Riceviamo e pubblichiamo questa interessante lettera di Enzo Magnaguagno.
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AUTOSTRADA VICENZA TRENTO
Per andare a
Trento, anzi a Besenello, con la mitica PIRUBI ci vuole un tunnel a
due canne (“Purtroppo così lo pretende l’Europa”)
dice Schneck.
Metà canna se la fumerà la Val
d’Adige e l’altra metà la Val d’Astico. E mica canne da ridere
perché il tunnel stradale, con i suoi 15 Km, sarà il più lungo
d’Europa dopo quello di Laerdal (Norvegia) che ne misura 24,5 e il
Gottardo (Svizzera) di 17 di Km ma che sono a una canna sola. Per
trovare un due canne più lungo del nostro bisogna andare a
Zongnanshean in Cina ( 18 km, il più lungo del mondo) .E sarà
proprio in Cina che sarà opportuno inviare Schneck e soci per
verificare i problemi che un simile tunnel procurerà.
Non è però necessaria una grande
fantasia per prevedere lo straordinario e infinito effetto Euchessina
che sarà provocato dalla deiezione di milioni di tonnellate di
materiale da riporto e la processione di centinaia di camion. Sarà
uno spettacolo imperdibile per la valle e, soprattutto, alla curva ad
angolo retto in località Posta.
Ma la società Raetia, progettista
della Piovene-Besenello, ci anestetizza e dice che“Lo scavo di
galleria andrà a formare colline e terrazzamenti utili per ulteriori
sviluppi della viticoltura” . Un oceano di ghiaia e detriti
scenderà da Lastebasse e seppellirà squisite patate per fare
spazio a vitigni di pregiata uva frambua.
Dalla valle inesistenti le reazioni di
sindaci miopi asserviti ai colpi di frusta di Schneck e a stimolanti
promesse politiche.Nel frattempo Trento continua a essere sommersa
dai miasmi dei peti, dagli insulti e dagli sputi che le massime
autorità Vicentine e Venete quotidianamente indirizzano al
presidente Dellai Lama colpevole di negare l’accesso al territorio
trentino e impedire la realizzazione dello “sbocco vitale per
l’economia del Veneto ai mercati del centro Europa”. Qui,
in provincia, il locale regime leghista non ammette voci contrarie
all’opera. Chi lo fa rischia il posto di lavoro e la carriera, se
non l’esilio.
L’autorizzazione all’inizio dei
lavori sembra essere ad un passo. Ancora qualche mossa e il nostro
eccitante desiderio di andare a Besenello risparmiando 20 minuti (
con costo di pedaggio stratosferico) sarà soddisfatto e potremo
scaricare lo stress accumulato in 40 anni di attesa.
La realtà vera è ben diversa e dice
che questa autostrada non andrà mai nè a Besenello né in altra
località trentina.Ben che vada arriverà fino ad Arsiero per far
felice il sindaco leghista di Piovene che si lamenta da anni per il
traffico di attraversamento domenicale del paese.
E non si farà in primo luogo per la
dabbenaggine degli amministratori colpevoli di aver assecondato la
trasformazione della Serenissima spa in una finanziaria che si chiama
A4 Holding ( composta dalla Serenissima più un’altra trentina di
aziende).
La A4 Holding ha una situazione
debitoria che è superiore al fatturato dell’azienda. Un paradosso
visto che il business autostradale ha una redditività lorda che è
pari al 40% degli introiti da pedaggio. Ciò significa che i nuovi
soci entrati ( ma vecchi volponi che si chiamano Gambari, Astaldi,
Gavio, Re-Consult ecc.) hanno portato i debiti delle loro aziende e
nessun capitale. Questo è avvenuto sotto il naso di
Schneck e degli altri soci pubblici ( Provincia di Vicenza e
Verona,Camera di Commercio di Vicenza e Verona, Banche locali ecc.) i
quali, oggi, hanno perduto il pacchetto di maggioranza.La prima
conseguenza di questo giocare con le cifre di bilancio, e non con
l’economia e la finanza reale, è che la società ha in pratica
azzerato i profitti a partire dal 2008, proprio l’ anno in cui
Schneck è andato in scranno, mentre negli anni precedenti gli utili
netti navigavano intorno al 10% del fatturato.
Anche il direttore generale della A4
Holding, Chiari, conferma apertamente, nell’ultimo bilancio
consolidato (2011), che” La Società sta vivendo un momento di
particolare tensione finanziaria dovuto all’entrata in Società di
aziende private con situazioni finanziarie molto difficili”.
Non a caso la Cassa di Risparmio del
Veneto ( gruppo Intesa San Paolo) chiede perentoriamente il rientro
di 100 milioni di Euro per fine febbraio 2013 e l’aumento del
capitale sociale da parte degli azionisti si è rivelato un mezzo
fiasco. Nessuno vuole tirar fuori soldi. Banche per prime.
In conclusione: La Serenissima spa di
qualche anno fa, a maggioranza pubblica, aveva una situazione
finanziaria ottima che le consentiva programmi di investimenti anche
di lunga gittata. Oggi la A4 Holding, a maggioranza privata, è una
società in condizioni critiche che ha difficoltà a finanziare la
Valdastico Sud. Fra pochi mesi scadrà la concessione della
Serenissima. Le probabilità che venga allungata al 2026 sono
praticamente inesistenti sia perché il CIPE non si riunisce per
approvare il progetto, sia perché c’è un cambio importante di
guardia al governo e, non ultimo, perché il Dellai Lama ,novello
parlamentare,un occhio alla PIRUBI, a difesa dell’autonomia
trentina, lo darà da Roma tutti i giorni.
Enzo Magnaguagno
Vigardolo, 13 marzo 2013
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