La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

lunedì 16 settembre 2013

Quando la politica dimostra tutta la propria camaleontica contraddizione....

Giornale di Vicenza - 13/09/13 Zaia inaugura il "grande viadotto sull'Astico"

Pedemontana, via al maxi-ponte - Luca Zaia: «Ora accelerare»
CERIMONIA DI VARO. Consegnato ieri il piano finanziario per tutta l'opera. Grande viadotto sull'Astico posato in parte ieri Zaia: «Vorrei la superstrada pronta per il 2016» Ma per la galleria di Priabona ci vorranno 5 anni
13/09/2013
Zoom Foto
BREGANZE. Il gigante scivola leggero e lento, 45 metri in tre ore. Potenza di carrucole e taglie che tirano all'incontrario e funzionano nel miracolo di spostare in scioltezza 1450 tonnellate di acciaio su “pattini” di ferro e teflon. Come avviene per le grandi navi, proprio così, quando vengono fatte scivolare in un piano inclinato su legno e grasso e accomodate in mare. Solo che qui siamo sospesi tra terra e cielo, tra Sarcedo e Breganze nell'Alto Vicentino: è la struttura portante della carreggiata stradale che correrà sopra il fiume Astico, la prima opera d'arte della Pedemontana Veneta, 94 km da Montecchio Maggiore a Spresiano, che ha visto il suo varo ieri. Al confronto il viadotto parallelo sulla nuova Gasparona, che oggi pullula di traffico e un domani sarà strada secondaria, appare un topolino con i suoi 7 pilastri di sostegno che visti così oggi sembrano stuzzicadenti. Il gigante avanza e poco prima delle 11 arriva alla prima mastodontica pila che, come una spalla sicura, lo sostiene. Bisognerà arrivare a sera perché il lento cammino, pure in leggera curva, arrivi alla seconda pila e ai primi 120 metri di strada. Poi uno stop di un paio di mesi per coprire il nastro su cui correranno i veicoli, due carreggiate per senso di marcia. E ancora via verso il traguardo, sulla terza e ultima pila quando il ponte apparirà nella sua luce totale di 180,5 metri, il secondo viadotto della Pedemontana: il primo di 430 metri sarà quello previsto sul Brenta, pochi chilometri più a est, dove sono in corso di realizzazione le fondazioni. L'ing. Giulio Lorenzi, direttore del cantiere, se la rimira questa opera tutta veneta: costruita a Verona dalla Scl e assemblata in cantiere, tutta saldata, appena una manciata di bulloni, acciaio corten, resistente alla corrosione, la ruggine farà da protezione. Ci sono il governatore Luca Zaia e il commissario straordinario per l'emergenza Silvano Vernizzi, i vertici del Consorzio Sis che sta realizzando la superstrada, Matterino e Claudio Dogliani. Zaia in scarpe da ginnastica blu se la guarda quest'opera d'arte che rappresenta un punto fermo dell'arteria e gli dà l'occasione di premere sull'acceleratore. Innanzitutto sui tempi: «Mi auguro che si possa anticipare la conclusione dell'opera al 2016. Abbiamo già tutto il piano finanziario definitivo, 2 miliardi e 130 milioni. Vogliamo guadagnare mesi importanti». A proposito: il fatidico Pef-piano economico finanziario è stato presentato giusto ieri pomeriggio dal concessionario alla Regione. Tappa importante sulla strada dei conti definitivi e soprattutto del riequilibrio finanziario, alla luce soprattutto della lievitazione di 330 milioni dei costi tra il progetto preliminare e quello definitivo. È anche vero che il decreto sblocca-cantieri delle scorse settimane con l'attribuzione di 370 milioni di finanziamento pubblico alla Pedemontana è stata una manna dal cielo, mentre Dogliani afferma che la Sis «ha iniettato più denaro, ma avrà anche maggiore debito». Ora il Pef sarà analizzato prima di approdare in Giunta. Ma l'ottimismo di Zaia sui tempi di realizzazione non può prescindere dai tempi tecnici. Punto fermo: i progetti esecutivi vanno approvati entro la fine del 2013, pena la perdita dei 370 milioni del Governo. Mancano 18 pezzi, gli unici lotti finora approvati sono il tratto Villaverla-Breganze di 5,7 km e Marostica-Rosà di 8,5 km.

Link_GdV_13/09/13

Corriere del Veneto - 16/09/13 Zaia: "In questo Paese abbiamo bisogno di costruire meno strade e di realizzare più opere di prevenzione idrogeologica"

L'ANNIVERSARIO

Vajont, lo Stato chiede scusa

Il capo della protezione civile e il ministro Orlando a Longarone: «Una strage che si poteva evitare. Investiamo sulla partecipazione attiva dei cittadini»

