La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

martedì 10 luglio 2012

 da Italia-news.it:

WWF: "TORNA IL PROGETTO PER L’AUTOSTRADA PIU' INUTILE D'ITALIA"

inserito da: Redazionepubblicato il: 09/07/2012 18:59

WWF Presentate dal WWF le osservazioni allo Studio di Impatto Ambientale: incomprensibile le ripercussioni su habitat e specie; insufficienze documentali per immagini e foto simulazioni
Le cifre: 40 km di tracciato; 12 i comuni interessati, 7 nella provincia di Vicenza; 5 a Trento “Incomprensibili le ripercussioni su habitat e specie e chiare insufficienze documentali per quanto riguarda le immagini e le fotosimulazioni”: sono alcune delle motivazioni con cui le sezioni regionali WWF Veneto e Trentino Alto Adige hanno bocciato - con delle proprie osservazioni, presentate oggi alle Autorità competenti - lo Studio di Impatto Ambientale (SIA) del Progetto preliminare dell’Autostrada Valdastico A31 Nord, proposta dalla società Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova S.p.A.


Il tracciato prescelto di 39,3 Km inizia a Piovene Rocchette, dove attualmente termina a Nord l’A31 poi corre interamente in rilevato, gallerie e viadotti nella direttrice della Valdastico, sino a connettersi con l’AutoBrennero in comune di Besenello (TN). Dodici i comuni interessati: 7 nella provincia di Vicenza e 5 nella Provincia di Trento. Negli anni ‘70 la semplice proposta dell’Autostrada Valdastico TN – VI (soprannominata allora ‘Pirubi’ dalle lettere iniziali dei parlamentari promotori Piccoli, Rumor, Bisaglia) fu assurta a simbolo del malcostume politico e fu travolta da motivazioni serie, fondate e serene, che convinsero i fautori dell’improvvida opera viaria a desistere. L’opposizione fu vasta e trasversale, tanto che la stampa nazionale la definì “l’autostrada più inutile e dannosa d’Italia”. Le motivazioni di allora (questo è il terzo tentativo di VIA con il proseguimento a Nord dell’Autostrada) conservano intatte la loro attualità e validità.
Il progetto, oggetto delle osservazioni, non ha saputo esprimere una coerente e opportuna attenzione sotto gli aspetti ambientali e naturalistici e si presenta con l’autorevolezza dell’intervento che sarà realizzato comunque, con molta enfasi sulle componenti ambientali ma ben poca effettiva difesa dei valori che esse rappresentano: purtroppo senza un’approfondita e completa definizione della significatività degli impatti attesi, non è possibile procedere alla comprensione dei costi ecosistemici, a carico di habitat e specie, che graveranno sul territorio.
Conseguentemente non si può procedere in maniera organica e credibile a determinare quale sia la sostenibilità dell’opera, ovvero la resilienza dell’ecosistema tutto: mancando un approfondito esame dei tempi di ritorno, le previsioni sono che nell’immediato, nel medio e nel lungo periodo siano attese ripercussioni negative di quest’opera, con un sostanziale peggioramento globale del comparto ambientale e, in ultima analisi, della qualità della vita. L’approfondimento del comparto ambientale e naturalistico a parere del WWF ha evidenziato l’elaborazione di documenti obbligati, condannati a compatibilizzare l’intervento all’interno di un disegno progettuale massiccio, senza la possibilità di smarcare veramente una propria dignità analitica.
Lo Studio di Impatto Ambientale, con la visione multidisciplinare che ad esso avrebbe dovuto competere, è risultato del tutto assente nel saper identificare la significatività degli impatti sulle specie; allo stesso modo manca la descrizione di dettaglio, un cronoprogramma, la fattibilità e la praticabilità delle misure di compensazione.
Una menzione a parte merita il consumo del suolo, che è stato interpretato dal Proponente semplicemente come una disponibilità automatica nell’ordine delle cose ignorando, a causa della commercializzazione delle risorse come mero dato economico, la sua indispensabile funzione naturale.
Come specifica materia di studio si evidenzia invece che non sono stati indagati gli aspetti ecosistemici, intesi come loro funzionalità ecologica per la produzione di beni e servizi. Anche nella parte paesaggistica il progetto della Valdastico Nord non ha convinto, tutto al contrario.
Il WWF ha evidenziato sia delle forzature sia delle omissioni o errate comprensionI delle valenze analizzate, per quanto riguarda la determinazione degli impatti. Sono altresì state riscontrate chiare insufficienze documentali per quanto riguarda le immagini e le fotosimulazioni, per le visioni prospettiche e le considerazioni nelle varie stagioni, di giorno e di notte. Il WWF non assolve neppure la Relazione di Incidenza Ambientale, colpevolmente condotta solo per la prima fase di “screening”, autoreferenziale e dalle determinazioni di impatti non rilevanti non sostenute da argomentazioni scientifiche, che non ha saputo individuare la presenza di habitat di specie all’esterno dei siti Natura 2000, per specie di interesse comunitario segnalate in siti Natura 2000.
Dell’area che la RIA avrebbe indagato su un buffer di 3 km apposto a destra e a sinistra del tracciato, come dimostrato, non si è trovata traccia. Il WWF vista l’evidenza dell’ampia inadeguatezza rilevata, esprime giudizio negativo sul materiale documentale visionato, anche in ragione di conseguenti ed evidenti non conformità procedurali-normative, specifiche in campo ambientale, riconducibili alle disposizioni sia della Direttiva 85/337/CEE - ora 2011/92/UE - , sia della Direttive “Habitat” ed “Uccelli” per gli aspetti più prettamente di conservazione naturalistica.

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