Crediamo sia doveroso amplificare la pubblicità allo scandalo che sta riguardando il tratto in costruzione della Valdastico Sud.
Imprenditori che "cadono dal mondo delle nuvole", il presidente della Brescia-Padova che, come struzzo, nasconde la testa sotto la sabbia (se provassero i sedimenti della nuova arteria...), dichiarandosi estraneo ai fatti. "Io non ne so nulla"??!!
Chi ci crede ormai?!
I km della Valdastico Nord sarebbero 39.3 di cui 28.9 in galleria. Oltre ai possibili danni ambientali derivanti da intercettazioni delle molteplici sorgenti, cosa riuscirebbero a nascondere i "grandi" ai nostri occhi?!
Leggiamo, vegliamo, facciamo sentire loro il fiato sul collo della gente perbene che nulla di più vuole se non il rispetto delle leggi e del bene comune....
Dal Corriere del Veneto:
06/07/13
AUTOSTRADA
Rifiuti sotto la Valdastico Sud
Tra i 27 indagati c'è anche Schneck
Le accuse: falso ideologico e traffico illegale in forma organizzata. Spuntano i nomi della Mestrinaro, della Beltrame e di molti imprenditori di Treviso e Vicenza
VICENZA — Falso ideologico e
traffico illegale di rifiuti in forma organizzata. Sono questi i reati
che la Direzione distrettuale antimafia di Venezia ha attribuito, a
diverso titolo, a 27 persone nell’ambito dell’inchiesta sulla presenza
di materiali non inertizzati (rifiuti di acciaieria molto inquinanti)
interrati sotto al manto autostradale dell’autostrada A31, Valdastico
sud. Indagato, tra gli altri, Attilio Schneck, coinvolto nell’inchiesta
in qualità di presidente del Consiglio di amministrazione, all’epoca dei
fatti, della Brescia-Padova. Oggi invece Schneck è presidente della A4
holding, società che controlla la Serenissima. Raggiunto da avviso di
garanzia anche Flavio Orlandi, veronese, in qualità di presidente del
consiglio di amministrazione, nonchè amministratore delegato della Spa
Serenissima Costruzioni. Coinvolti anche Valeria Caltana, trevigiana di
Quinto di Treviso, presidente del consiglio di Amministrazione nonchè
amministratore delegato della Mestrinaro spa di Zero Branco, e Antonio
Beltrame, vicentino presidente del Cda e amministratore delegato della
società Acciaierie Beltrame spa di Vicenza. Le altre persone coinvolte
nell’inchiesta sono tutte titolari o responsabili del comparto tecnico
relativo alle ditte che gestivano lavori, progetti, analisi
dell’autostrada A31, parte sud.
Il reato, «traffico illegale di rifiuti
in forma organizzata», prevede l’esistenza di un «articolato apparato
organizzativo finalizzato all’aggiramento delle prescrizioni e quindi ai
relativi costi connessi alla gestione dei rifiuti con conseguente
profitto per tutti i soggetti coinvolti». La pena prevista per questo
illecito può andare da uno a sei anni di carcere. L’avviso di garanzia
agli indagati è arrivato il tre luglio scorso, con una notifica, da
parte della Distrettuale antimafia dell’atto relativo ad «ad
accertamenti tecnici non ripetibili». Le porzioni autostradali
sottoposte ad analisi sono i lotti 4, 5 e 6. Ovvero il Montegaldella-
Albettone, lo Svincolo Albettone-Barbarano, e il viadotto Bisatto nei
comuni di Albettone e Agugliaro. Il magistrato ha rilevato che «a
seguito dell’incarico conferito in forma collegiale ai professionisti
sottoindicati ( Paolo Rabitti e Gian Paolo Sommaruga, ndr) sono emersi
elementi che fanno ritenere fondata la denuncia presentata
congiuntamente da AIEA (associazione italiana esposti amianto) e da
Medicina Democratica Onlus Vicenza, sicché si rende necessario esperire
una consulenza tecnica di natura irripetibile limitatamente ai lotto in
cui è stata suddivisa la costruzione dell’autostrada A31, tronco
Vicenza-Rovigo». L’inchiesta partì nel 2011 proprio su iniziativa di
AIEA e Medicina democratica, che scrisse un esposto inizialmente spedito
alla procura di Brescia, che già indagava su un’inchiesta gemella di
«seppellimento» di materiale non inertizzato (acciai non trattati
secondo le norme) sotto la superstrada Brescia- Bergamo-Milano. La
procura bresciana, in un momento successivo, ha deciso di inviare i
fascicoli ai colleghi dell’antimafia veneziana consegnando le carte alla
pm Rita Ugolini.
