mercoledì 23 maggio 2012 – LETTERE – Pagina 70
CRISI & FUTURO
«Le grandi
opere
non faranno
ripartire
l´economia»
All´indomani della Prima Guerra Mondiale (quella che abbiamo
vinto, tanto per intenderci) una grande quantità di disoccupati
chiedeva pane. Fu così che si spese danaro pubblico per assumere parte
di questi ex militari, si comperò carriole, picconi, badili, e si
costruì il piazzale della Vittoria, quello che sta davanti alla basilica
di Monte Berico. Quando quest´opera ebbe compimento (e lo si vede) e ci
si ritrovò con soldi in meno e con gli stessi disoccupati. Allora? opere
non faranno
ripartire
l´economia»
Si chiederà qualcuno, cosa si sarebbe potuto e dovuto fare. Pensare!
Di quell´opera, ci si sarebbe dovuto chiedere, cos´è rimasto? Solo l´attrezzatura. La si doveva usare quindi per dare impiego agli operai (dissodare terreni per piantare patate, scavare monti per cercare uranio o testimonianze archeologiche, e chi più ne ha più ne metta). È l´autoreferenzialità di uno strumento.
Perché questo preambolo legato ad un ricordo? Si dice: “Per far ripartire l´economia bisogna dare il via alle grandi opere”.
Se le grandi opere sono come il famoso piazzale della Vittoria alla fine ci troveremo nelle stesse condizioni, e avendo speso enormi quantità di pubblico denaro senza positività di un domani, chè neanche quelle opere serviranno; non serviranno nuove autostrade (dove a guadagnare saranno solo i gestori) se non ci saranno merci da trasportare. E qui ritorna quella parolona, l´autoreferenzialità.
Ci sono un sacco di iniziative possibili, industriali, commerciali, turistiche e altre che, ove lo Stato faccia garante per gli investimenti, il privato (sotto varie connotazioni) possa intrapprendere attività economicamente valide con la possibilità, questo è fondamentale, di restituire i finanziamenti che serviranno ad altri, e così via.
Noi economicamente avremo creato una cosa da cui nascerà un´altra cosa e avanti così. Abbiamo così spiegato anche cosa significhi quella parola.
È difficile fare e raggiungere questo disegno? Sì e no. Basta saper pensare, ma prima, basta voler pensare. Signori, al governo e non al governo, politici, imprenditori, voi tutti: il “deus ex machina” è morto, se vogliamo credere è il momento di dimostrarlo.
Autoreferenzialità è una bellissima parola.
Umberto Riva
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