Finalmente una delle testate locali più importati si dimostra meno di parte di quanto fatto fino ad ora...Durerà?
Sette sindaci compatti contro la A31 monca
VALDASTICO. Il documento della Montana è stato spedito a RomaCogollo, Arsiero, Laghi, Pedemonte, Velo d'Astico, Valdastico e Tonezza per la prosecuzione a Trento
06/05/2013
È un dietrofront quello dei sindaci della Comunità montana “Alto
Astico e Posina”, dapprima favorevoli alla prosecuzione della Valdastico
nord fino a Besenello, salvo gli aggiustamenti del tracciato, e ora
assolutamente contrari alla parziale realizzazione della maxi arteria,
così come invece deciso lo scorso 18 febbraio dal Cipe a Roma. Proprio
la decisione del Cipe, che ha approvato il progetto preliminare solo del
primo lotto Piovene Rocchette-Valle dell'Astico, per un costo di circa
891,6 milioni di euro, ha provocato la dura reazione dei sette primi
cittadini che compongono l'intera giunta della stessa Montana. Ad
approvare all'unanimità un ordine del giorno contro l'ipotesi di
un'esecuzione parziale dell'A31 sono stati Riccardo Calgaro, presidente
dell'ente e sindaco di Cogollo del Cengio, Tiziano Busato, sindaco di
Arsiero, Roberto Carotta, sindaco di Pedemonte, Amerigo Dalla Via,
sindaco di Tonezza, Ferrulio Lorenzato, sindaco di Laghi, Giordano
Rossi, sindaco di Velo d'Astico e Alberto Toldo, sindaco di Valdastico.
Il loro no si è accompagnato all'approvazione di un atto di indirizzo
già inviato a Roma, ad enti pubblici superiori e a vari ministeri, che
sarà approvato sia dal Consiglio della Montana, che dai rispettivi
Consigli comunali. «La decisione del Cipe - dice Calgaro - non rispetta
il procedimento amministrativo che sin dall'inizio prendeva in
considerazione esclusivamente l'intera opera. Non ritengo che una
devastazione del territorio e il sacrificio della popolazione residente
siano giustificabili da un moncone autostradale che impedisce la
movimentazione delle merci e delle persone tra il Veneto produttivo e il
nord Europa, e viceversa». «Non esiste la possibilità che ci si arresti
a Casotto - afferma Rossi -. Il problema vero è chi gestirà la tratta
trentina e il collegamento con le altre grandi vie di comunicazione. Il
nostro è un no non a priori, pregiudiziale. Nell'ipotesi che la tratta
si fermi a Casotto di Pedemonte, la società Brescia-Padova deve sapere
che noi siamo contro ad un esorbitante investimento del tutto
improduttivo». Anche il sindaco di Valdastico Toldo è categorico. «Già
alla presentazione del progetto preliminare avevamo rilevato il forte
impatto ambientale - conclude -, presentando una serie di osservazioni.
Ora siamo ancor più convinti che il prolungamento della Valdastico Nord
ha senso solo se si arrivasse a Trento. La nostra preoccupazione,
espressa anche nell'atto di indirizzo, è che con l'autostrada ferma a
Pedemonte, la vallata si ritrovi nella stessa situazione problematica
vissuta da Piovene, che dal 1976 attende il collegamento con Trento».
Giovanni Matteo Filosofo
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