Cambiare lo
Sblocca Italia sulle concessioni autostradali. La richiesta esplicita,
anticipata nei giorni scorsi da una lettera al ministro delle Infrastrutture
Maurizio Lupi, viene sottoposta alle commissioni parlamentari competenti della
Camera dal presidente dell'Autorità anti-corruzione, Raffaele Cantone:
stralciare l’articolo 5 del provvedimento, che prevede il prolungamento delle
concessioni autostradali a fronte di nuove investimenti, e mettere in campo
"una legge organica che riguardi solo le concessioni autostradali”.
Il
magistrato ha detto che la norma “potrebbe essere in contrasto con quello che
da tempo ci sta dicendo l’Unione europea sul fatto che le concessioni devono
essere messe a gara pubblica“. Al contrario, lo Sblocca Italia prevede una
proroga della concessione quasi automatica a favore degli attuali
concessionari, per ottenere la quale è sufficiente chiedere l’accorpamento di
più tratte o impegnarsi a fare investimenti comunque necessari. Così facendo,
ha detto Cantone, “il meccanismo diventa un criterio di allungamento delle
concessioni”. Una situazione che hanno alimentato le critiche al Governo su un
regalo alle lobby autostradali, come Autostrade per l’Italia (gruppo Benetton),
Gavio e Toto.
"Abbiamo
evidenziato una serie di anomalie" ha spiegato Cantone, secondo cui
"il passaggio alla Camera ha portato all'inserimento importante della
necessità dell'intervento della Commissione europea", ma "la norma
difficilmente, così com'è, potrà essere applicata senza un intervento
normativo; non credo basti un intervento puramente amministrativo".
Cantone si è soffermato su una "serie di problemi" derivanti dal
"prolungamento delle concessioni" in relazione alla "modalità di
valutazione degli investimenti e ai criteri che attengono alla determinazione
delle tariffe". E al riguardo, anche in relazione al loro contenimento, ha
fatto rilevare che la mancanza "in Italia di un sistema unitario"
determina il rischio che "si mettono insieme concessioni che hanno sistemi
diversi di valutazione delle tariffe" e questo "potrebbe finire per
creare più problemi di quanti se ne volevano risolvere".
Nessuna
polemica, invece, prosegue Cantone, con il ministro delle Infrastrutture,
Maurizio Lupi. "Questo intervento non aveva nessun effetto polemico e
tantomeno io intendo come polemica la risposta del ministro Lupi al quale,
invece, do atto di aver risposto in tempo reale, dando anche una chiave di
lettura ai nostri rilievi che è quello davvero della funzione delle autorità
indipendenti".
Le parole
del numero uno dell'anti-corruzione incontrano i favori tanto nell'opposizione,
quando nella maggioranza. "Condivido i rilievi espressi" spiega Ermete Realacci (Pd), presidente della
Commissione Ambiente della Camera, sottolineando che "è necessario
verificare se le ulteriori obiezioni sui rischi di violazione dei principi di
concorrenza ed economicità oggi evidenziate dal presidente dell'Anac possano
essere superate con atti amministrativi, o se l'articolo 5 sia un legno storto
che va rimosso per affrontare in modo serio e trasparente la partita della
concessioni autostradali e se quindi siano necessari nuovi interventi
legislativi". Anche il capogruppo in Commissione del Pd, Enrico Borghi,
chiede di "fare attente riflessioni" sulle affermazioni di Cantone,
"con la speranza che analoga operazione venga compiuta anche in zona
piazzale di Porta Pia", sede del Ministero delle Infrastrutture.
Sel segnala
di aver già "denunciato il regalo del governo Renzi ai concessionari
autostradali usando il trucco dell'unificazione delle tratte e degli
investimenti per la realizzazione delle opere. Il Governo e la maggioranza non
ci hanno ascoltato. Ora che anche il presidente dell'autorità nazionale
anticorruzione, Raffaele Cantone, pone il tema di rivedere la norma, il Governo
che fa?" chiede Filiberto Zaratti, che suggerisce un correttivo già nel
decreto Milleproroghe con la soppressione della norma. In una nota, i deputati
del Movimento 5 Stelle sottolinea la conferma della propria critica al provvedimento
nelle parole di Cantone: "Si fanno regali alle lobby autostradali - dicono
Michele Dell'Orco, capogruppo M5S in Commissione Trasporti e Massimo De Rosa,
vicepresidente della Commissione Ambiente - senza assicurarsi che partano dei
piani di investimento per quanto riguarda il miglioramento del servizio. E a
rimetterci sono sempre i cittadini, non solo economicamente, pagando più caro
un servizio scadente, ma per la sicurezza stradale".
L'Aiscat
commenta dicendo che "il cosiddetto Articolo 5 nasce da un'iniziativa del
Governo volta a sollecitare nuovi investimenti altrimenti non bancabili, in
presenza di incrementi tariffari contenuti e sostanzialmente in linea con
l'inflazione, e in coerenza con quanto già avvenuto o sta avvenendo in altri
paesi europei e nel pieno esclusivo rispetto del diritto europeo. Valuteremo
comunque la versione finale del provvedimento e ci riserviamo se auditi di dare
il nostro contributo ed esprimere il nostro parere".
Carlo Renda,
L'Huffington Post
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