Valdastico nord, per Zaia un altro no dal Trentino
Il governatore: «Abbiamo confermato la volontà di sostenere l'A31, da loro ferma contrarietà. Per noi non è alternativa alla Valsugana»
05/02/2014
Il governatore veneto Luca Zaia e il presidente trentino Ugo Rossi
Cristina GiacomuzzoVENEZIA
Lo
spiraglio non c´è più. La porta è stata chiusa. Trento ieri ha ribadito
la sua contrarietà alla Valdastico Nord. Lo ha fatto il nuovo
presidente della Provincia autonoma, Ugo Rossi, eletto lo scorso
ottobre, durante il primo incontro con il governatore del Veneto, Luca
Zaia, che ieri l´ha accolto a palazzo Balbi. Incontro a porte chiuse,
un´ora, per mettere sul tavolo i tanti temi che vanno affrontati
insieme. E quelli per cui no, è meglio proprio lasciar stare. Cioè lo
sbocco a Nord dell´A31.
LA
STRETTA DI MANO. «È stato un incontro franco, cordiale - sintetizza il
governatore -. Abbiamo toccato tanti argomenti con la volontà di mettere
le basi ad un confronto, pur nella diversità di vedute e con posizioni
diametralmente opposte, su alcune progettualità, cioè la Valdastico
Nord. Noi abbiamo confermato la volontà al sostegno, loro la ferma
contrarietà. Rossi mi è sembrato una persona attenta. Per cui non dico
“che vinca il migliore”, ma che bisogna trovare una soluzione, fermo
restando che non si tratta di una strada alternativa alla Valsugana, che
ha già una finanziamento di progetto e che andremo a realizzare. Per
noi la Valdastico deve coesistere con questa».
A
distanza Rossi: «È stato un confronto doveroso con le regioni
confinanti. Sono tanti i temi da affrontare, li abbiamo messi un po´ in
ordine. Ci sono temi su cui è più facile lavorare, altri su cui è più
difficile. E in testa alla lista di quelli più difficili c´è la
Valdastico sulla quale le nostre posizioni restano distanti».
LO
SPIRAGLIO. La posizione di sempre del Trentino? «Il Veneto realizzi la
Valdastico o la Valsugana. Tutte e due le opere, insieme, proprio no».
La
Valsugana sta ormai arrivando al concreto: manca solo un parere perché
poi il ministero delle Infrastrutture istruisca la pratica al Cipe.
Per
l´A31 Nord sembrava, fino a ieri, esserci uno spiraglio - sotto la
spinta del mondo delle associazioni di categoria trentine, industriali
in primis - che apriva alla realizzazione del prolungamento. Un
obiettivo discusso dall´era del vicentino Mariano Rumor, presidente del
Consiglio dei Ministri. Allora il progetto era noto come Pirubi, dai tre
padri politici Flaminio Piccoli, Rumor appunto e Antonio Bisaglia che
l´avevano ideato. La scorsa primavera, il progetto sembrava finalmente
essere alla svolta decisiva: il progetto preliminare era completo (da
Piovene a Besenello) e inserito in Legge obiettivo. Alla prova del Cipe è
arrivato l´approvazione solo per il primo lotto, fino al confine
Veneto. La decisione di Trento di mettersi in stand-by, in attesa
dell´elezione del nuovo presidente dopo l´era Dellai, ha lasciato
intravedere uno spiraglio, un´opportunità di realizzare l´A31 e
permettere così di prolungare la vita della concessionaria A4 Bs-Pd di
almeno vent´anni.
PROSPETTIVE.
Ma ieri mattina la conferma: la posizione è contraria. E adesso? Il
progetto, essendo inserito in Legge obiettivo, potrebbe ancora diventare
realtà con l´approvazione del Consiglio dei ministri, il parere delle
commissioni parlamentari e quindi un decreto del presidente della
Repubblica. Una procedura che per scattare deve registrare il formale
«no» di Trento al tavolo Cipe. E tutto fa pensare che a Roma, prima
delle elezioni Ue, non si affronti il tema.
PASSO
FEDAIA. Tra i temi affrontati da Zaia e Rossi anche la sanità,
l´intermodalità. in particolare sulla questione aperta con l´A22 per la
realizzazione il tunnel del Brennero, e il trasporto aeroportuale dei
fondi per i Comuni di confine. Anche la questione Passo Fedaia. Attacca
Zaia: «L´accordo con Trento è stato sottoscritto nel 2002. La Provincia
doveva sistemare la strada. L´accordo è stato totalmente disatteso. Ho
presentato un´istanza: il passo va reso utilizzabile».