La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

sabato 10 settembre 2011

Dellai: «A22, la gara è inevitabile. Molto preoccupati per il tunnel»

Il presidente gela Serenissima: «Siamo montanari, non allocchi»

Trento, 8 settembre 2011 - «La proposta della costituzione di una società in house pubblica per la gestione dell'autostrada del Brennero non è contenuta nel maxiemendamento discusso a Roma, si avvicina inevitabilmente il tempo di una gara». Il governatore Lorenzo Dellai è intervenuto ieri al convegno «Corridoi verdi della rete Ten» ed ha espresso, alla presenza del coordinatore europeo del progetto prioritario Corridoio 1 Pat Cox, del commissario per il tunnel del Brennero Mauro Fabris e dell'europarlamentare Debora Serracchiani, la propria preoccupazione legata al futuro di A22. «Siamo montanari ma non allocchi» ha detto commentando poi l'ipotesi di una cordata tra A22 e Serenissima già bocciata martedì dal vicepresidente Alberto Pacher.

Quello tracciato da Dellai è un quadro dalle tinte fosche: «Come Provincia abbiamo coltivato un progetto ambizioso, quello del tunnel del Brennero, che non è solo una ferrovia, ma riguarda l'integrazione tra territori in termini di linee energetiche, connessioni telematiche, università, investimenti. Abbiamo sempre perseguito una visione di sistema, voluto una pratica forte di finanziamento trasversale, praticato la corresponsabilità tra territori. Tutto ciò oggi è a rischio a seguito di quello che sta accadendo con il governo per il futuro della nostra autostrada». Al governatore non bastano infatti le rassicurazioni di Fabris circa l'impegno finanziario: «Quanto deciso dal Cipe non risolve la questione della realizzazione di tutta l'opera che comprende anche le tratte d'accesso. Non accetteremo mai un tunnel nel deserto. Siamo molto preoccupati».

Se un appello ad assicurare un futuro all'opera è stato rivolto a Cox anche dallo stesso commissario per il tunnel del Brennero («Bisogna spingere perché in futuro vengano finanziate opere che sono in stato di avanzata realizzazione e che connettono gli stati europei», ha dichiarato Fabris), il presidente Dellai ha voluto ribadire la disponibilità del tesoretto di 540 milioni di euro accantonati dall'Autobrennero come fondo per il tunnel «solo in presenza di un disegno coerente». «È un fondo che spetta all'A22 e a suoi azionisti e può essere attivato so lo se c'è una coerenza di sistema». Poi l'affondo sulla proposta di una cordata con Serenissima: «Siamo disponibili a valutare diverse ipotesi, ma siamo montanari e non allocchi. Crediamo che quelle dell'A4 siano provocazioni più che ipotesi strategiche. Comunque quando e se ci sarà presentata l'ipotesi la valuteremo. Quello che ci interessa è un principio di coerenza con un disegno globale. In questo senso avevamo proposto un sistema basato sulla gestione in house della nostra autostrada che avrebbe prodotto 120 milioni in euro di tasse a favore delle Stato, ma il governo non ci ha neanche risposto. È un comportamento non molto qualificato e non molte comprensibile». Se l'esito sarà quello «inevitabilmente deciso e scontato» di una gara, annuncia Dellai, «in futuro dovremo essere circospetti nelle nostre decisioni: rimarrà la volontà di contribuire al progetto del tunnel, ma avanzeremo vedendo di perseguire i nostri interessi».

Sulla possibilità di una cordata tra A22 e A4 si è espressa anche Debora Serracchiani: «Il problema è capire cosa succede a livello nazionale, ad esempio il ruolo e le competenze che avrà in futuro Anas. Se non ci sono pianificazione e progettazione, compaiono queste proposte di curiosi assemblaggi». «Per ora stiamo ragionando, a una proposta lavoreremo se dovesse esserci una gara quando sarà pubblicato il bando» si è limitato a dire il presidente di A22, Walter Pardatscher.

Intanto, da Vicenza, torna a farsi sentire il presidente della Provincia nonché di Serenissima, Attilio Schneck. «L'idea di unire Serenissima e A22 potrebbe aver senso, ma soprattutto se fa parte di un piano generale più ampio: mettere insieme tutte le concessionarie autostradali del Nord, soprattutto quelle che insistono sui corridoi europei 1 e 5. Una grande società avrebbe la capacità di affrontare ingenti investimenti nelle infrastrutture, nelle autostrade come nelle ferrovie e nella Tav. Ma va chiarito che questa ipotesi di unione con A22 non è stata avanzata - assicura - perché Serenissima speri di avere come merce di scambio il sì di Trento alla Valdastico Nord. Noi vogliamo realizzare l'opera, certo, ma per avere la concessione fino al 2026 non abbiamo alcun bisogno del consenso dei trentini. Basta l'approvazione definitiva del progetto entro giugno 2013: serve la carta non la malta». Tesi, quest'ultima, contestata non più tardi di ieri da Fabris.

Marta Romagnoli (fonte: Il Corriere del Trentino)

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