La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

giovedì 26 aprile 2012

mercoledì 25 aprile 2012 – LETTERE – Pagina 78
VALDASTICO NORD/1
«Completarla
significa
perdere
turismo»
Leggo ne Il Giornale di Vicenza del 21 aprile l´appello accorato dei tre presidenti delle associazioni industriali di Schio, Thiene e Valdagno che, come se ce ne fosse bisogno, spingono per la realizzazione della Valdastico Nord.
Purtroppo difendere la realizzazione di questa autostrada è impresa ardua, soprattutto per chi ha avuto modo di studiarne il progetto.
Vorrei quindi chiarire che l´impatto ambientale rimane altissimo, in una situazione valliva che non si presta ad ospitare un´opera di questa portata.
In secondo luogo è evidente che, anche se la progettazione esecutiva andasse a buon fine, l´inizio dei lavori sarebbe subordinato al completamento del tratto sud della A31. Cosa significa ciò? Che vedremmo i primi cantieri tra 7 anni, e l´autostrada terminata dopo altri 15 anni minimo. Può essere considerata quindi una risposta alla crisi economica? No, è evidente. Peraltro gli stessi progettisti stimano un traffico giornaliero di soli 15-20.000 veicoli al giorno: troppo pochi per parlare di infrastruttura strategica.
Infine, in ambito turistico, il buonsenso ci porta a pensare che le nostre montagne perderanno ogni attrattiva, qualsiasi turista con mezz´ora di strada in più se ne andrebbe in Trentino o in Sudtirol.
Quest´autostrada è l´ennesimo esempio di strumentalizzazione politica, in barba al bene comune.
Federico Strazzer

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