Sul tavolo del magistrato anche le foto dei mezzi che spalmano
il materiale sul manto stradale. Scatti che l’avvocato vicentino
Edoardo Bortolotto ha allegato all’esposto presentato dall’associazione
Medicina democratica e dall’Associazione italiana esposti amianto. Il
problema sollevato dalle associazioni è principalmente quello
dell’inquinamento della falde sottostanti i comuni tagliati dalla grande
opera. Inquinamento aggravato nei periodi di pioggia intensa,
riscontrato in più di un’occasione dai residenti e che può avere, in un
arco di tempo relativamente lungo della vita umana, effetti altamente
nocivi. «In questo esposto avevamo riposto la volontà di evidenziare il
modo illecito di costruire. Noi non siamo contro le infrastrutture -
evidenzia Maria Grazia Rodeghiero, responsabile delle due associazioni -
ma contro l’illegalità». «Ora si scopre che le denunce hanno una reale
consistenza e la giustizia procederà per accertare la verità - continua
la portavoce, precisando che - le due associazioni hanno fatto da
catalizzatore degli umori locali». Tutto era cominciato da un cittadino
di Albettone, una delle località in cui passerà la Valdastico Sud. Il
suo cane aveva bevuto da una pozza non lontana da un cantiere ed è morto
quasi subito per una perforazione all’intestino dovuta all’elevata
acidità dell’acqua dei canali. Così ha deciso di fotografare il traffico
sospetto di camion e ha immortalato con alcuni scatti i mezzi della
Serenissima Costruzioni e del gruppo Locatelli mentre spianano scarti di
lavorazione industriale in mezzo ai campi. Tutto allegato poi
nell’esposto presentato in procura, che ora ha fatto partire le
informazioni di garanzia nei confronti di ventisette persone.
Roberta Polese Benedetta Centin
06 luglio 2013
06 luglio 2013
07/07/13
L'INCHIESTA
Scorie, una nuova inchiesta su Locatelli
Autostrada Valdastico: indagato insieme ad altri quattro bergamaschi La moglie Anche Orietta Rocca Pace è tra le 27 persone sotto indagine della Distrettuale antimafia Il caso del cane L'esposto dopo che l'animale ha bevuto l'acqua vicino al cantiere ed è morto
Nuova inchiesta sulla Locatelli di Grumello
Prima la tangenziale di Orzivecchi, poi la Brebemi e ora la
Valdastico Sud, il tronco di autostrada Vicenza-Rovigo. Strade. Il
costruttore Pierluca Locatelli, 54 anni, casa a Grumello del Monte, il
grande accusatore degli intrecci tra affari e politica, è indagato anche
in un'inchiesta della Procura Distrettuale antimafia di Venezia.
Ventisette le persone sotto indagine. L'ipotesi è che dal 2009, in tre
lotti, siano state versate scorie di acciaieria provenienti, tra
l'altro, dall'impianto Biancinella di Calcinate, del gruppo Locatelli.
L'imprenditore non è il solo bergamasco sotto indagine. Lo sono anche la
moglie Orietta Rocca Pace, 42 anni, all'epoca dei fatti legale
rappresentante della «Trasporti geom. Locatelli srl», società in
liquidazione, e Andrea Fusco, 40 anni, già legale rappresentante della
«Locatelli geom. Gabriele spa», anche questa in liquidazione. Si
aggiungono altri due indagati di Bergamo: Valentino Saugher, 45 anni, di
Scanzorosciate, in qualità di legale rappresentante del «Centro
ricerche ambientali srl» di Erbusco (Brescia); Alberto Chiari, 54 anni,
di Torre Boldone, legale rappresentante della «Geotestitalia» con sede a
Pedrengo.
