La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

sabato 19 maggio 2012

Trentino Corriere Alpi, 20 maggio:

Valdastico, un «no» su carta bollata

La giunta invia a Roma un dossier ufficiale con cui vuole mettere la parola fine sull’annosa questione







di Robert Tosin TRENTO. Se non fosse bastato il no chiaro e tondo pronunciato in ogni occasione, formale o ufficiosa, ora la bocciatura dell'ipotesi Valdastico è stata vergata nero su bianco e spedita a Roma su carta bollata. Non c'è alcun margine per riaprire la questione né tanto meno per una decisione unilaterale della Serenissima o del governo: «Senza il nostro consenso non se ne fa nulla», ha rimarcato l'assessore Alberto Pacher, ricordando la chiarissima presa di posizione della Corte costituzionale sul tema.
Ma quello della giunta non è un no pregiudiziale. Il plico approvato ieri e spedito in capitale è un dettagliato dossier che chiarisce le motivazioni tecniche per cui il completamente autostradale dal vicentino verso la valle dell'Adige non ha motivo nemmeno di essere pensato. Anche perché in 50 anni il mondo è cambiato e se ai tempi di Piccoli, Rumor e Bisaglia quella strada poteva avere un senso e uno scopo, oggi secondo l'amministrazione trentina sarebbe solo un danno, ambientale e economico. La Serenissima spinge: per ottenere la conferma della concessione nella gestione autostradale è obbligata a realizzare quel tronco. E anche su questo aspetto la Provincia ha fatto notare la contraddittorietà delle imposizioni europee che vanno contro il mandato politico di puntare sulle ferrovie. Ma per il momento poco importa, visto che le carte in tavola sono queste. Così la Serenissima ha diligentemente fatto il suo studio progettuale e l'ha portato al tavolo del governo. Il quale, attraverso la Conferenza dei servizi, ha riaperto il confronto con il Trentino. Al primo incontro Pacher ha ribadito il no politico, al secondo ha inviato il dirigente De Col che ha affrontato la questione dal punto di vista tecnico.
Ora la giunta ha messo la propria firma sulla parola fine spiegando punto per punto perché la Valdastico non toccherà mai il suolo trentino. Prima di tutto, viene sottolineato nel dossier, c’è una questione macropolitica: l’Europa ha puntato tutto sul trasferimento delle merci dalla strada alla rotaia. L’80% dei futuri investimenti sarà fatto in questo settore e si procede alacremente per la realizzazione dei famosi corridoi europei, di cui quello del Brennero è tra quelli prioritari. Che senso avrebbe, dunque, buttare soldi in una strada a cui si dovranno togliere i “clienti”, e cioè le merci in transito? Meglio, aveva suggerito la giunta trentina, usare quei soldi per il tunnel del Brennero, sfruttando il centro nodale di Verona.
Chiara anche la risposta a chi vede la Pirubi come un canale di comunicazione con il Veneto. Alla luce delle nuove realizzazione viarie, ribatte la giunta, la porta di comunicazione resta la Valsugana, sulla quale va fatto un ampio discorso di potenziamento sia stradale che ferroviario. C’è poi tutta la questione ambientale. Il documento inviato a Roma fa le pulci allo studio della Serenissima, mettendo in luce le tante criticità, a partire dall’insidia alle falde acquifere (si ipotizza addirittura una forte influenza sul lago di Lavarone) fino ai problemi di inquinamento aereo e acustico. E infine c’è lo sbocco a Besenello con il relativo raccordo autostradale in piena campagna di pregio. La giunta conferma la volontà di confronto sul tema della viabilità con il veneto, ma esclude categoricamente che nel piano rientri la Valdastico.
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