perché il ministro Lupi ammette “Basta aumenti in autostrada senza verifiche” (Corriere della Sera 16 gennaio 2014) (2).

I pedaggi aumentano perché il traffico cala. Avete capito bene: le autostrade sono l'unico settore economico dove, se il fatturato cala, si aumentano le tariffe, cioè si torchiano quelli che ancora usano l'autostrada

In base agli accordi tra Stato e società concessionarie, la tariffa aumenta perché il profitto delle società autostradali deve rimanere remunerato a qualunque costo: " il pedaggio sale per compensare il calo della domanda"(intervista a Lupi sul CdS del 5 gennaio).

Quest'anno, data la situazione economica e la tragicommedia di IMU, TARES e tasse varie, il regalo fatto alle società autostradali ha suscitato un pandemonio, tanto che perfino il ministro ha detto che, almeno ai pendolari, uno sconto va fatto.

Sembrerebbe normale, lo fanno i giornali con gli abbonati, lo fanno le compagnie telefoniche che assicurano un certo numero di telefonate scontate (se pagate anticipatamente)...

Ma anche in questo le società concessionarie sono diverse. Sconti agli abbonati? "Gli sconti chi li paga? Le concessionarie? Impossibile" (vedi l'articolo del GdV più oltre). I soldi servono per gli investimenti e gli investimenti servono al paese. Con gli sconti ai pendolari non ci sarebbero più soldi per gli investimenti (3).

Bisogna quindi trovare una soluzione.

1_La soluzione proposta dalle società concessionarie.

Semplice, dicono i concessionari, basta allungare le concessioni. Peccato che non sia possibile. Ci provano sempre, ma si sa che di mezzo c'è l'Europa e non si possono prorogare artificiosamente le concessioni, bisogna fare una gara europea, pena una multa salata che, ancora una volta, pagherà lo Stato quindi noi.

2_ La soluzione che il Ministro non vuole

Si potrebbero rivedere i patti, se ci sono meno soldi, meno soldi siano per tutti. Perché le concessionarie dovrebbero essere diverse? Si rivedono i patti e non si riconoscono gli aumenti a compenso del traffico calato e neppure quello degli investimenti non concordati. Su questo il Ministro non ci sta "Inutile illudersi, le convenzioni passate vanno rispettate. É doveroso che il governo non cambi le regole pattuite altrimenti salta tutto il sistema Paese degli investimenti" (Lupi sul Corriere della sera del 16 gennaio)

3_ Una soluzione a portata di mano che le due parti (ministro e concessionarie) non vogliono sentire

Una soluzione, almeno parziale, c'è già ed è perfettamente legale. Si mettono a gara le concessioni scadute e, nei nuovi contratti, si prevedono delle clausola che non comportino aumenti ingiustificati. Le concessioni scadute sono quelle della concessione della A27 (Autobrennero) e della A4-A31(Brescia Padova e Valdastico) le concessioni andrebbero messe a gara. " Le gare servono, di solito, per spuntare le condizioni migliori. Servirebbero amministrazioni pubbliche in grado di negoziare davvero nell'interesse dei cittadini. Servirebbero concessionari che vogliano assumere davvero il rischio di gestione". (Vedi l'articolo di Massimo Malvestio sul Corriere del Veneto del 16 gennaio).
http://www.novaldasticonord.info/2014/01/gli-ingiustificati-rincari-delle.html

Ma Politici e concessionari (4) non ci sentono da questo orecchio. Lupi chiede all'Europa le proroghe alle concessioni e intanto si studiano altri sistemi legali per evitare la decadenza dei contratti che a noi assicurano pochi vantaggi, ma a loro molti. Vi terremo informati ...

