La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

mercoledì 8 aprile 2015

QT - Questo Trentino - n. 3 Marzo 2015



La Valdastico come discarica

di Luigi Casanova


Lo ricordiamo a Trento, il presidente della provincia di Vicenza, ex presidente del Consiglio di amministrazione dell’autostrada Brescia Padova, oggi ancora presidente della holding che controlla la Serenissima, Attilio Schnek, piantare in asso i suoi amici leghisti Divina e i dirigenti di Forza Italia del Trentino perché pressato e infastidito dalle domande degli ambientalisti. Accadeva nemmeno due anni fa. Oggi il Presidentissimo è indagato per traffico illegale di rifiuti e falso ideologico assieme ai dirigenti di acciaierie bresciane e venete per aver permesso lo scarico sotto il fondo autostradale della Valdastico Sud di 155.836 mc di scorie non bonificate. Un lungo nastro di residui di lavorazioni delle acciaierie che ha inquinato le campagne venete facendo emergere metalli tossici come il cromo e il nichel, elementi cancerogeni. I fatti sono stati dimostrati in un recente approfondimento giudiziario, un incidente probatorio.
Mentre si avvia a conclusione questa preoccupante indagine, il ministro ciellino Maurizio Lupi e il leghista Luca Zaia spingono per imporre al Trentino il completamento dell’autostrada nelle campagne di Besenello. Sull’argomento il ministro pretende un decreto del Presidente della Repubblica, superando ogni possibile opposizione da parte della Provincia di Trento. Probabilmente a certi personaggi e a certo mondo industriale risulterà più facile nascondere nell’asfalto in galleria, sotto l’altopiano di Lavarone, altre tonnellate di residui tossici. Della preoccupante vicenda non si comprende perché la stampa trentina eviti di parlare, di approfondire i risvolti dell’inchiesta, avviata nell’ormai lontano 2011 e in prossimità di arrivare a conclusione con l’incriminazione di tutti gli indagati.



Cosa deve succedere ancora?! Quante irregolarità, cosa ancora si deve denunciare, per insabbiare questo progetto per sempre??

Nessun commento:

Posta un commento