La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

giovedì 9 maggio 2013

Grandi opere al capolinea - Rassegna stampa

Segnaliamo alcuni interessanti articoli apparsi in questi giorni su varie testate giornalistiche, relativi al tema Grandi Opere. Qualcosa sembra si stia sfaldando nel monumentale assetto che riguarda i Project Financing.
Non è tutto oro quello che luccica... O perlomeno l'oro che luccica andrebbe a finire nelle tasche di pochi, con macchinosi intrecci di concessioni, promesse, leggi "ad hoc", lasciando a tutti noi cittadini l'eredità di un debito pubblico insanabile anche con aumenti spropositati di tariffe e "tasse occulte" che già ora stiamo pagando...
In giallo quella che si può considerare una piccola vittoria, per noi, COMITATI DEL "NO" A PRESCINDERE.....


Link La Nuova Vicenza - Grandi opere al capolinea - 07-05-13

Tangenziale, Albera, Pedemontana e Tav: grandi opere al capolinea


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Il cantiere della Pedemontana (foto da difesasaluteterritorio.blogspot.com)
Il cantiere della Pedemontana (foto da difesasaluteterritorio.blogspot.com)
Grandi opere addio? Il de profundis per una serie di progetti infrastrutturali ad alto impatto economico e ambientale questa volta non lo stanno cantando i “soliti” comitati di cittadini liquidati per anni con la sprezzante etichetta “nimby” (not in my backyard, non nel mio cortile). La novità è che sono i politici, gli imprenditori e i commissari ad hoc ad indicare, con qualche imbarazzo, la fine dei sogni di cemento e acciaio che per decenni hanno monopolizzato la discussione a Nord Est. E anche nella piccola Vicenza.
Partiamo proprio da qui: il doppio stop arrivato negli ultimi giorni riguarda la tangenziale nord e la bretella dell’Albera. A tirare il freno a mano sulla tangenziale nord, per quel che riguarda il tratto che va dall’innesto con la provinciale 248 Marosticana a quello con la provinciale 46 Pasubio, è stato il sindaco Achille Variati durante un incontro di campagna elettorale il 2 maggio. L’opera, attesa come “compensazione” pagata dallo Stato per la costruzione della base Del Din, è al vaglio dei tecnici progettisti dell’Anas. Che l’hanno suddivisa in quattro stralci, ha spiegato Variati, di cui il più problematico è stato messo per il momento nel cassetto: quello che passa per Polegge e Ponte Marchese e tocca il lato nord della base Usa, nel punto dove scorre anche il fiume Bacchiglione. Un nodo dove, come si sa da anni, un sottopassaggio sarebbe costosissimo e porterebbe problemi idrogeologici oltre che di sicurezza, un viadotto avrebbe un impatto paesaggistico devastante, mentre l’ipotesi che pure è stata fatta di deviare il corso del Bacchiglione sembra apparire più all’ambito della fantascienza che della realtà.
«Non vuol dire che non si farà» ha messo le mani avanti Variati, anche se il senso del discorso autorizza a pensare il contrario: gli altri tre stralci hanno già un costo stimato di 260 milioni. Intanto l’anello d’asfalto intorno a Vicenza, immaginato per smaltire il traffico tra le due basi Del Din e Ederle, in questo modo non adempierà proprio alla sua funzione principale: infatti l’ingresso della Del Din è previsto con un collegamento a nord-ovest con la provinciale Pasubio, e i convogli a stelle e strisce per andare da qui alla Ederle dovrebbero circumnavigare la città passando per le tangenziali ovest e sud. Il buon senso suggerisce un’altra strada: faranno prima ad usare le strade che ci sono oggi, gli intasati viale Diaz e viale Dal Verme. In pratica un’opera a metà, che non mancherà di erodere campagna fra Anconetta, Saviabona e Lobia.
