E' di qualche giorno fa un articolo apparso su varie testate (qui riportiamo il GdV) dove la Coldiretti riflette razionalmente su due arterie per le quali da anni si parla di futura realizzazione, Nuova Valsugana e Valdastico Nord. Il Presidente Provinciale di Coldiretti le definisce "due strutture analoghe" e per questo chiede una riflessione su "quale delle due arterie realizzare preferendo quella che comporta il minor impatto per il territorio ed il rispetto per l'ambiente" (aggiungiamo minor impatto nei costi di realizzazione e gestione).
E' giusto pensare per l'ennesima volta, che in un delicato ecosistema in cui sempre più spesso i nostri territori vengono flagellati da alluvioni, grandinate sempre più sorprendenti, danni idrologici imprevisiti, si debba principalmente tutelare l'ambiente e valutare l'effettiva necessità delle opere che, se prioritarie, DEVONO per forza di cose essere pensate cercando di sottrarre sempre meno terreno all'ambiente. E' evidente che la Valdastico Nord non rientra in questa casistica.
Valdastico Nord o Nuova Valsugana?
Cerantola: “Infrastrutture analoghe”
Valdastico Nord o Nuova Valsugana? Per
Coldiretti Vicenza si tratta di due infrastrutture di analoga valenza,
pertanto appare del tutto inopportuno realizzarle entrambe, continuando a
sottrarre territorio all’agricoltura, tanto più dopo la realizzazione
della Strada Pedemontana Veneta, incrementando in maniera esponenziale
il rischio di dissesto idrogeologico. “Dobbiamo decidere quale delle due
arterie realizzare ed evidentemente la scelta deve essere fatta
preferendo quella che comporta il minor impatto per il territorio ed il
rispetto per l’ambiente. Mentre assistiamo periodicamente alla natura
che si ribella, presentando il conto all’uomo attraverso grandinate,
alluvioni e terremoti – sottolinea il presidente provinciale di
Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola – non si può pensare di sottrarre
ancora terreno per costruire infrastrutture inutili, senza prendere in
considerazione l’opportunità di eseguire lavori di ampliamento o
valorizzazione della rete viaria esistente”. Tra le priorità, invece, vi
è la risoluzione della congestione di traffico nel tratto di Carpanè,
questione che si trascina da anni senza che alcuno l’abbia mai
affrontata e risolta. “È fondamentale attivare un tavolo di dialogo tra
Regione Veneto ed amministrazioni locali – prosegue il presidente
Martino Cerantola – in cui anche le categorie economiche facciano
sentire la propria voce in modo chiaro, autorevole e pragmatico. Dal
confronto emergeranno elementi sicuramente utili per dar seguito ad un
progetto coscienzioso e rispettoso dell’ambiente, delle comunità locali e
dei lavoratori”. Analogamente occorrerà promuovere una riflessione
sulle infrastrutture che esigono un’attenta manutenzione, che non può
essere frutto di interventi spot, ma deve essere programmata e
badgettizzata. “La realizzazione delle opere in molti casi è
determinante per lo sviluppo del territorio – conclude il presidente
Martino Cerantola – ma occorre pensare anche alla qualità della
conservazione delle nostre strade, che da anni rappresenta uno dei punti
dolenti e sul quale occorre porre rimedio in tempi brevi”.
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