Valle
dell'Astico, 11 settembre 2013
Il
comitato No Valdastico Nord digiunerà a staffetta da domani, 12
settembre, per cinque giorni contro il progetto del prolungamento
dell'autostrada A31 Valdastico Nord.
Sulla
scia del digiuno avviato lo scorso 16 agosto da don Albino Bizzotto
contro le decine di grandi opere da realizzare in Veneto in project
financing
- A31 Nord compresa - anche il comitato No Valdastico Nord ha deciso
di intraprendere questa forma di protesta nonviolenta, al pari di
diversi altri gruppi e comitati locali veneti che si battono per la
difesa del territorio.
Nel
dettaglio, saranno 9 le persone del comitato No Valdastico Nord che
digiuneranno per 24 ore ciascuno a partire dalla mezzanotte, bevendo
solo acqua e astenendosi dal mangiare. Nei primi tre giorni, inoltre,
il digiuno verrà osservato dalle 8 alle 20 nella sede della Pro Loco
di Casotto, in via san Giovanni a Casotto
di Pedemonte
(di fronte alla chiesa): da Renzo Priante e Irma Lovato, giovedì
12 settembre;
da Francesca Dall’Osto e Teopista Marioni, venerdì
13 settembre;
e da Annalia Sartori e Arrigo Panozzo, sabato
14 settembre.
Gli ultimi due giorni della staffetta saranno invece osservati,
sempre tra le 8 le 20, nella sede del Circolo ricreativo di Casale a
Cogollo
del Cengio:
da Giuseppe Sentelli e Luca Bonaldo, domenica
15 settembre,
e
da Gaetano Grotto (la prima parte al lavoro) e, di nuovo, da Irma
Lovato, lunedì
16 settembre.
La
staffetta è comunque aperta a tutti: chiunque
potrà aderire, partecipare e recarsi nelle due sedi di Casotto e
Casale per manifestare la propria solidarietà, lasciando anche un
pensiero in un apposito quaderno.
“Il
digiuno avviato da don Bizzotto ha puntato i riflettori della
politica e dei media sul tema delle grandi opere in Veneto –
osserva Renzo
Priante di
Piovene Rocchette -: 35 quelle dichiarate ‘urgenti e prioritarie’,
da avviare in project
financing,
meccanismo che alla fine tutela gli interessi privati e aggrava
invece il debito pubblico, comportando l’aumento delle tasse. Molte
di queste opere poi sono inutili o sono dei doppioni, altre possono
benissimo essere evitate con una razionalizzazione delle
infrastrutture esistenti”.
“L’iniziativa
di don Bizzotto – aggiunge Irma
Lovato di
Posina, che già ad agosto ha digiunato per 24 ore a fianco del
fondatore dei Beati costruttori di pace - ha inoltre raccolto
l’adesione e la solidarietà di molti altri comitati veneti che con
questa forma di protesta nonviolenta vogliono sensibilizzare
l’opinione pubblica, ma anche i politici stessi, che da una parte
approvano leggi a salvaguardia del territorio
e dall’altra progetti faraonici, dimenticando che la terra è
l'unica fonte di vita e che il terreno agricolo non è una risorsa
infinita. Don Albino ha posto al centro del suo digiuno la persona,
con i suoi bisogni e le sue necessità, e si è chiesto se veramente
i cittadini veneti necessitino di queste 35 grandi opere, considerata
anche l'emergenza sociale attuale, con il taglio continuo dei fondi
destinati ai servizi socio-sanitari, nonostante la domanda sia sempre
crescente. I cittadini non sono ciechi: si accorgono delle
contraddizioni tra il dire e il fare dei politici, e per questo si
mobilitano anche in difesa del bene comune costituito dalla bellezza
di una valle”.
Non
a caso numerosi sono già i cittadini che hanno dato l'adesione a
partecipare al digiuno collettivo contro le grandi opere inutili che
si terrà in tutto il Veneto il
28 e il 29 settembre,
un’iniziativa lanciata dai Beati costruttori di pace in attesa
della manifestazione di protesta che si terrà il 9
ottobre sotto
Palazzo Balbi, a Venezia, sede della Regione Veneto e già sede della
Sade, la società che costruì la diga del Vajont, della cui tragedia
quel giorno ricorrerà il 50° anniversario.
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