Di seguito, condividiamo con voi un testo a due voci letto a inizio concerto. Le affermazioni fatte da chi vuole l'autostrada (ma in genere da chi vuole tutte le grandi opere che nascondono interessi privati più che collettivi) e le nostre riflessioni.
Potrete poi perdervi nelle righe dell'intervento toccante e profondo di Liverio Carollo, insegnante di lettere, scrittore e naturalista che ha donato il suo prezioso contributo facendo scaturire, alla fine, un applauso da standing ovation.
TESTO A DUE VOCI PER LA SERATA DEL 12
APRILE
Hanno detto che questa autostrada unisce i popoli
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Allora perché imporre ai
trentini un'autostrada che non vogliono e minacciare cause milionarie se non
l'accettano?
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Hanno detto "questa autostrada piace all'Europa - è una priorità per l'Unione
Europea" Giornale di Vicenza 20 giugno 2012
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"Il progetto per l'autostrada "Valdastico A31 Nord" non fa
parte né dell'attuale rete transeuropea dei trasporti, né del progetto
prioritario n. 1 relativo all'asse ferroviario Berlino- Palermo"
Siim Kallas Presidente della Commissione Europea dei Trasporti
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Hanno detto che questa autostrada serve per
collegarci con l'Europa
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Siamo sempre andati a nord
attraverso l'autostrada Verona-Brennero e attraverso la Valsugana. Che male c'è
a percorrere la Valdastico per andare verso
le montagne e non dentro le
montagne?
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Hanno detto BASTA SPRECARE TERRITORIO
(Confindustria, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative - dicembre
2012)
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Questa autostrada espropria 1
milione di metri quadrati di terreno e ne vincola 2 milioni
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Hanno detto: “Questa autostrada non costerà NULLA ai
cittadini”
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I cittadini la stanno già
pagando con il continuo aumento dei pedaggi. In più un terzo delle aziende
agricole della Valle dell'Astico dovrà chiudere. Altri posti di lavoro persi
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Hanno detto “Questa autostrada porterà sviluppo”
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A Piovene Rocchette questa
autostrada è arrivata 37 anni fa: allora la Lanerossi aveva 3000 operai,
l’anno scorso ha chiuso i battenti
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Hanno detto "Questa autostrada è un'opportunità
per l'economia dell'alto vicentino"
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30 km di gallerie per andare a
Trento costeranno più che attraversare il Monte Bianco (41 € al transito).
Quale crescita è possibile con questi costi?
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Hanno detto che questa autostrada userà tutte le
tecniche per inserirsi armonicamente nell'ambiente
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Per illuminare 30 km di gallerie
occorrerà consumare tanta energia elettrica pari al consumo di 70.000
abitanti. Che ne sarà dell’armonia delle sorgenti intercettate che ci
alimentano?
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Hanno detto "questa autostrada è un'opportunità
per gli abitanti della valle"
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E’ adesso che bisogna pensare ad
uno sviluppo sostenibile per la valle. Tra vent’anni, quale turismo o
attività tra i piloni dell'autostrada?
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Hanno detto che questa autostrada è voluta da tutti
i partiti della provincia
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Basta questo perché i cittadini
debbano accettarla? Chi è stato votato, non deve sentire la voce dei loro
elettori?
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Può una società privata
nascondere il progetto ai cittadini?
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Vi auguriamo una buona serata con il Concerto per la
Valle dell’Astico
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INTERVENTO LIVERIO CAROLLO
Giorni addietro gli
amici della Bandabrian e Vallincantà mi hanno contattato dicendomi: “Tu che
cammini da anni in Val d’Astico, vieni a dire due parole sulla valle e
sull’autostrada che è in progetto”. E’
vero che frequento la valle da decenni, cercando sentieri, portando comitive dell’Università
popolare di Arsiero, dei vari CAI e Gam della zona, portando anche scolaresche
(più quando insegnavo, ora meno). E’ vero quindi che questa valle, che
frequento dagli anni ’70, la sento anche un po’ mia.