L'ipotesi di reato è traffico illecito di rifiuti.
La procura ha spedito gli avvisi di garanzia come atto dovuto, per permettere agli indagati di nominare un loro consulente. Il pubblico ministero, infatti, ha disposto degli accertamenti tecnici irripetibili per verificare che cosa c'è sotto l'autostrada A31. Gli indagati hanno il diritto di partecipare, nominando dei loro consulenti. In 18 chilometri che separano Longare da Agugliaro, sarebbero stati messi 155.863 metri cubi di materiale che non è stato «pulito», cioè scorie che non hanno subito il trattamento inertizzante necessario perché possano essere utilizzate come materiale di riempimento.
La procura ha spedito gli avvisi di garanzia come atto dovuto, per permettere agli indagati di nominare un loro consulente. Il pubblico ministero, infatti, ha disposto degli accertamenti tecnici irripetibili per verificare che cosa c'è sotto l'autostrada A31. Gli indagati hanno il diritto di partecipare, nominando dei loro consulenti. In 18 chilometri che separano Longare da Agugliaro, sarebbero stati messi 155.863 metri cubi di materiale che non è stato «pulito», cioè scorie che non hanno subito il trattamento inertizzante necessario perché possano essere utilizzate come materiale di riempimento.
L'indagine parte nel 2011 dalla denuncia presentata congiuntamente da AIEA (Associazione italiana esposti amianto) e da Medicina
Democratica Onlus di Vicenza. La vicenda affonda le radici in una
segnalazione di tempo prima di un cittadino di Albettone, una delle
località per cui passerà la Valdastico Sud. Il suo cane beve da una
pozza non lontana dal cantiere e muore per una perforazione
all'intestino dovuta all'acidità dei canali. Da qui le foto ad alcuni
camion con il materiale inerte. Le due associazioni presentano la
denuncia alla Procura di Brescia, che sta già indagando sull'inchiesta
fotocopia relativa all'autostrada Brescia-Bergamo- Milano, la Brebemi,
appunto. La procura bresciana ha poi mandato le carte al pm
dell'antimafia veneziana, Rita Ugolini. Che vuole vederci chiaro. Già
all'inizio del 2012 aveva incaricato i consulenti tecnici Paolo Rabitti e
Gian Paolo Sommaruga di svolgere alcuni carotaggi. E ora «a seguito
dell'incarico conferito in forma collegiale ai professionisti sono
emersi elementi che fanno ritenere fondata la denuncia presentata da
AIEA e Medicina Democratica», indicano gli atti, «si rende necessario
esperire una consulenza tecnica di natura irripetibile».
Quindi gli avvisi agli indagati, che
possono partecipare. Tra loro compare anche Attilio Schneck, ex
presidente della Brescia-Padova spa, committente dell'opera per conto di
Anas, la concessionaria era la Serenissima Costruzioni.
Ai difensori di Locatelli, Roberto Bruni e Marina Zalin, non risulta ancora nessun avviso di garanzia. Una questione di notifiche in corso, probabilmente. Salgono così a cinque le inchieste in cui l'imprenditore è coinvolto. Per due, la tangenziale di Orzivecchi e la Brebemi, è stata notificata la conclusione delle indagini. Altre tre restano ancora aperte. La presunta tangente di 100 mila euro all'allora vice presidente del consiglio regionale della Lombardia, Franco Nicoli Cristiani, per oliare l'autorizzazione della discarica di amianto di Cappella Cantone (Cremona). L'ipotesi di scorie di cromo nel cantiere del polo scolastico di Treviolo (indagato anche Fusco). E, ancora, la presunta mazzetta data all'ex assessore comunale Marcello Moro per chiudere il contenzioso di Palafrizzoni con la Baldassini-Tognozzi, per i lavori di Sant'Agostino.