 

(1) L'aumento “dipende da tre elementi: 1) la redditività attesa dell'investimento; 2) il tasso di rendimento riconosciuto al concessionario e 3) il periodo sul quale si calcola l'ammortamento” (articolo del prof Giorgio Ragazzi su Il Fatto Quotidiano del 15 gennaio 2014). Quindi l'aumento dipende dagli investimenti. Potrebbe essere corretto? Il prof Ragazzi (ex direttore esecutivo della Banca Mondiale, docente di Politica economica e Scienza delle finanze all'università di Bergamo) ha dei dubbi “ se per finanziare nuovi investimenti occorre aumentare i pedaggi, anno dopo anno, significa o che si fanno pessimi investimenti o che il ministero sbaglia i conti

(2) Perché i controlli non partono da adesso? Prima verifichiamo e poi, se i conti sono a posto, si concedono gli aumenti. Invece la questione è molto opaca, nessuno controlla se l'investimento effettuato era necessario, se l'opera “è stata fatta bene, se gli aumenti si possono spalmare nel tempo” Lupi sul Corriere della Sera del 5 gennaio 2014.

(3) L'affermazione è abbastanza ridicola. Come tutti sanno, fare sconti agli abbonati ha dei vantaggi economici: a) permette di avere liquidità in anticipo (si pagano in anticipo i transiti e poi magari qualcuno neppure li fa); b) permette di aumentare le utenze. Quindi una politica di sconti ben fatta non solo non penalizza l'azienda, ma addirittura l'avvantaggia. In questa commedia i concessionari fanno finta di essere alla fame, quando tutto fa credere il contrario. Il ministro fa finta di crederci.

(4) La mossa di nominare un politico alla presidenza delle società concessionarie (Tosi e Schneck nelle autostrade Bs-Pd) garantisce ottimi vantaggi alle società concessionarie: un politico sa parlare a un altro politico e, per mantenere i privilegi accumulati, non c'è niente di meglio che lasciar fare a loro.

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Ecco la rassegna stampa



Il Corriere del Veneto 24 gennaio 2014

VENEZIA Gli sconti per i pendolari del casello partiranno entro il mese di marzo. Lo assicura l'Aiscat, l'associazione delle concessionarie italiane, e lo confermano tutti i gestori delle autostrade.

Le perdite eventuali legate ai minori introiti però dovranno essere garantite e, se necessario, compensate dall'allungamento delle concessioni o da nuovi sistemi di adeguamento tariffario ancora da decidere. In soldoni, le concessionarie non hanno nessuna intenzione di opporsi alla richiesta fatta direttamente dal ministro dei Trasporti Maurizio Lupi qualche settimana fa. Il progetto di introdurre delle facilitazioni fino al 20%o di sconto per quegli automobilisti che ogni giorno prendono l'autostrada per andare da casa al lavoro e viceversa è realizzabile, a patto che dopo una fase di sperimentazione che potrà durare fino alla fine del 2014, il governo trovi il modo di compensare gli eventuali buchi nel bilancio dei gestori.

Non a caso, la relazione tecnica dell'Aiscat non è stata diretta soltanto al titolare dei Trasporti ma anche al collega delle Finanze Fabrizio Saccomanni che è l'unico che ha il potere di autorizzare finanziamenti pubblici. A premere per una qualche forma di compensazione non ancora definita sono stati soprattutto i gestori delle tratte autostradali dei Nord Italia che contano tra i pendolari soggetti a scontistica circa la metà degli automobilisti in transito. Le cinque concessionarie che operano in Veneto (Cav, Autostrade per l'Italia, Autovie Venete, Autobrennero, A4 Holding) con l'introduzione di una scoutistica modulare fino al 20% (Si parte da un 10%o di sconto per chi fa venti tratte al mese fino ad arrivare al 20% per chi supera le quaranta) perderanno tra il 10 e il 15% del fatturato andando al di sotto del minimo necessario per chiudere in positivo i piani finanziari e rientrare degli investimenti fatti per gli adeguamenti (o nel caso di Cav per pagare le rate del mutuo contratto con la banca europea). Fatta salva la partenza dei telepass scontati entro marzo, le soluzioni che ora si prospettano sul tavolo di Lupi sono di tre tipi. «Gli sconti possono essere applicati a costo zero allungando la durata delle concessioni» spiega il presidente della A4 Brescia Padova Flavio Tosi «Il Governo italiano dovrebbe avere lo stesso coraggio che ha avuto quello spagnolo dove state allungate le concessioni per permettere alle concessionarie di spalmare i mutui su più anni. Le altre soluzioni sono improponibili. Non si fa pagare agli altri ciò che si sconta ai pendolari. Le altre due soluzioni che può valutare il ministero infatti riguardano la solita fiscalità generale (una nuova accisa sul carburante per ridurre il costo dei pedaggi o una nuova tassa per fare un fondo autostradale) e la revisione delle dinamiche tariffarie per dare mano libera alle concessionarie sui prezzi da applicare (ora invece è il ministero che accorda gli aumenti sulla base degli investimenti per la sicurezza e l'aumento dell'inflazione)».



