«Autostrade, l'Ue “maschera” la fusione»
INFRASTRUTTURE. Il commissario vicentino per la Tav del Brennero svela i contenuti delle indicazioni che la Commissione Ue ha inviato al Governo sulla SerenissimaFabris: «Stop alle aggregazioni per allungare le concessioni ma Bruxelles è disponibile a trovare misure alternative»
19/09/2013
«L'Europa ferma l'ipotesi di aggregazione di società
concessionarie contigue, allo scopo di spostare la scadenza alla data
più lontana. Ma lascia aperta la possibilità di trovare “misure
alternative” che assicurino sia il rispetto del diritto alla
concorrenza, sia le ricadute positive dell'operazione di fusione». Il
vicentino Mauro Fabris, commissario di Governo per la Ferrovia
Verona-Brennero, svela i particolari della lettera ricevuta nei giorni
scorsi a firma Michel Barnier, commissario europeo per il Mercato
Interno, in risposta alle richieste del ministro italiano alle
Infrastrutture, Maurizio Lupi. Una lettera che riguarda indirettamente
Fabris, perché la galleria via rotaia sul Brennero è finanziata coi
pedaggi di Autobrennero.Una lettera che spiega la recente ipotesi di A4
Holding che controlla Bs-Pd: l'acquisto, da parte dell'A22, di quote
societarie dell'inoptato. Fabris, come considera l' ipotesi di
aggregazione delle concessionarie, proposta da Lupi? Da commissario la
considero positivamente, visto che può portare maggiori finanziamenti
alla Brennero e, di conseguenza, alla Ferrovia. E la possibilità
dell'acquisto di quote dell'A4 da parte dell'A22? Si inserisce bene
nell'ambito della prospettiva del Governo. Lupi non sarebbe andato a
Bruxelles se non avesse avuto certezze di avere un fronte compatto,
compresi Bolzano e Trento che detengono l'A22. Lupi ha chiesto la
proroga della concessione della Bs-Pd per l'impasse sull'A31 Nord. E
l'ha ottenuta. Il Ministro ha affrontato due temi. Il primo. La
concessione Bs-Pd. E la riposta è stata positiva. L'Ue conferma la
proroga di due anni per la “situazione incolpevole di ritardo” per il
progetto dell'A31 Nord. E il secondo argomento? La proposta, che piace
anche ad Aiscat, di unificare concessionarie contigue per prorogare le
scadenze alla data più lontanta. Come l'A4 e l'A22. Per quest'ultima è
scaduta la concessione. Vero, ma i benefici non sarebbero solo per il
caso specifico, ma nazionali. E sarebbero tre, come ha sintetizzato
Lupi: la riduzione del costo dei pedaggi, la spinta a realizzare opere
in programma e il vantaggio economico per il bilancio dello Stato dove
sono iscritti i costi di subentro delle società concessionarie.
Prorogando le scadenze delle società, queste cifre potrebbero essere
recuperate e si alleggerirebbe così il debito pubblico italiano. La
risposta dell'Ue? Negativa, ma interlocutoria. Hanno ricordato che, con
la proroga dell'A4 dopo la procedura di infrazione, l'Italia si era
impegnata a non chiederne più. La norme sono chiare: alla scadenza della
concessione, si deve andare a gara. Le motivazioni italiane, tuttavia,
sono ritenute degne di nota e per questo l'Ue “lascia aperta la
possibilità di studiare misure alternative”. E allora? Serve ora che il
Governo faccia pressione. Servirà poi una legge nazionale, proposta e
ritirata per incompatibilità. In Parlamento ci sono altre bozze allo
studio da parte di alcuni deputati. Infine, servirà una complessa
operazione di ingegneria finanziaria. Insomma, non sarà facile. Certo.
Ma è fattibile. E devo dar atto a Flavio Tosi, sindaco di Verona e
presidente Bs-Pd, di aver avviato un'azione forte sul tema: credo sia
uno dei pochi politici che ha capito la forza di questo disegno che non è
solo un'operazione bancaria-finanziaria, costruita a tavolino a Milano,
ma un disegno di natura territoriale, politica e amministrativa. Si
tratta ora di trovare gli strumenti idonei per concretizzarlo».
Cristina Giacomuzzo
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