Ai difensori di Locatelli, Roberto Bruni e Marina Zalin, non risulta ancora nessun avviso di garanzia. Una questione di notifiche in corso, probabilmente. Salgono così a cinque le inchieste in cui l'imprenditore è coinvolto. Per due, la tangenziale di Orzivecchi e la Brebemi, è stata notificata la conclusione delle indagini. Altre tre restano ancora aperte. La presunta tangente di 100 mila euro all'allora vice presidente del consiglio regionale della Lombardia, Franco Nicoli Cristiani, per oliare l'autorizzazione della discarica di amianto di Cappella Cantone (Cremona). L'ipotesi di scorie di cromo nel cantiere del polo scolastico di Treviolo (indagato anche Fusco). E, ancora, la presunta mazzetta data all'ex assessore comunale Marcello Moro per chiudere il contenzioso di Palafrizzoni con la Baldassini-Tognozzi, per i lavori di Sant'Agostino.
7 luglio 2013
(modifica il 8 luglio 2013)
08/07/13
AUTOSTRADA
Oltre 60 «piscine» di rifiuti
nascoste sotto la Valdastico sud
Dalle carte della Dda di Venezia emerge che lungo l'A31, da Longare ad Agugliaro, sarebbero stati sversati 155mila metri cubi di scorie, pari al volume di 62 vasche olimpiche
VICENZA — E’ come se nei 18
chilometri di autostrada che separano Longare da Agugliaro, si
nascondessero nel sottosuolo oltre 62 vasche olimpiche di rifiuti
potenzialmente nocivi. Facendo un rapido conto è questo quello che
emerge dalle carte dell’inchiesta della Distrettuale antimafia di
Venezia, che ha messo sotto la lente tre lotti della Valdastico Sud,
appunto tra Longare e Agugliaro: dal 2009 sarebbero infatti stati
sversati al di sotto del fondo stradale 155.836 metri cubi di scorie di
acciaieria non bonificati e quindi potenzialmente nocivi. Un’inchiesta
che vede 27 indagati, tra cui anche Attilio Schneck ex presidente della
Brescia-Padova spa, che cade dalle nuvole: «Indagato io? Io non ho fatto
proprio nulla, la Brescia-Padova Spa era committente dell’opera per
conto di Anas, la concessionaria era Serenissima Costruzioni, ed erano
loro a fare gli appalti».
Schneck, attuale presidente della A4 holding, non sembra
affatto preoccupato per l’inchiesta Distrettuale antimafia di Venezia.
L’ipotesi di reato per cui si procede è falso ideologico e traffico
illegale di rifiuti in forma organizzata: il sospetto è che qualcuno
abbia risparmiato sul trattamento dei materiali da porre nel fondo
autostradale, spalmando materiale altamente inquinante invece di ghiaia
inerte. L’inchiesta è giunta a metà strada: già all’inizio del 2012 il
pm aveva nominato dei consulenti tecnici, che avevano fatto carotaggi
per analizzare lo strato di materiali di cui è composto quel nuovo
tratto di autostrada. Stando a quanto dice il dispositivo della procura,
che porta la data del 3 luglio scorso, quelle prime analisi avrebbero
«fatto ritenere fondata la denuncia presentata da Aiea e Medicina
democratica (nelle persone di Maria Chiara Rodeghiero e l’avvocato
Edoardo Bortolotto ndr), rendendo quindi necessaria una nuova consulenza
tecnica nell’autostrada», motivo per cui il pm, come atto dovuto, ha
iscritto nel registro degli indagati i titolari d’impresa e tecnici che
hanno lavorato in quel tratto di autostrada, in modo da consentire a
tutti di nominare un personale perito che assisterà alle nuove analisi.
Schneck dice di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia in merito,
eppure nel dispositivo del pm si legge che il suo avvocato d’ufficio è
già stato nominato e si tratta di Lorenza Gambaro del foro di Venezia.
