La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

giovedì 19 settembre 2013

LA NUOVA VICENZA - 18/09/13

E ora? Come la mettiamo??
Cambia lo scenario sotto ai nostri occhi....
Chi diceva tranquillamente: "Tanto Trento dirà sempre di NO" forse deve cominciare a ricredersi.
Non è più il caso di dormire sonni tranquilli sugli allori lasciando agli altri prendere le decisioni per noi. Come è sempre stato detto fin dall'inizio, ognuno deve fare la propria parte e "scendendo in campo" in prima persona....

Valdastico Nord, a Trento sempre più favorevoli


valdasticoa31Il no del Trentino al prolungamento della Valdastico è sempre meno monolitico. In un territorio che tra poco più di un mese andrà al voto per il rinnovo dell’amministrazione provinciale, il contestato prolungamento della Pirubi sarà uno dei temi caldi della campagna elettorale. E le voci a favore si moltiplicano. Tra le ultime arrivate, ma tra le prime per peso specifico, quella del mondo imprenditoriale. Una decina di giorni fa, la sezione locale di Confindustria ha reso pubblico un documento con le proprie richieste ai candidati. Alla voce infrastrutture, tra gli interventi prioritari per la competitività del sistema produttivo trentino è citato un solo esempio specifico: la Valdastico nord, che, si scrive in modo lapidario, “va completata”. «È un’opera incompiuta, e quindi inutile – ci spiega il presidente Paolo Mazzalai -. Per lo sviluppo del nostro territorio, invece sarebbe importante che fosse completata. Punto».
Gli industriali, insomma, non entrano nello specifico delle singole questioni tecniche: non si sbilanciano sulle varie ipotesi di tracciato, sulla concorrenza o meno con la Valsugana, sull’impatto ambientale o sulla sostenibilità economica di un’autostrada che correrebbe quasi interamente in galleria. «Non siamo pianificatori, siamo utilizzatori delle infrastrutture e queste sono le richieste che arrivano dai nostri associati – continua Mazzalai -. Sta alla politica trovare la soluzione migliore per ridurre l’impatto. E sulla sostenibilità economica, visto che la proposta è arrivata da una concessionaria, credo siano state fatte le valutazioni del caso. Noi ribadiamo solo che riteniamo importante il completamento».
Una presa di posizione a cui si è aggiunta subito quella del presidente degli artigiani Roberto De Laurentis. In un’intervista al “Trentino – Corriere delle Alpi” De Laurentis ha ribadito il suo sì alla continuazione dell’autostrada, sottolineando come il prolungamento servirebbe a rilanciare l’area industriale di Rovereto e ad alleggerire il traffico della Valsugana, che potrebbe così recuperare la propria vocazione turistica.
Nel mondo politico, la voce degli imprenditori trova ascoltatori attenti. Se il centrosinistra, che da vent’anni governa a Trento e dintorni, è sempre stato contrario - e anche recentemente il candidato presidente Ugo Rossi ha rinnovato il suo no («non è un’opera strategica») - nel mondo del centrodestra e delle civiche il coro dei sì è in aumento. A favore si è ad esempio schierata la Civica Trentina di Rodolfo Borga («Fare a botte col Veneto su questa questione è stato un errore clamoroso»), una delle liste che sostiene la candidatura a presidente di Diego Mosna. Il quale, da parte sua, proprio rispondendo al manifesto degli industriali ha definito la Valdastico «un’opera vitale».
Ancora più esplicitamente a favore la Lega Nord. «Non sono favorevole, sono strafavorevole – attacca il senatore e vicecapogruppo a Palazzo Madama Sergio Divina -. Non c’è nessuna valida ragione per dire di no: un conto era trent’anni fa, quando si immaginava di farla uscire nella zona dei laghi di Levico e Caldonazzo. Ma oggi che si prevede uno sbocco sulla valle dell’Adige, ci sono solo benefici: i trentini avrebbero una strada che gli farebbe risparmiare decine di chilometri per i collegamenti con il Nordest. Meno tempo, meno consumi, meno inquinamento, meno incidenti. E i costi sono a carico del concessionario,  che evidentemente ha un suo interesse». I punti critici, come l’impatto ambientale e l’opposizione delle popolazioni toccate dal tracciato, continua Divina, sono superabili dal punto di vista tecnico e con il coinvolgimento delle amministrazioni locali. Mentre tra i vantaggi va messo in conto il miglioramento della situazione lungo la Valbrenta: «Con le nuove autostrade che si stanno realizzano in Veneto, sulla Valsugana si riverserà una mole di traffico ingestibile: la Valdastico serve anche per questo. È tutto il sistema del Nordest che risulterebbe più funzionale e appetibile».
Alle elezioni di ottobre il centrosinistra è dato per grande favorito. Ma anche lì comincia a manifestarsi qualche presa di posizione pro Valdastico. Il gruppo di riflessione Trentino 33, composto da politici e intellettuali di area, è decisamente possibilista. «Non ha più senso – si legge nelle loro proposte – una posizione pregiudizialmente contraria perché, a certe condizioni, il completamento della Valdastico potrebbe rappresentare anche per il nostro territorio un’importante occasione di sviluppo, di riordino infrastrutturale e, perfino, di salvaguardia ambientale». Se dalle urne uscisse un risultato che obbligasse il probabile vincitore Rossi a cercare qualche alleanza, magari proprio con le civiche di Mosna, il decennale no trentino alla Valdastico potrebbe vacillare.

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