Arrivano i primi riscontri sulla stampa locale trentina....
Valdastico, la Serenissima sconfitta al Tar: «No» legittimo
25 Luglio 2014 scrivi un commento
TRENTO
- Non è chiaro se la concessionaria della A4 si aspettasse davvero un
epilogo diverso, o se invece il suo ricorso al Tar fosse solo un mezzo
per trascinare la vertenza in terra romana, quindi al Consiglio di
Stato. Di sicuro è stato uno schiaffo quello che il tribunale
amministrativo ha riservato alla Serenissima, sulla vicenda Valdastico.
I
veneti avevano infatti impugnato il parere negativo - e vincolante -
della Provincia di Trento contro l'opera. Ma almeno il primo ruond della
battaglia legale bene non è andato: il Tar ha respinto il ricorso. E le
spese sono a carico della Serenissima: duemila euro da versare a
Provincia e ai comuni che si erano associati come parti resistenti,
quindi Folgaria, Besenello, Calliano e Nomi. Ovvio, si tratta solo della
prima fase di un procedimento che, è facile immaginare, andrà avanti.
Perché l'impugnazione davanti al Consiglio di Stato è quantomeno
probabile. E non è la prima volta, soprattutto negli ultimi tempi, che i
giudici amministrativi romani ribaltano pronunce dei colleghi trentini.
Ma
restando alla vicenda per come si è sviluppata finora, si ricorderanno
le premesse. Perché quelle riguardano la politica, quindi fanno rumore.
Da un paio d'anni la regione Veneto e la Serenissima, la concessionaria
dell'A4, alzano la voce perché vogliono realizzare la Valdastico. Per il
Veneto è un'infrastruttura strategica per garantirsi uno sbocco
sull'autobrennero, per la Serenissima è un buon investimento da
realizzare per mantenere la concessione. La contrarietà di Trento era
già più che conosciuta, ma a Venezia si decise di procedere comunque con
un progetto preliminare. E poi si insistette per andare avanti con la
procedura, portando il progetto a Roma, davanti al Cipe. E qui è
arrivato al pettine il nodo principale. Cioè il parere di Trento. Perché
è vincolante, in casi di infrastrutture strategiche che insistono sul
nostro territorio. per questo il Cipe ha chiesto il suo parere alla
Provincia di Trento, che ha coinvolto nel procedimento tutti i comuni
interessati: Besenello, Calliano, Nomi, Folgaria e Lavarone. Era il
2012: possibilista solo Lavarone, che tuttavia bocciò il tracciato per
come era stato immaginato. Fortemente contrari tutti gli altri. E
contraria fu la Provincia, che si richiamò ad una precedente pronuncia.
Ecco,
quel parere venne impugnato dalla Serenissima, perché - questa la tesi -
poco motivato: Trento si sarebbe limitato ad adeguarsi alle pronunce
dei Comuni, senza per altro valorizzare quella di Lavarone. E poi perché
quel no avrebbe bloccato i cospicui investimenti già fatti sulla fase
progettuale. Ma il ricorso, come detto, è stato rigettato. Perché a
tutelare il Trentino c'è una sentenza della Corte Costituzionale, che
ribadisce come sia vincolante il parere delle regioni a statuto speciale
relativamente ad opere che insistono sul loro territorio. E perché, ha
spiegato il Tar a proposito delle supposte scarse motivazioni, il parere
impugnato si richiama esplicitamente ad un precedente documento in cui
erano inseriti tutti i motivi di contrarietà all'opera, sia dal punto di
vista del piano strategico delle opere pubbliche, sia rispetto alla
pericolosità del tracciato sul fronte idrogeologico.
«L'insieme
delle osservazioni critiche, di previsioni infauste, di elementi
valutativi sfavorevoli e di problematiche irrisolte - scrivono i giudici
del Tar - si traduce in un articolato parere negativo che, come detto,
lo stesso Consiglio superiore dei lavori pubblici ha definito motivato».
Nessuna carenza di motivazione, quindi. Nessun no per partito preso.
Ricorso rigettato. La Serenissima paghi le spese. In attesa di capire se
si tornerà a parlare della Valdastico anche davanti al Consiglio di
Stato.
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