«Sono stupito, ma d’altro canto qualsiasi cosa sia accaduta sotto
quell’autostrada non sono certo io il responsabile, dei nomi che ho
visto sul giornale conosco solo qualche azienda, di certo la
Brescia-Padova non c’entra nulla, lo diremo nelle sedi opportune».
Coinvolti nell’indagine, insieme a una piccola galassia
di piccole imprese venete, bresciane e emiliane, anche l’acciaieria
Beltrame di Vicenza e la ditta di movimento terra Mestrinaro, di Zero
Branco (Treviso). Indagato, sempre per falso ideologico e traffico
illegale di rifiuti in forma organizzata, anche Flavio Orlandi, 62enne
veronese che aveva ricoperto il ruolo di presidente del Cda della
Serenissima Costruzioni spa, affidataria per la realizzazione
dell’autostrada. Anche Orlandi ha scoperto di essere indagato leggendo
il Corriere del Veneto di ieri: «Avevamo saputo dell’apertura
dell’indagine alla fine del 2011, e avevamo dato piena disponibilità al
magistrato per quanto riguarda carotaggi e analisi - spiega - per
qualche mese non ne abbiamo saputo più nulla, e ora emerge questo nuovo
dato che leggo sui giornali - spiega - verificherò con gli avvocati
(Luigi Biondaro e Francesco Delaini entrambi del foro di Verona) le
nuove indagini e le nomine che conferirà il magistrato». Come Schneck
anche Orlandi dice di non conoscere tutti i nomi e le aziende coinvolte
nell’inchiesta. Il caso della «Serenissima dei veleni», o «Serenissima
discarica» era scoppiato, anche sulla stampa nazionale, quando la
procura di Brescia, che indagava su un caso simile di interramento
rifiuti della Bre-Be-Mi, inviò l’esposto di Aiea e Medicina democratica
alla procura antimafia di Venezia per competenza. Ad accomunare le due
inchieste è la ditta bergamasca Locatelli: Pierluca Locatelli, (uno dei
27 indagati dal pm veneziano Ugolini per la Valdastico sud) era finito
nella bufera per aver pagato una tangente a Franco Cristiano Nicoli, ex
vicepresidente della regione Lombardia che nell’ambito di quell’indagine
finì in carcere.
Roberta Polese
08 luglio 2013
08 luglio 2013
Da Il Giornale di Vicenza
07/07/13
(n.d.r. poche righe, ma ci sono...)
Valdastico sud, 27 avvisi di garanzia
per il sottofondo dell'autostrada
L'ipotesi di reato è falso ideologico e traffico illegale di rifiuti in forma organizzata
06/07/2013
VICENZA. La Direzione distrettuale antimafia di Venezia ha
inviato 27 avvisi di garanzia nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta
presenza di materiali inquinanti non inertizzati che potrebbero essere
stati utilizzati come fondo nella costruzione della Valdastico sud. Gli
avvisi non sarebbero ancora arrivati a molti degli indagati, ma
l'inchiesta - come riportato in passato dal giornale - è in corso. Le
ipotesi di reato sono falso ideologico e traffico illegale di rifiuti in
forma organizzata.
L'atto da parte della Dia era dovuto in quanto,
per verificare l'eventuale presenza di rifiuti non inertizzati, si
renderà necessario un esame tecnico irripetibile, un carotaggio del
fondo autostradale che poi sarà analizzato. Di conseguenza gli indagati
devono potersi tutelare nominando eventualmente dei periti di parte. Tra
gli indagati ci sono i vicentini Attilio Schneck, in quanto presidente
dell'autostrada Brescia-Padova all'epoca dei fatti, Antonio Beltrame
(Acciaierie Afv di Vicenza), Fabio Zanotto (Egi Zanotto di Marano),
Paolo Cornale (Ac.S.G. Palladio di Vicenza) e Mauro Saccon (R&C di
Altavilla Vicentina).
I particolari ne Il Giornale di Vicenza in edicola domani
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