La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

lunedì 28 maggio 2012

Tecnici all’italiana: con il vice ministro Ciaccia e il ministro Passera, Banca Intesa all’assalto del territorio

Domenica 20 Maggio 2012 - politica, viabilita,
Abbiamo già descritto in numerose occasioni come l’autostrada Valdastico A31 sia difatti legata a doppio filo con la politica la più misera della Penisola e del Veneto soprattutto quando vi si sovrappongono negli interessi affaristici.Dopo l'iniziale era democristiana che l'ha tenuta a battesimo e che le è valsa il sopranome di PIRUBI (Piccoli, Rumor e Bisaglia allora i tre potentati della democrazia cristiana a cavallo fra Trentino e Veneto che avevano in mano le tre province di Trento, Vicenza e Rovigo) si è passato all'era della Lega con la Serenissima (Dal Lago presidente della provincia di Vicenza e allora lautamente remunerata membro del suo Cda) quando quest'ultima acquistò la concessione dalla A31 all'ANAS. Per più di dieci anni la Lega si è continuamente rinforzata nell'amministrazione della Serenissima fino a contare a cumulare le cariche di presidente della Serenissima e di presidente della Provincia di Vicenza nella stessa e unica persona di Schneck. Quell'intrico sempre più forte ed omogeneo fra politica e business delle infrastrutture e della mobilità ha avuto l'effetto deleterio che caratterizza questo perverso sodalizio nel resto della Penisola: il politico offre al business la gola del territorio in modo che ne faccia ciò che può tornare più utile e lucroso. Questa alleanza fra affari e politica costruisce una rete di commistioni fra amministratori territoriali di vari livelli (comuni, provincie, regioni ) e interessi finanziari di cui le mafie sono un sottospecie e che è più opportuno e teoricamente più utile chiamare "famiglia d'interessi". Non è più una famiglia di sangue come le mafie tradizionali, il legame non è carnale come nelle famiglie di cosa nostra, delle cosche o delle n'drine. Il legame nel caso specifico è di interessi finanziari fra un politico o un amministratore pubblico, un colletto bianco, e un investitore privato: proprio in ragione di questa zona grigia che si crea fra il pubblico e il privato si deve ritenere del tutto impraticabile e resa illegale tale possibilità di commistione, proprio in questi giorni in cui si parla di nuove norme contro la corruzione.
In questi ultimi mesi dopo il peso decisivo della Lega nell'amministrazione della Serenissima, sta invece diventando sempre più determinante il ruolo di Banca Intesa che è diventata uno dei maggiori azionisti dell'attuale Holding A4 (che raggruppa ciò che viene chiamata ancora Serenissima) . L'attuale governo Monti conta due dei maggiori ex-dipendenti di Banca Intesa nelle sue fila (che probabilmente finita l'esperienza Monti torneranno a sedere dietro alle loro scrivanie in banca) e questo in un ministero proprio chiave per gli investimenti di Banca Intesa quale quello della mobilità e delle infrastrutture. Si tratta del Ministro Passera e del suo Vice Ciaccia. A questo punto c'è qualcosa che suona piuttosto male quando l'ora Vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti viene a Vicenza per caldeggiare con l'autorità di un ministero alle spalle a capo di cui sta il suo superiore di Banca Intesa Corrado Passera il compimento a qualunque costo della Valdastico a nord fino per lo meno a metà strada cioè senza pestare i piedi della provincia autonoma di Trento che non la vuole. Dal 2002, inizialmente quale Responsabile della Direzione Relazioni Istituzionali e della Direzione Stato e Infrastrutture di Banca Intesa, Ciaccia ha proseguito la sua attività all'interno di Intesa Sanpaolo ricoprendo appunto le cariche di amministratore delegato e direttore generale di Banca Intesa Infrastrutture e Sviluppo e di presidente e amministratore delegato di Banca Opi.

Il braccio operativo di Banca Intesa nel settore trasporti ha quindi proprio due assi in mano per vincere la partita in qualunque materia del settore in cui investe, a maggiore ragioni per dare la spinta giusta ad infrastrutture sulle quali ha impegnato un particolare sforzo finanziario come ad esempio nel caso della Valdastico ed di conseguenza imporle anche a discapito del territorio sul quale incideranno. Quindi figuriamoci dove andranno a finire interessi del territorio che non collimano con gli interessi dell'investitore privato, mentre il politico dovrebbe essere almeno una figura che media e vaglia fra territorio ed interessi privato e che comunque deve approfondire ed illuminare maggiormente la parte del pubblico e del bene comune nei confronti del bene privato. Su questo non pare che Ciaccia (nonché Passera) sia una garanzia, anzi, è proprio l'uomo sbagliato e che tra l'altro da prova di poco pudore e di notevole carenza di rigore morale nel fare pesare la propria presenza per influire sulle decisioni relative ad alcune infrastrutture nel Vicentino. A uno come l'assessore regionale Chisso, perso la spalla Galan, non deve sembrare neanche vero trovare una tale sponda nel ministero delle infrastrutture per fare passare di tutto e di più, dalla Valdastico alla Valsugana, al ridondante e deleterio sistema tangenziali venete che praticamente è un inutile doppione del tratto autostradale fra Brescia-Padova con la privatizzazione di alcuni tangenziali esistenti ora gratuite e che passeranno a pagamento fra le quali proprio quella di Vicenza. Il rapporto fra l'investitore privato Banca Intesa (e di conseguenza con grande goduria e lauti benefici a treno per gli altri investitori presenti nella Holding A4) e il ministero non ha nulla da invidiare al famoso tandem dei fratelli Abbagnale.
Dietro a quell'appellativo di "tecnico" il governo Monti dimostra qui di nascondere nelle sue pieghe (che poi è un nascondere solo per chi non vuole vedere) le peggiori combinazioni alle quali erano avvezzi altri governi che hanno portato l'Italia sull'orlo del baratro e del suo sistematico scempio territoriale.
a cura di: Comitato t.t. O. e A.v.

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