Da quando ho sentito
riprendere il discorso sull’autostrada da costruire un tarlo ha cominciato a
rodermi dentro, ci penso e ci ripenso e i miei sentimenti sono altalenanti tra
rabbia, disillusione, speranza, poi rassegnazione e ancora rabbia.
Non sono per niente esperto
di questioni tecnico-finanziarie-politiche sull’autostrada. Io butto lì
soltanto alcune idee di fondo. Taluni le condivideranno, altri no. Ma
prendetele come spunti di riflessione. Riflessione peraltro necessaria perché
ciò che si sta progettando per la Val d’Astico è una cosa grossa, molto grossa.
Se la Val d’Astico
fosse un puro dato geologico, un nudo spacco fisico sulla crosta terrestre,
potremmo anche traforarla, sconvolgerla. Non si perderebbe granché. Si dà
invece il caso che la Val d’Astico sia abitata e lo sia da secoli. Già nel
medioevo è stata diboscata, messa a coltura, sono nati insediamenti, sono state
costruite chiese, ci è passata sopra una civiltà contadina che è durata
generazioni, è stata segnata in profondo
da due guerre mondiali, è stata visitata da letterati ed è tuttora
fittamente abitata: insomma si è sedimentato anche qui un denso substrato
culturale. Ecco la chiesa di Brancafora
che ricorda l’antico ospizio per i pellegrini Romei, ecco San Giorgio di Velo,
di San Zeno alle falde del Cengio, Sant’Agata; ecco i tipici insediamenti di
valle, i terrazzamenti, i sentieri e i resti della Grande Guerra, i ricordi
fogazzariani a Velo… Non solo, ma (volendo scendere più in dettaglio) anche la
musica fa parte di questo substrato culturale di valle. Quando i Vallincantà ci
narrano, attraverso le note, di una certa contrà un tempo viva, di una sofferta
migrazione, di un tipico personaggio di valle, attingono a questa cultura.
Quando la Bandabrian
ci presenta una contravansa o una vecchia manfrina che si ballava, non so, a Cogollo
o a Pedescala, attingono a questa cultura di valle. E attraverso questa cultura
di valle essi sanno darci quelle emozioni intense per cui noi siamo qui stasera ad
ascoltarli.
La val dell’Astico non è un bidone vuoto.
Tutto questo prezioso
patrimonio culturale, che fa tutt’uno con l’ambiente naturale della Val
d’Astico, verrebbe in gran parte infranto
dall’autostrada.
Si dirà: “Ma la chiesa
di san Giorgio resta, la chiesa di Sant’Agata resta”. Sì, ma un monumento è
bello se è inserito nell’ambiente in cui
è nato (una villa palladiana in mezzo alle abetaie di Asiago neanche riusciamo
ad immaginarla). Anche il paesaggio fa
parte del monumento. Non solo, anche il silenzio fa parte del monumento. Ve
l’immaginate la chiesa di San Giorgio con l’enorme nastro d’asfalto e gli
svincoli a 200-300 m di distanza?
Io sono sempre rimasto
affascinato dall’architettura di contrà Scalzeri. E’ un’architettura
essenziale, sobria, sapida, anche perché immersa nella quiete e nel mormorio
dell’Astico. Ve lo immaginate il centro di Scalzeri con il rombo dei camion a 200
m ?
La vita è piacevole
anche perché siamo dentro ad un paesaggio gradevole, dentro ad una quotidianità
fatta di cento piccole cose gradevoli e
tra queste ci metto anche il bosco, il silenzio, il sentiero, la bestia
selvatica, la campagna arata, la fontana di contrada. Anche queste cose vanno a
misurare la qualità della vita. Ecco,
a mio parere, è la qualità della vita che scadrebbe irrimediabilmente con
l’arrivo dell’autostrada. E non solo per noi adesso, ma anche per i nostri
figli e nipoti perché con un’autostrada non si ipotecano i prossimi 5 anni ma i
prossimi 50 – 60 anni.
Ma
la Val d’Astico e valli adiacenti non sono importanti solo per i locali
abitanti. E’ area frequentata da una grossa fetta di popolazione di pianura. Cosa
vi cerca? Ristoro fisio-psichico.