Una questione che si collega alla bretella dell’Albera, destinata a collegare viale del Sole con la strada Pasubio. Dopo vent’anni di rimpalli, il progetto è fermo per mancanza di fondi: su 74 milioni necessari ce ne sono solo 40, dei quali circa 1 milione già spesi per la progettazione. Qui la doccia fredda è arrivata da Attilio Schneck, in triplice veste di commissario alla Provincia, presidente di A4 holding e candidato al consiglio comunale con la lista di Manuela Dal Lago: «Non si farà», ha sentenziato. Fra accuse e contro-accuse, gli abitanti di Villaggio del Sole e strada Pasubio si terranno i livelli altissimi di smog e il via vai di auto e tir. Mentre, in attesa dell’ennesima opera salvifica, si sono persi anni senza programmare seriamente una politica di riduzione del traffico e di deviazione di quello pesante sulla sottoutilizzata autostrada A31 (Valdastico).
La Valdastico Nord, per l’appunto: A4 holding avanza a testa bassa nell’iter per il prolungamento fino a Trento, contando di piegare l’opposizione della Provincia autonoma. Il perché è semplice: l’obiettivo non è tanto fare un servizio al trasporto, quanto ottenere il rinnovo dell’assai remunerativa concessione statale per la gestione. Ma anche qui è l’economia a far suonare i campanelli d’allarme. Il 2012 per l’autostrada A4 Brescia-Padova si è chiuso con un crollo del 6,43% del traffico, dopo il -3% del 2011 (cosa che non ha impedito di mantenere un utile netto stabile a 18 milioni di euro). In aprile il governo ha dato via libera all’aumento dei pedaggi, che per la Brescia-Padova pare si aggirerà intorno al 4%. Soldi freschi per finanziare il futuro cantiere della Valdastico Nord, quindi, se non fosse che i prezzi salati presumibilmente faranno calare ancor di più il traffico. Più che un’autostrada, una spirale senza uscita.
Anche la Pedemontana Veneta, opera molto contestata dai comitati della provincia e di cui in questo giornale abbiamo sottolineato più volte l’inutilità e i costi esorbitanti, non se la passa bene. È notizia di questi giorni che il costo dell’opera è lievitato dagli 1,8 miliardi del progetto preliminare e i 2,130 miliardi del costo definitivo. Un “buco” di 330 milioni che ha aperto un contenzioso fra il gruppo Sis vincitore dell’appalto e la Regione, partner del project financing. La Regione non intende metterci un euro in più, Sis nemmeno a parlarne, così adesso ci si affida alla possibile applicazione della legge sulla defiscalizzazione approvata dal governo Monti. Ma se il commissario per la realizzazione dell’opera Silvano Vernizzi arriva a dire che «la discussione non è cosa semplice» vuol dire che possiamo aspettarci delle sorprese.
Infine anche il nodo della Tav a nordest pare al capolinea. Dopo anni di immaginifici progetti e grandi scenari, la ricreazione è finita ed è arrivato il conto. È stato a fine marzo Bortolo Mainardi, commissario per l’Alta Velocità Venezia-Trieste a dire quel che tutti in fondo sapevano: «Da Verona a Trieste ci vogliono 12 miliardi di euro, dove andiamo a prenderli? Meglio ristrutturare le linee esistenti», ha detto al Mattino di Padova. C’è chi lo ha sempre detto (per esempio, anche se non è elegante dirlo, questo giornale): la Tav dovrebbe passare sotto Vicenza con un tunnel costosissimo (700 milioni secondo il progetto della Camera di Commercio), l’idea di una fermata alla Fiera di Vicenza è una contraddizione in termini con il concetto di “treno veloce” (fermando a Verona, Vicenza e Padova non avrebbe nemmeno il tempo di accelerare), buttare miliardi in tratte veloci usate da pochi mentre si tagliano le tratte locali è un non senso dal punto di vista sociale ed economico, oltre che ambientale.
Intanto, sotto il fumo della futuribile fermata in Fiera cuoce l’arrosto ben più succulento delle aree circostanti, la zona industriale che con il Piano Interventi di Variati ha avviato, almeno sulla carta, una conversione di molti terreni a commerciale e direzionale.

Altro commento interessante sul Blog Comitati Difesa Salute Territorio ad un articolo apparso su La Stampa intitolato "TAV: tagliate le compensazioni".



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