La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

martedì 17 dicembre 2013

Estratto dal Blog SOTTO LA NEVE PANE/RETE COMITATI ALTO VICENTINO

I gatti grigi e la notte

”Ci sono rabbie che nascono dalla consapevolezza e altre che nascono dalla frustrazione. Ci sono rabbie che producono cambiamento e rabbie che producono restaurazione: diritti contro galera, abbracci contro pugni, comune contro egoismo, solidarietà contro profitto".

Queste parole, lette in rete, ci fanno riflettere su quello che sta accadendo nei nostri territori, dove le strade si sono riempite di persone “in rivolta” e sulle quali  è stato detto da molti tutto e il contrario di tutto.
Pensiamo che occorra smontare la bella favola di un popolo unito che recede dalle millenarie divisioni: gli orazi e i curiazi, i guelfi e i ghibellini, i fascisti e gli antifascisti, i gobbi e i torinisti, perfino i poliziotti e i carabinieri, tutti uniti per cacciare i cattivi governanti e portare libertà, giustizia e benessere al popolo.
Una lettura banale della realtà.
Innanzitutto gli organizzatori: o perlomeno, quelli che i media mainstream hanno indicato come organizzatori. Chi sono? Cosa vogliono?
L'organizzazione della protesta è composta da sigle corporative minoritarie e tendenzialmente reazionarie e formazioni politiche di estrema destra.
Alcune Sigle: LIFE, Cobas Latte (quei 500 allevatori ai quali lo stato ha pagato milioni di euro di multe UE prelevati dalle nostre tasche), Comitati riuniti agricoli, Cos.Pa , Forconi,  Forza Nuova, Casa Pound, Ultras del calcio.
Ma, a parte Forza Nuova e Casa Pound dei quali sappiamo che si sono buttati come mosche sulla merda (aiutati dai media nazionali e da poteri poco palesi ma sempre presenti) per incrementare i propri adepti), chi sono gli altri? Che hanno fatto nei decenni passati? Per chi hanno votato, come hanno inciso sulla realtà Italiana?.
Le sigle più in vista sono costituite da delusi della Lega Nord e della destra berlusconiana. Persone e categorie economiche che hanno contribuito col loro consenso allo sfacelo in cui naviga il paese. Persone per le quali noi tutti abbiamo pagato le tasse (vedi le già citate multe per lo sforamento delle quote latte) e che hanno vissuto (molto) bene per decenni dentro il sistema economico e sociale italiano, quando la crisi non mordeva ancora il sedere.
Ed oggi che la crisi imperversa e il loro benessere economico è in discussione, ecco che si svegliano e cercano un capro espiatorio. Si immaginano che tutto tornerà come prima se solo “la kasta” lascerà il Palazzo. Si immaginano soluzioni cilene, con giunte rette da “forze dell’ordine” e sospensione della democrazia, pur di continuare la propria esistenza dentro il solo modello che hanno conosciuto e che concepiscono.
Nessuna ricerca dell’alternativa, nessun approfondimento, solo parole d’ordine banali e soluzioni semplicistiche.
Noi crediamo che i gruppi, i collettivi, i movimenti, ma anche i singoli, che si sono battuti e si battono per l’ambiente, contro la speculazione, contro le grandi opere, per i beni comuni, invece di ammiccare ai forconi come abbiamo visto fare in alcuni casi,  dovrebbero innanzitutto interrogarsi sul perchè i temi a noi cari non riescano ad avere l’eco che hanno rivendicazioni e parole d’ordine generiche e banali come “tutti a casa”.
Pensiamo che dovremmo riflettere sul fatto che le persone che stanno ai caselli delle autostrade, non si pongono il problema del territorio, della salvaguardia dell’ecosistema, del biocidio, del consumo di suolo, dell’alternativa a un sistema distruttivo, della creazione di strumenti per la democrazia, ma invocano soluzioni autoritarie e derive cilene.
Noi non li abbiamo mai visti alle nostre manifestazioni: non c’erano il 30 novembre a Venezia, non c’erano il 16 novembre per “Fiume in Piena”,  non c’erano il 12 Ottobre nelle mobilitazioni sui territori, non c'erano negli anni trascorsi in cui abbiamo lottato per un presente degno e un futuro dignitoso e, ne siamo abbastanza certi, non ci saranno mai.
Per esserci dovrebbero radicalmente cambiare il loro modo di pensare, smettere di autoassolversi, rovesciare il punto di vista per cui c’è sempre un colpevole altrove (che sia la kasta o il migrante cambia poco), ammettere che "il popolo" non è migliore della classe dirigente che ha saputo esprimere.  Dovrebbero prendere atto che un’era è terminata, capire che solo un cambiamento radicale e solidale può permettere a tutti di salvarsi.
L'alternativa è la barbarie.

La rivolta dei forconi nasce da una perdita di status e dal desiderio di ripristinarlo (ad ogni costo, anche pagando il prezzo della definitiva perdita della democrazia),  la nostra rivolta nasce da un esigenza consapevole e radicale di miglioramento della condizione collettiva.
 

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