LONGARONE (Belluno) - È stato il giorno dei «mea culpa» dello Stato, a Longarone, dove domenica si sono raccolti quasi 5 mila volontari di protezione civile, vigili del fuoco ed altre associazioni, assieme ai soccorritori dell'alba del 9 ottobre 1963 ed ai familiari delle vittime. A chiedere scusa a nome della nazione sono stati, sul palco del Palasport, a portata ottica dalla diga del disastro, prima il capo del dipartimento della protezione civile, Franco Gabrielli, e poi il ministro per l'ambiente, Andrea Orlando. «Come rappresentante di un pezzo di Stato, la cui mission è la salvaguardia e la cura delle persone - ha detto Gabrielli - vi chiedo scusa». «Trascorrendo qui questi giorni - ha aggiunto - ho percepito come quella tragedia sia ancora una ferita molto aperta, come ci sia ancora una rabbia sorda, un lutto non ancora elaborato anche perchè nessuno ha aiutato queste persone ad elaborarlo».
Di energia anche maggiore sono poi state le parole di Orlando, che ha anticipato di sentirsi in debito per non essere stato prima a Longarone «non da ministro ma da cittadino italiano». «Luoghi come questi - ha detto - dovrebbero essere le tappe fondamentali per un pellegrinaggio di costruzione della memoria e di religione civile. L'onere di rappresentare il governo qui è un molto grande perchè ho l'obbligo di assumermi colpe e responsabilità che, per generazione, non mi appartengono ma che non possono essere dimenticate». «Bisogna chiedere scusa ai cittadini - ha proseguito Orlando - e questo lo Stato lo deve fare per il presente e per ogni volta che abbandona una persona. Per tutte le volte che non sa dire 'ci sonò di fronte ad un pericolo. E per quando ha permesso che gli anni aggiungessero l'oblio o il travisamento della verità. E poi per le parole non dette o sbagliate, che si sono continuate a pronunciare».
Il ministro è andato oltre aggiungendo che la consapevolezza dei rischi connessi all'instabilità idrogeologica del Paese «non sono migliori rispetto a 50 anni fa». «Possiamo vantare una maggiore padronanza della tecnica, ma non dobbiamo mai abbassare la guardia e a tenere alta la guardia sono sempre le popolazioni locali. Le resistenze delle popolazioni e dei comitati non si possono sempre liquidare come localismi dei no, ci sono esperienze di chi vive nei luoghi che meritano altrettanto rispetto delle perizie tecniche. Le famiglie del Vajont si opposero e denunciarono per tempo ciò che già si sapeva e si poteva evitare». Rilevando, infine, che con un « investimento sulla partecipazione attiva si può costruire un rapporto positivo fra politica e cittadini». Tema, quest'ultimo, non disgiunto da quello dello sbilanciamento di investimenti pubblici a favore di infrastrutture piuttosto che ad opere di prevenzione e che è stato sottolineato dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. «In questo Paese abbiamo bisogno di costruire meno strade e di realizzare più opere di prevenzione idrogeologica». «La vera sfida di civiltà per un territorio è quella di mettere in sicurezza i propri cittadini. Credo non sia facile districarsi a Roma su queste partite - ha concluso Zaia, rivolto ad Orlando - ma noi crediamo che il dissesto idrogeologico sia la vera partita da giocare». (Ansa)
16 settembre 2013



Regione Veneto - Comunicato stampa n. 1688

50° VAJONT. LUCA ZAIA: PENSARE MENO ALLE STRADE E DI PIÙ AL DISSESTO IDROGEOLOGICO, CHE È LA VERA SFIDA PER I NOSTRI TERRITORI

Comunicato stampa N° 1688 del 16/09/2013
$descrizione.getData() (AVN) – Longarone (Belluno), 15 settembre 2013

In questo Paese varrebbe la pena di pensare a costruire un po' meno strade e di più al dissesto idrogeologico, che è la vera sfida che noi abbiamo”. Lo ha affermato oggi il presidente del Veneto Luca Zaia, intervenendo a Longarone alla manifestazione dedicata ai soccorritori del Vajot, organizzata nel 50° anniversario della tragedia che costò circa 2 mila vittime e un paese in gran parte spazzato nel nulla. Alla celebrazione sono intervenuti tra gli altri anche il ministro dell'ambiente Andrea Orlando, la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serrachiani, il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli, il sindaco di Logarone Roberto Padrin con i primi cittadini degli altri comuni colpiti dal disastro e di tutta l'area del bellunese e pordenonese, ma soprattutto i protagonisti dei primi soccorsi di allora: Forze Armate, Vigili del Fuoco e volontari da ogni parte d'Italia e i loro eredi di oggi, che costituiscono un sistema di Protezione Civile tra i più efficienti al mondo.
“Il Vajont è l'embrione di quella che è poi diventata la grande Protezione Civile”, ha ricordato Zaia, che ha voluto dedicare un applauso ai volontari. “In Veneto abbiamo un esercito di 18 mila persone – ha aggiunto – che quotidianamente lavora gratis per la comunità: questo è il grande valore che noi abbiamo. Quando c'è necessità, un'emergenza, oggi la macchia scatta automaticamente”.
“La necessità di prevenire e intervenire contro il dissesto idrogeologico – ha poi affermato Zaia – è la nostra versa sfida. L'abbiamo vissuto con l'alluvione del 2010 che ha colpito direttamente oltre 200 comuni, 10 mila famiglie con l'acqua in casa, 3 mila imprese danneggiate. E poiché la vera sfida per un territorio è quella di mettere in sicurezza dei cittadini – ha concluso il presidente rivolgendosi al ministro Orlando – se vuoi fare una battaglia per la sicurezza idrogeologica e trovare i soldi che servono, siamo al tuo fianco”.

Zaia a Breganze il 12/9: "Premere sull'acceleratore della Strada Pedemontana"
Zaia a Longarone il 15/9: "In questo Paese varrebbe la pena di pensare a costruire un po' meno strade"

Zaia, un uomo per tutte le stagioni: 
astemio con gli astemi, 
barcollante con gli amici del prosecco. L'importante è parlare.

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