 Il Mattino di Padova 24 gennaio 2014

Si condizionato delle concessionarie autostradali agli sconti sui pedaggi autostradali in favore dei pendolari sollecitati dal ministro Maurizio Lupi alla luce dei rincari scattati il primo gennaio. La riunione plenaria dell'Aiscat l'associazione che raggruppa 40 società (incluse le venete Cav, Autovie, Serenissima) ha espresso disponibilità a introdurre le agevolazioni richieste, pur riservandosi una valutazione dettagliata delle singole tratte che presentano condizioni tariffarie e andamenti finanziari molto diversi. La contropartita richiesta ai Trasporti è quella prevista: un allungamento dei tempi delle concessioni che consenta di spalmare più agevolmente gli oneri derivanti dagli investimenti compiuti un esempio per tutti: la costruzione del Passante di Mestre e i 650 milioni residui che Cav deve rimborsare abbinata a una sorta di «liberatoria ministeriale» circa i danni erariali derivanti dal calo d'introiti in una congiuntura caratterizzata dalla flessione media del traffico autostradale nell'ordine del 20%. Sui tempi di concessione (attualmente intorno ai quarant'anni con l'eccezione di Cav, penalizzata a quota 23) Lupi ventila l'opposizione dell'Ue in nome della libera concorrenza ma Aiscat ribatte che in Spagna, di recente, un analogo provvedimento è stato adottato senza veti di sorta.

Scarni i commenti a conclusione dei lavori. Tra i pochi a parlare, Flavio Tosi, investe di presidente della Brescia-Padova: «Un incontro interlocutorio ma positivo», il commento del sindaco di Verona, lesto a precisare che «in Italia mediamente i pedaggi sono inferiori a quelli europei e quelli della Brescia-Padova, tra i più bassi del Paese, nel 2014 hanno avuto un aumento del 1,44% appena. Non vorrei che la questione delle tariffe autostradali troppo costose fosse un paravento per eludere il vero problema delle famiglie italiane che è la pressione fiscale eccessiva». Premesso ciò, Tosi apre agli sconti ma detta condizioni: «Siamo disponibilissimi a venire incontro ai pendolari se c'è un patto chiaro con il Governo di Roma che dovrebbe avere lo stesso coraggio di quello spagnolo. L'unica via d'uscita, a costo zero, è l'allungamento delle concessioni e la loro aggregazione. Le altre soluzioni sono improponibili: fare pagare agli altri utenti ciò che si sconta ai pendolari sarebbe ingiusto; e rinunciare a realizzare le opere pubbliche, penalizzando il territorio, non aiuterebbe certamente il Paese».

Ora si attende la replica del ministro dei Trasporti, ieri destinatario di un ennesimo sos, stavolta dalla Federazione motociclisti. Alla luce del negoziato che si profila, l'entrata in vigore degli sconti auspicata da Lupi per l'inizio di febbraio è destinata a slittare.





