La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

mercoledì 23 luglio 2014

Lettera aperta ai sindaci che hanno sottoscritto il documento di Schneck a favore della A31 Nord e indirizzato al premier Renzi

Egregio Signor Sindaco,

recentemente la S.V. è stata “invitata” dalla direzione della A4 Holding a sottoscrivere una mail e un documento indirizzati al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi (entrambi già predisposti da A4Holding, ma mai discussi né in sede pubblica né in ambito politico o amministrativo), per manifestare l'appoggio al proseguimento dell'autostrada A31 Nord.

Tali documenti presentano gravi errori e omissioni, in particolare quando si afferma che il completamento dell’A31 Valdastico verso Nord sarà realizzato “senza nessun onere a carico dello Stato”, che tale autostrada “è prevista nelle reti TEN-T Europa” e che si prevede “possa dare un importante impulso allo sviluppo economico e sociale del territorio”.
Riteniamo che la sottoscrizione di tale documento richieda una conoscenza oggettiva e analitica di diversi aspetti del problema.

Anche escludendo le problematiche ambientali (inquinamento acustico e atmosferico, alterazione delle falde idriche, consumo di suolo e di spazio vivibile in una valle chiusa, instabilità geologica, problema della frana della Marogna…), per le quali esiste una vasta documentazione, restano gravi dubbi su utilità e fattibilità di questa autostrada.


I - A31 Valdastico Nord: una risposta sbagliata a un’esigenza reale

1 - Le industrie dell’Alto Vicentino che puntano all’esportazione hanno sicuramente interesse a uno sbocco veloce verso Nord.
Tuttavia i trasporti verso Nord vanno integrati nella rete di trasporti europei (è questo chi ci chiede l’Europa!) e la rete TEN-T prevede il collegamento Nord-Sud tramite il Corridoio 1 Berlino-Palermo: corridoio che è ferroviario e passa per Verona.
Le merci nella logica europea dovrebbero confluire a Verona e lì caricate su treno. Siamo gli unici in Europa a sviluppare ancora il trasporto su gomma.
2 – E’ l’Europa che lo chiede? “Il progetto dell’autostrada Valdastico A31 Nord non fa parte né dell’attuale rete trans-europea dei trasporti né del progetto prioritario n. 1 relativo all’asse ferroviario Berlino-Palermo”. È la risposta del Commissario UE ai trasporti Siim Kallas a un’interrogazione presentata dall’europarlamentare Andrea Zanoni nel gennaio 2013.
Quindi l'A31 Nord ha un'importanza solo locale. Confermata proprio dall'opposizione di Trento.
3L’opposizione di Trento. Uno studio sul traffico elaborato dal Politecnico di Milano, allegato al documento preliminare del Patto di sviluppo territoriale, afferma che “il completamento della Valdastico non alleggerisce il traffico pesante sulla Valsugana, ma peggiorerà la situazione di accessibilità a sud di Trento. E sarà eventualmente in grado di attirare solo parte del traffico prossimo al casello di Thiene”.
La Provincia di Trento è quindi contraria non per motivi pretestuosi ma sostanziali. E di buon senso.

Ogni punto potrebbe essere approfondito, ma il sunto è che l’A31 Nord è priva di importanza nell'ambito dei trasporti europei Nord-Sud.


II - A31 Valdastico Nord: un progetto irreale, improbabile, irrealizzabile

1 – Quanto costa? Il progetto presentato prevede 30 km di gallerie (doppie) su un tracciato complessivo di 39 km al costo ipotizzato (ma poco probabile) di 2.000 milioni di euro.
Significa semplicemente che 3 km dell'autostrada equivalgono a un ospedale come quello nuovo di Santorso, completato e attrezzato.
Ai costi di costruzione si devono sommare costi di gestione così elevati che l’A31 Nord non potrà mai pagarsi entro il 2026, scadenza di un ipotetico rinnovo della concessione.
2 – Chi la paga? Questo comporta che i costi saranno scaricati sulle tariffe autostradali e quindi su cittadini e imprese (con evidente vantaggio per lo sviluppo del territorio). Nessun rischio d’impresa, quindi, con tutti i costi che ricadono comunque sulla domanda.
Nessun onere per lo Stato, scrive A4 Holding: ma chi è lo Stato se non i cittadini che pagheranno l'opera attraverso le tariffe?
3 – A chi serve? Se si tratta di un progetto inutile allo sviluppo del territorio e improbabile per i costi di realizzazione e di gestione, perché A4 Holding spinge in modo così prepotente per la sua realizzazione?
Il motivo di questi errori e omissioni è uno solo: l’interesse reale di A4 Holding non è la costruzione dell’autostrada, ma il rinnovo di una concessione autostradale già scaduta.
Il problema è infatti ottenere il rinnovo della concessione della Brescia-Padova, evitando la gara europea. Una concessione trentennale avviata nel 1962, nel 1976 prorogata al 2006 e quindi al 2013, e ulteriormente prorogata al 2026 se verrà completata (prevista per il 2025) o anche solo iniziata la A31 Nord.
4 – Perché serve? Alcune date per il completamento dell’A31 Nord: inizio previsto dei lavori 2015, apertura primo stralcio 2022, completamento fino a Trento 2025, scadenza concessione 2026.
Nel periodo 2022-2026 la Società Autostrade Bs-Pd prevede di incassare dall’A31 Nord, secondo il piano finanziario 2013-2046 (gennaio 2013), un totale di 74 milioni; che diventano 638 miloni in caso di proroga della concessione al 2046.
Ha senso investire 2.000 milioni di euro per questi ricavi?
Basta analizzare il piano finanziario per capire: nello stesso periodo la tratta Bs-Pd avrà garantite entrate per 14.000 milioni di euro.


III – L’A31 Nord rappresenta così il paradigma ideale delle grandi opere:
  • pensata, progettata, finanziata e, forse, costruita, per le necessità di pochi e non per le esigenze reali dei cittadini e per lo sviluppo di un territorio;
  • costosa nella progettazione, nella costruzione e nella gestione;
  • costi ripianati dagli utenti attraverso maggiori tariffe e dallo Stato alla scadenza della convenzione;
  • investimenti sottratti ad altre opere più utili (promozione della cultura e istruzione, sostegno sanitario, manutenzione del territorio, prevenzione del degrado idrogeologico, edilizia scolastica, ammortizzatori sociali…), ma probabilmente “piccole”.

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