La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

lunedì 13 gennaio 2014

Strada Pedemontana Veneta: la beffa è servita

Venerdì 10 gennaio a Breganze si è tenuta un'affollatissima assemblea pubblica dal titolo "Strada Pedemontana Veneta: la beffa è servita".
La serata era organizzata da vari comitati di Breganze, dall'on. Zanoni europarlamentare PD, dal PD locale e da associazioni varie.

La Strada Pedemontana Veneta nasce dall'esigenza reale di trovare un collegamento tra l'area pedemontana vicentina (la più industrializzata della provincia) e Treviso.
Si tratta di una strada interamente pagata dai privati, dicevano, e quindi gli enti pubblici non avrebbero non avrebbero avuto oneri: la strada si sarebbe pagata da sé con i pedaggi.
Queste le promesse di una commistione pubblico-privato che assicurava benessere per tutti e dove tutti ci guadagnavano.
Su questa formula magica si basa TUTTA LA POLITICA INFRASTRUTTURALE DELLA REGIONE VENETO.
Ai cittadini di Breganze è stato promessa la gratuità dell'uso della strada dato che la nuova strada si piazza sul tracciato dell'attuale Gasparona e gli abitanti della zona avrebbero sacrificato un'infrastruttura già disponibile.

Però la commistione tra pubblico e privato ha cominciato a mostrare qualche problema.
In primo luogo il tracciato è risultato devastante per le attività agricole: una strada larga come un'autostrada incassata nel suolo e con necessità di scarpate che  allargano ancora il sedime stradale. ("Non si preoccupi signora, noi sappiamo fare le strade" aveva risposto l'on. Dal Lago a una signora che ieri ha riferito il fatto).
In secondo luogo il progetto è stato fatto in modo così superficiale che i progettisti hanno ignorato di passare per un'area naturalistica tutelata dall'Europa: l'area parco delle rogge tra Bassano e Rosà. Questo ha portato a un ricorso al TAR e al blocco dei lavori in un'area che potrebbe "subire una trasformazione tendenzialmente irreversibile, per effetto dei lavori relativi alla superstrada Pedemontana Veneta”.
In terzo luogo si è improvvisamente scoperto che i privati non ci mettevano i soldi: le imprese che lavoravano alla strada non venivano pagate (http://notizie.bassanonet.it/attualita/14662.html). Il presupposto per costruire questa strada era che non costava nulla e che i privati avrebbero fatto tutto di tasca loro, ora che questo non si stava verificando cadevano i presupposti del progetto. Sia mai, Zaia si precipita a Roma e subito il governo stanzia 370 milioni di euro (agosto 2013).
Nel frattempo i privati, che evidentemente vorrebbero fare profitti senza spendere, invece di tirar fuori i soldi mancanti, cominciano a rivendicare il fatto che le opere compensative richieste da sindaci e cittadini (bretelle, circonvallazioni, modifiche di tracciato) costano molto e loro non possono pagarle.
La beffa (da cui il titolo della serata) viene servita nel dicembre 2013 quando si scopre che nella strada pedemontana vengono impiegati 1.000 milioni di € delle casse pubbliche (http://wwwcovepa.blogspot.it/2014/01/capolavori-nascosti-di-spv-contributo.html), non solo ma le bretelle e tutte le opere a favore dei comuni diventano facoltative (in breve: volete la rotonda? Siccome costa di più lo stato ci deve pagare, ma noi ci teniamo i soldi e non la facciamo).

Come sono possibili pasticci del genere?
Sicuramente uno dei nodi, ha detto l'on. Zanoni risiede nel fatto che interessi pubblici e privati sono mischiati in modo che non vi siano controlli. Un esempio evidente di questa commistione sta nell'ing. Vernizzi, raro caso in Europa. L'ing. Vernizzi è
- presidente di Veneto strade, la società privata che costruisce la SPV,
- presidente della Commissione VIA (Valutazione di impatto Ambientale)) che ha approvato il progetto sotto il profilo ambientale (senza accorgersi che attraversava un'area protetta)
- dirigente del settore Infrastrutture della Regione Veneto che deve approvare e supervisionare il progetto di SPV.

L'on. Zanoni ha presentato un'interrogazione presso la UE sollevando il conflitto di interessi. Alla domanda della UE la Regione Veneto ha risposto che l'ing. Vernizzi non è in conflitto di interessi perché ... non ha presieduto le riunioni in cui si esaminavano i progetti della SPV. Tuttavia non ha ancora fornito le prove di questa affermazione.
Intanto l'ing. Vernizzi si è dimesso dalle cariche presso la Regione Veneto.

Affollatissima l'assemblea e il dibattito è stato pieno di interventi tra cui quello, documentatissimo, dell'arch. Follesa del COVEPA.
Insomma, il rapporto tra pubblico e privati, nel Veneto, è completamente sbilanciato a
favore di questi ultimi, come già è avvenuto con il project financing dell'Ospedale di Santorso.
Anche in questo caso una massa di soldi pubblici andranno a finanziare i profitti dei privati realizzando un'infrastruttura costosissima e poco utile al territorio.
Ma i 1.000 milionidi € sono ancora poco in confronto alle cifre che usciranno dalla casse pubbliche per le prossime "infrastrutture che porteranno sviluppo".

Il prossimo passo sarà l'autostrada Valdastico nord che costerà 2.000 milioni di euro, soldi che le casse pubbliche dovranno rimborsare ai privati (A4Holding) non appena finito di costruire il tratto fino a Trento, aggiungendo anche le somme non ammortizzate della Valdastico sud (circa altri 1.000 milioni di euro). Evidentemente abbiamo 3.000 milioni di euro da regalare.

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