«Non vogliamo l'autostrada e vogliamo restare qui»
03/01/2013
Sostiene inoltre che gli abitanti, se non accettano la realizzazione dell'autostrada possono prendere la valigia ed emigrare: francamente credo che queste parole se le poteva tenere tra i denti. Egli dovrebbe saper che chi vive e abita in questi paesi ben conosce la sofferenza e il valore simbolico ed emotivo legato a quella valigia: ecco perché ho usato il termine terrorismo. Noi che qui viviamo, abbiamo bisogno di uomini che ricoprono cariche politiche che siano propositivi e concreti sulla questione del proseguimento dell'A 31. E che siano anche provvisti di una certa dose di sana speranza. Lo tengano presente anche tutti i sindaci dei nostri paesi che al riguardo si sono ben guardati dal prendere chiare posizioni.
Sempre nel sopra citato articolo il presidente continua dicendo che già il periodo è drammatico, ci manca solo di dire “no” alla infrastrutture per darsi la zappa sui piedi: penso che la zappa sui piedi se la sia data lui con le sue stesse mani e parole; infatti se in qualità di presidente della Provincia intende promuovere un consorzio per la tutela delle sementi autoctone (vedere GdV del 22 agosto 2012) in qualità di presidente della Società Autostrade intende sottrarre al territorio dell'Alto Vicentino un totale di 307 campi all'interno dei quali ci sono sette aziende agricole attive. Chissa dove il signor Schneck intenderà coltivare i suoi semi. La terra è un valore e un bene a disposizione della popolazione. E la popolazione e ben intenzionata a difenderla.
Come è ben intenzionata, per amor di legalità e correttezza, a sorvegliare la corretta procedura dell' eventuale proseguimento dell'autostrada A 31.
Irma Lovato
Posina
da ilgiornaledivicenza.it
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