L’area
Breganze-Thiene-Zanè Schio è a forte densità abitativa, fortemente
industrializzata. I ritmi di vita sono pressanti, scanditi dalle lancette
dell’orologio, e poi il traffico, le strade, le rotonde, la fretta quotidiana,
le strade puzzolenti di scarichi delle auto.
Tanta gente della
pedemontana trova sfogo qua nella valle,
a camminare. E sono tanti. Sapete che il Summano è uno dei monti più
frequentati d’Italia? Avete visto il successo che ha avuto la ciclo- pedonale
sul sedime della vecchia ferrovia per Arsiero?
I sentieri di valle
rilassano. Quando io porto la gente sui sentieri, la maggior soddisfazione che
ho è vedere che diventa serena. Intanto sui sentieri i ruoli sociali vengono
azzerati. Io nella comitiva ho l’impiegato di banca, il medico, il dipendente
delle poste, l’operaio, il piccolo imprenditore, lo studente e l’insegnante e
tutti vivono ore in armonia e di fronte ad un panorama o al balzo di un
camoscio tutti provano lo stesso
entusiasmo e le medesime emozioni. E alla fine le persone sono contente, le
vedi come lavate nell’animo. Un lavaggio che dura anche per il giorno
dopo.
Non bisogna sottovalutare questa funzione, direi terapeutica, che i
nostri sentieri di valle hanno.
Si dirà che ci sono sentieri emozionanti anche nel Trentino, nelle
Dolomiti e nelle Alpi. Sì, ma sono lontani
e per raggiungerli ci vuole spreco di tempo, energie, stress e
inquinamento in più. Qui invece abbiamo un’oasi ristoratrice a due passi da
casa.
Andremo a sconvolgerla con una
enorme autostrada?
Ma poi ci sono altri aspetti che non quadrano con questo progetto di
autostrada. Aspetti che stridono con le
sensibilità maturate in questi ultimi anni e con i proponimenti che a livello
sociale politico sono andati affermandosi.
Ma come? Non c’è stata la Convenzione di Kyoto? Lì i grandi della
terra, stimolati anche dai rilevamenti della scienza, non ci hanno detto che il
pianeta sta male, che i fumi che scarichiamo nell’aria sono ormai
insopportabili, che l’effetto serra incombe, che i climi stanno mutando causa
l’anidride carbonica nell’aria, che i ghiacciai stanno ritirandosi ad un ritmo
mai osservato finora? E’ urgentissimo ridurre i gas serra hanno detto tutti. E noi
nel Vicentino come rispondiamo a questo appello? Con una nuova, grossa
autostrada?
Altro problema: tutti sono consci
che in Italia lo spreco di territorio agricolo, di campagna fertile è stato spropositato in tutti questi
anni. Un’ulteriore pugnalata all’agricoltura. Se il governo ultimo non cadeva
era pronta una legge tampone per frenare urgentemente il fenomeno. Con
l’autostrada noi qui andiamo praticamente
a distruggere l’ultimo lembo di campagna utile della Val d’Astico: quella
di Cogollo, che fra l’altro è bellissima sotto il profilo del paesaggio.
E ancora tutti a dire che l’Italia è zeppa di strade e autostrade, che
trasporta su gomma la quasi totalità delle merci. Tutti a dire che questo è
insostenibile, che bisogna diversificare e rendere efficienti le ferrovie, come
si fa negli altri stati più organizzati. Noi qui diamo come risposta una
costosissima autostrada? Costi enormi che al massimo ci faranno risparmiare
sette – otto Km e mezz’ora di tempo rispetto alla val Sugana. Ma ne vale la
pena di questi tempi? Con tutte le urgenze sociali esistenti?
Se le numerosissime autostrade che abbiamo non ci hanno messo al
riparo dalla crisi, sarà questa nuova arteria a tirarci fuori da essa? Sarà ancora l’asfalto la “carta” vincente?
Negli anni ’60 lo fu. Ma oggi, se ci sono risorse da spendere, credo che le
priorità siano ben altre. Gli anni sessanta sono lontani, molto lontani!
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