Strategie antismog per il bacino padano
Legambiente al ministro Orlando:
“Per ripulire l'aria della Pianura Padana la ricetta c’è già, si chiama mobilità sostenibile”
“Per ripulire l'aria della Pianura Padana la ricetta c’è già, si chiama mobilità sostenibile”
“Rivedere il piano delle nuove infrastrutture
nella legge Obiettivo,
cancellare quelle inutili e insostenibili economicamente,
per finanziare un nuovo e più efficiente piano di trasporto pubblico interregionale”
cancellare quelle inutili e insostenibili economicamente,
per finanziare un nuovo e più efficiente piano di trasporto pubblico interregionale”
Domani, Mercoledì 4 settembre si terrà a Milano il
vertice convocato dal ministro dell'Ambiente Andrea Orlando per concordare con
le regioni del Nord Italia una comune strategia antismog per il bacino padano.
“Da anni Legambiente sottolinea come per contrastare
efficacemente lo smog servano interventi su area vasta, mirati prioritariamente
a ridurre le emissioni da traffico, causa prima dell'emergenza sanitaria e
ambientale che interessa le nostre regioni”, hanno dichiarato Damiano
Di Simine presidente di Legambiente Lombardia, Fabio Dovana,
presidente Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Lorenzo Frattini,
presidente del regionale Emilia Romagna e Gigi Lazzaro, presidente del
comitato Veneto, che si sono riuniti per concordare le loro strategie sulla
mobilità.
"Fa bene il ministro Orlando a convocare i
governatori delle regioni coinvolte per tradurre in atti concreti la volontà
espressa a più riprese di mettere in campo interventi coordinati nella Pianura
Padana. Ma non si può prescindere dai controlli. Gli enti locali
continuano infatti a fare poco o a procedere in ordine sparso perché manca una
pianificazione a livello centrale, c’è scarsa disponibilità di risorse ma
anche poca lungimiranza e scarso senso di responsabilità”.
L'appello che rivolgiamo al ministro e ai presidenti di
regione è di non ripartire ancora una volta da zero nella discussione. Le
cause, così come la terapia per uscire dall'emergenza sanitaria e
ambientale che affligge la Pianura Padana, sono ben chiare. Quello che serve è
una capacità politica nuova, che punti su un altro tipo di mobilità a basso
tasso di motorizzazione e con alti livelli di efficienza e soddisfazione”.
"Per la prima volta, col tavolo convocato dal
ministro Orlando, abbiamo la possibilità di affrontare con maggiore
tempestività la questione dei provvedimenti antismog da adottare per la
stagione invernale – hanno dichiarato i presidenti regionali di
Legambiente -. Speriamo che questo appuntamento sia poi realmente seguito
da atti concreti e non più, come avvenuto sinora, da dibattiti sterili incapaci
di mettere in campo provvedimenti efficaci”.
Secondo gli ambientalisti c’è bisogno di una
profonda revisione della programmazione delle infrastrutture e dei servizi che
attengono alla mobilità di un'area ad alta densità demografica e ad
altissimo livello di motorizzazione individuale, qual è la Pianura Padana.
Continuare, infatti, a realizzare le grandi infrastrutture
stradali che sono in progetto o in via di esecuzione (si pensi all'inutile ramo
di TI_BRE a Parma o al raddoppio del tunnel autostradale del Frejus o
l’autostrada Orte-Mestre) non va certo nella direzione di una mobilità
più efficiente e meno inquinante. Lavoratori e cittadini del Nord Italia hanno
bisogno di servizi di TPL urbano e regionale adeguati, più frequenti e
affidabili; del rilancio del trasporto ferroviario passeggeri, di scala
regionale e interregionale; di una logistica integrata, sostenibile ed
efficiente per le merci che oggi viaggiano quasi solo su strada, e non di una
mobilità fondata su faraoniche e impattanti infrastrutture come la Torino-Lione
ma di una diversa politica degli incentivi che sappia premiare il trasporto
ferroviario a scapito di quello su gomma, utilizzando ed ammodernando le linee
ferroviarie già esistenti.
La risposta delle Regioni fino ad oggi è consistita in un
aumento di progetti di opere autostradali faraoniche e ridondanti, su cui la
via del finanziamento privato è miseramente (e non a caso) fallita. Ma invece
di prendere atto di questo fallimento e di interrogarsi sulle ragioni per le
quali nessun grande gruppo privato si sente di mettere risorse proprie sulla
seconda autostrada tra Milano e Brescia o sulla seconda tangenziale di Milano,
sulle costosissime Pedemontane Veneta e Lombarda o ancora sulla tangenziale
est di Torino, i governatori regionali sembrano voler continuare a pregare il
Governo per ottenere garanzie e avanzamenti progettuali coperti da
finanziamenti pubblici, sconti fiscali o anticipazioni da CDP, come avvenuto
per il balletto di richieste sul passante nord di Bologna, per la E55 e per il tris Pedemontana
- Brebemi - TEM in Lombardia, tre opere che costano 10 miliardi pur non
risolvendo nessun reale nodo di congestione strade.
"Se davvero il Ministro Orlando vuole cambiare
registro – hanno concluso i presidenti regionali di Legambiente -, chieda
di concertare col ministro delle Infrastrutture e dei trasporti il piano delle
autostrade previste dalla legge Obiettivo nel Nord Italia, sottoponendo ogni
grande progetto ad una revisione indipendente che ne valuti sostenibilità e
rapporto costi-benefici, cancellando ogni finanziamento per i progetti che
non superano il vaglio. Con le risorse risparmiate potremmo finanziare uno dei
sistemi di TPL interregionale più avanzati d'Europa, e ottenere una durevole
riduzione delle percorrenze automobilistiche e commerciali a beneficio della
mobilità collettiva."
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