Giornale di Vicenza 24 gennaio 2014

Do ut des. Si agli sconti in autostrada, in via sperimentale. Ma in cambio le concessionarie bussano al Governo. Se da una parte l'Aiscat è disposta a valutare l'appello del ministro alle infrastrutture per ridurre l'impatto economico dei pedaggi, dopo il rincaro dal primo gennaio, dall'altra chiede un tavolo permanente per ridiscutere i criteri di definizione della tariffa. O, come avanza il presidente della Brescia-Padova, Flavio Tosi, di ritorno dal vertice romano, «chiediamo al Governo di allungare le concessioni o aprendo alle aggregazioni tra società».

IL VERTICE.Ieri a Roma oltre alla delegazione della Brescia -Padova (insieme al presidente Tosi anche il direttore Bruno Chiari e l'amministratore unico di A4 Holding Giulio Burchi) i rappresentanti delle altre concessionarie del triveneto: Maurizio Castagna per Autovie e W alter Pardatscher per l'A22. L'incontro era stato organizzato in risposta alla richiesta del ministro, Maurizio Lupi, di attivare degli sconti per i pendolari per calmierare

l'aumento delle tariffe scattate a inizio mese. Un aumento record per alcune concessionarie: Autovie oltre il 7 %; Cav (Passante di Mestre) il 6,2 %; Bs-Pd è la seconda meno cara, con l'1,4%; l'A22 a quota 1,6%. Aumenti peraltro autorizzati dai ministeri delle Infrastrutture e dell'Economia in base a conteggi complicati definiti per legge. Ma è scoppiatala polemica. E così Lupi ha chiesto alle concessionarie agevolazioni per i pendolari fin da subito.

L'assemblea delle concessionarie ha approvato la disponibilità a valutare. Ma a fronte di un protocollo d'intesa che andrà definito nei dettagli nei prossimi giorni. Numeri sulla fascia di percorrenza agevolata o percentuali di sconti, al momento, non ne sono stati fatti. Anche se Lupi aveva prospettato anche questi: agevolazioni per i pendolari del 20% per chi percorre tratte brevi, fino a 50 chilometri e per 20 volte al mese. Più facile a dirsi che a farsi. C'è sempre da fare i conti con gli equilibri economici delle concessionarie che, a parte Cav, sono società private che puntano ad ottenere anche degli utili. «Vanno introdotti degli sgravi per l'utenza? Ma noi si deve pur sempre mantenere la capacità di investimento della società», rincara l'ad di Autovie, Castagna.

Risultato? Ogni concessionaria valuterà al proprio interno la possibilità di scontistica fattibile. Nel caso della Bs-Pd, in particolare, dovrà passare il vaglio del Consiglio di amministrazione, previsto per fine mese. Una volta approvata la scontistica, entrerà in vigore per un paio di mesi in via sperimentale. Proprio per poter valutare i concreti effetti economici.

LE RICHIESTE. Insomma, tempo per studiare. Ma anche per trattare. In cambio Aiscat chiede che il protocollo d'intesa sia sottoscritto anche dal ministero dell'Economia e che sia attivato un tavolo di trattativa permanente per regolare il sistema tariffario. Tosi invece chiede anche tempo: «Il vero problema sono le tasse. La questione delle tariffe è usata come foglia di fico. In ogni caso, servono patti chiari col Governo. Gli sconti chi li paga? Le concessionarie? Impossibile. Lo Stato? Non ha soldi. Non facendo nuove infrastrutture? Vorrebbe dire far male all'Italia. Far pagare di più gli altri utenti? No, non sarebbe giusto. E allora? L'unica è allungare la durata delle concessioni o aprire alle aggregazioni tra società. Il Governo dovrebbe avere lo stesso coraggio che ha avuto la Spagna: lì le concessioni sono state allungate». La palla ora passa al ministro. E, intanto, si paga.






      

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